Quella notte crollai in un sonno senza sogni, frutto di tutto lo stress cui ero stato sottoposto nelle ultime settantadue ore.
Svegliarmi la mattina dopo, vivo e nel mio letto, mi parve un miracolo.
Mi resi conto di quanto la mia vita fosse stata appesa ad un filo che più volte aveva rischiato di spezzarsi, ed era rimasto intatto solo per delle fortunate casualità. O per volere del destino, come avrebbe detto mio figlio.
Sebbene la mia esistenza fosse stata risparmiata, tuttavia, dovevo ancora finire di stravolgerla, prendendo una decisione che avrebbe cambiato per sempre il mio futuro.
Ancora devastato dalla stanchezza accumulata, decisi che avrei rimandato ogni tipo di riflessione a dopo il dialogo con Tony. Data la rapidità con cui lui aveva deciso, pensai che forse avrebbe potuto darmi una mano a scegliere la mia destinazione.
Andai da lui verso le due del pomeriggio.
<<Entra>> mi urlò dopo che ebbi bussato, <<è aperto.>>
Evidentemente mi aveva visto arrivare.
Mi richiusi la porta, come sempre difettosa, alle spalle e lo raggiunsi in salotto.
Sebbene sempre martoriato, il suo volto appariva infinitamente più rilassato rispetto alla notte precedente. Evidente la sola idea di fuggire da tutto fu in grado di galvanizzarlo, laddove invece io ero ancora atterrito dalla prospettiva.
<<Allora Steve, mentre preparo qualcosa da mangiare accomodati e raccontami tutto. Sono curioso di sapere cos’è successo dopo che quei figli di puttana ti hanno portato via.>>
Con un sospiro mi sedetti ed iniziai la mia narrazione dall’inizio.
Le reazioni di Tony passarono dall’indignato allo sbalordito nel momento in cui gli rivelai che era stato Gregory a commissionarci il lavoro degli aerei.
Anche lui, come me, lo conosceva da una vita e stentò a credere che quell’uomo fosse un delinquente, e che ci avesse di fatto condannati a morte, dopo avere già causato la morte di Robert.
Ma fu ancora più sorpreso quando apprese il ruolo giocato da Annette nella vicenda. Quella parte del mio racconto lo fece ammutolire.
Venire a scoprire che lei era diventata l’amante di Gregory e che quest’ultimo l’aveva spinta a ricattarci lo fece letteralmente impallidire.
Terminai il mio racconto, amaramente divertito dal suo sbigottimento.
Quando ebbi cessato di parlare, tuttavia, toccò a me rimanere attonito, ascoltando la sua risposta.
<<È assurdo>> mi disse. <<Tutta questa storia ha dell’incredibile. Gregory un gangster, Robert assassinato e Annette una vittima di quel bastardo. Avremmo dovuto capirlo. Troppo sballata la sua pretesa nei nostri confronti, espressa da un momento all’altro. Poverina. E come se finire nel letto di chi le ha assassinato il marito non fosse stata per lei una pena sufficiente, ha anche perso la vita a causa di una banale sigaretta.>>
Un lampo attraversò il mio cervello. Un’illuminazione che mi colpì con la forza di un pugno sferrato in pieno volto, nel momento stesso in cui Tony concluse la frase.
<<L’hai ammazzata tu!>> gli dissi alzandomi di scatto dalla sedia.
<<Che cazzo dici?>> mi chiese, alzandosi a sua volta. <<Sei impazzito?>>
<<No, non sono impazzito, brutto figlio di puttana>> gli risposi alzando la voce. <<Io non ti ho parlato durante il mio racconto di come è morta Annette. E i giornali hanno detto che si è pensato ad un corto circuito. Gregory ha saputo la vera causa dell’incendio grazie ad alcune indagini che ha fatto condurre in privato, ma tu? Tu come cazzo facevi a saperlo?>>
<<Ascolta Tony, calmati, ok?>>
<<Io sono stufo di stare calmo. Se siamo usciti vivi da questa storia lo devi a me, quindi ora voglio la verità!>>
Lo vidi chinare le spalle in segno di rassegnazione. Il suo sguardo tuttavia si indurì quando mi parlò.
