Capitolo 6

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<<Steve, dobbiamo accettare quell’incarico.>> Il suo esordio fu diretto. Senza mezzi termini.
Vidi la mia agitazione riflessa nei suoi stessi occhi. Lo tranquillizzai di rimando. <<Non preoccuparti Tony. Sono d’accordo con te.>>
Lo vidi emettere un sospiro di sollievo, mentre varcava la porta di casa mia.
<<Tuttavia non riesco a smettere di farmi delle domande, una in particolare. Come verranno utilizzati tutti quegli aerei?>> Non potei fare a meno di lasciare che i miei dubbi riemergessero.
<<Non ne ho la più pallida idea.>>
<<È questo che mi preoccupa.>>
<<Senti, giunti al punto in cui siamo, non possiamo più andare tanto per il sottile. Se entro fine mese non troviamo i soldi per pagare Annette rischiamo di finire in galera.>>
La sua risposta brusca, non mi smosse dalle mie perplessità.
<<E dove pensi che finiremo se il nostro misterioso committente utilizzerà quindici modellini ad alto potenziale omicida prodotti da noi per finalità, diciamo poco ortodosse?>>
<<Dovranno dimostrarlo che li abbiamo prodotti noi.>>
<<Non sarà facile mantenere l’anonimato di fronte a un lavoro di tale portata. Qui non stiamo parlando di oggetti singoli.>>
<<È vero, ma che alternative sensate abbiamo?>>
<<Forse, giunti a questo punto, nessuna>> dissi con un filo di voce.
<<Non credere che io sia entusiasta della cosa. Anzi. Tuttavia mi rendo conto che se decidessimo di rifiutare potremmo pentircene amaramente.>>
Aveva ragione. E lo sapevo. <<Così sia.>>

Per alcuni istanti ci guardammo negli occhi in silenzio, ciascuno riflettendo sulle proprie preoccupazioni.
Poi ripresi io il filo del discorso. <<Come siamo rimasti d’accordo con il nostro amico dalla lunga cicatrice?>>
<<Abbiamo appuntamento tra una settimana nel nostro ufficio alle nove.>>
<<Mi ricordo, ma ti aveva anche lasciato un numero di cellulare, se non sbaglio?>>
<<Non mi ha lasciato nulla. Ho provato a chiederglielo ma lui mi ha risposto che non era necessario.>>
<<Capisco. Dunque dobbiamo aspettare fino al quindici maggio. Pazienza. Annette invece ci ha dato tempo fino ai primi del mese prossimo, giusto?>>
<<Esattamente.>>
<<Accidenti a lei. Senti, ti fermi per cena?>> gli chiesi quasi meccanicamente.
<<No, ti ringrazio. Sono un po’ sottosopra. Preferisco andare a casa a riposare.>>
Quasi mi sentii sollevato dalla sua risposta.
<<Ok Tony. Allora buona notte. Ci vediamo domani, e speriamo che questa settimana passi alla svelta. Una volta presa una decisione, odio le attese.>>
<<A chi lo dici. Buona notte Steve.>>
<<Buona notte.>> Lo salutai con una stanca alzata di mano.
Quella notte dormii un sonno rarefatto e agitato.

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