Una furia violenta e incontrollabile si impadronì di me. Emettendo una sorta di urlò, un misto di rabbia e dolore, colmai la distanza che mi separava da Antony e mi gettai su di lui, d’impulso, colpendo alla cieca.
Lo centrai con un pugno sul viso già martoriato, facendolo crollare a terra. Concentrai quindi su di lui lo sfogo di tutte le paure e le frustrazioni accumulate nei giorni precedenti sferrandogli dei violenti calci nello stomaco.
Mentre tentava di ripararsi dai miei colpi mi implorò di fermarmi, ma io continuai, sordo alle sue preghiere.
Nella foga, tuttavia, persi l’equilibrio e inciampai su di lui, finendo in terra a mia volta.
Tony approfittò della mia caduta per divincolarsi e trascinarsi lontano da me. Ma io non ero ancora sazio. Volevo colpirlo ancora. Mi rialzai per inseguirlo, ma mi trovai di fronte a un’amara sorpresa.
Raggiungendo un cassetto della cucina, il mio socio era riuscito ad aprirlo ed estrarre qualcosa dal suo interno.
E fu così che, per l’ennesima volta da quando quella storia aveva avuto inizio, mi ritrovai di fronte a una pistola.
<<Fermati>> mi disse tossendo e rialzandosi a fatica.
Mossi un passo in avanti.
<<Fermati ti ho detto.>>
Guardandolo negli occhi capii che faceva sul serio. Mi fermai.
<<Sei un dannato idiota Steve>> mi disse, sputando un grumo di sangue. <<Avremmo potuto uccidere Annette e fuggire insieme se tu non avessi voluto recitare a tutti i costi la parte del moralista. Invece no, tu sempre fedele ai tuoi principi. Sei un ipocrita! Ma forse meglio così. Sono convinto che a casa tua troverò altri soldi. Il che significa che farò una vita ancor più agiata di quel che pensavo.>>
Compresi il significato implicito di quelle parole.
<<Non vorrai mica ammazzarmi, brutto bastardo, io ti ho salvato la vita!>>
<<Per poi cercare di farmi fuori pochi istanti fa.>>
<<Non ti volevo uccidere>> urlai, conscio della piega drammatica che stava prendendo la situazione, <<volevo solo darti una lezione!>>
Per un attimo parve riflettere sulle mie parole. Abbassò la pistola di alcuni centimetri. Poi il suo sguardo si indurì. <<Mi dispiace amico>> disse. <<Non era così che volevo finisse.>>
Nel momento stesso in cui Tony rialzò la pistola, vidi un movimento alle sue spalle. Dalla porta della cucina entrò Vattuone, seguito da un paio di suoi uomini.
Pensai a un allucinazione.
Il boss ci osservò senza fiatare, dopodiché puntò la pistola in direzione del mio socio, senza dire una parola.
Tutto rallentò. Come in un film.
Qualcuno fece un rumore, forse Vattuone stesso. Tony lo udì e d’istinto si voltò, con la pistola in pugno.
Poi la sua testa esplose.
Io mi accasciai a terra con le gambe ridotte a gelatina e vomitai.
<<A quanto pare è proprio destino che tu viva, giocattolaio.>> disse Vattuone in piedi sopra di me. Eravamo venuti a portare il passaporto al tuo amico, e abbiamo trovato la porta aperta.>>
<<È difettosa>> dissi.
Dopodiché svenni.
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GIOCATTOLI
Mystery / ThrillerTre uomini. Menti brillanti e fantasiose. Le loro creazioni sono giocattoli molto particolari. Che siano robot, autoveicoli, peluches o qualsiasi altra cosa, ciascuno dei loro prodotti è perfettamente in grado di uccidere. Quando un cliente misteri...