<<È vero, hai ragione Steve. L’ho uccisa io. Nel momento stesso in cui ci ha ricattati il mio odio nei suoi confronti ha iniziato a crescere. Quando ho deciso di ucciderla non ti ho detto nulla perché mi avevi già fatto capire che non mi avresti mai appoggiato. Io non potevo sapere che c’era Gregory dietro di lei. Volevo fargliela pagare. Inoltre…>>
Lo vidi esitare, incerto se proseguire nel suo discorso.
<<Inoltre?>> lo incalzai.
<<Beh, tutto sommato quei soldi mi facevano comodo.>>
<<Soldi?>> chiesi. <<Quali soldi?>>
<<Quelli che le abbiamo dato noi. Sapevo di una cassaforte che Robert aveva fatto costruire qualche anno fa. Me ne parlò una sera in cui aveva alzato un po’ il gomito raccontandomi di averla nascosta sotto il pavimento della cucina e rivelandomi la combinazione, ossia la data di nascita di sua moglie. Ero quasi certo di trovare lì dentro almeno una parte del mezzo milione che Annette è riuscita a estorcerci.>>
<<Dunque è questo il vero motivo per cui l’hai ammazzata. Per i soldi!>>
<<Beh, in primo luogo volevo vendicarmi. E poi, come hai avuto modo di scoprire ho accumulato un po’ di debiti in giro. Con quei soldi contavo di saldarli.>>
<<Dunque li hai trovati?>>
<<Non tutti, ma una buona parte sì.>>
<<Ma come hai fatto ad entrare in casa sua senza che lei se ne accorgesse?>>
<<Con il vecchio mazzo di chiavi di riserva che Robert teneva in ufficio. Ricordi?>>
<<Vagamente>> risposi.
<<Beh, ho usato quelle. Ho fatto piano. Annette dormiva profondamente. L’ho drogata con del cloroformio e ho iniziato a cercare la cassaforte, trovandola e aprendola in pochissimo tempo. Addirittura nei pressi del letto ho trovato anche la valigetta in cui erano contenuti i soldi quando glieli abbiamo consegnati.>>
<<E poi non te ne potevi semplicemente andare?>> chiesi indignato. <<Dovevi per forza ammazzarla?>>
<<Te l’ho già detto. Ero furioso con lei. Inoltre ho pensato che avrebbe potuto attribuire a noi il furto e saremmo stati punto e a capo. Così ho deciso di simulare un incidente, stando attento a non lasciare tracce, ed ho appiccato il fuoco mentre dormiva. Dopodiché sono fuggito con i soldi.>>
<<E non hai pensato all’avvocato di cui ci aveva parlato? A quello che sarebbe successo se Annette avesse veramente depositato dei documenti che ci incastravano?>>
<<Io ero sicuro che fosse un bluff.>>
Nel momento stesso in cui lo disse capii che mentiva. Abbassò lo sguardo in maniera inequivocabile.
<<Tu pensavi già di fuggire>> dissi, pronunciando ad alta voce la conclusione cui giunsi. <<Ecco perché quando sono rientrato dal Winsconsin avevi tutte quelle valige pronte e non ci hai pensato un istante quando Vattuone ci ha detto che dovevamo abbandonare New York. Tu avevi già progettato tutto. Non pensavi che Annette ci avesse mentito. Saresti scomparso con un milione di dollari, o quasi, fuggendo dai tuoi creditori e lasciando me nei guai.>>
Antony abbassò il capo, incapace di controbattere le mie accuse.
<<Perdonami.>> Fu l’unica parola che riuscì a dirmi.
Per me fu la classica goccia che fece traboccare il vaso. Mi sentii nuovamente tradito. Per la seconda volta nel giro di pochissime ore, mi ritrovai pugnalato alle spalle da qualcuno che ritenevo un amico

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GIOCATTOLI
Mistério / SuspenseTre uomini. Menti brillanti e fantasiose. Le loro creazioni sono giocattoli molto particolari. Che siano robot, autoveicoli, peluches o qualsiasi altra cosa, ciascuno dei loro prodotti è perfettamente in grado di uccidere. Quando un cliente misteri...