CAPITOLO 30

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ATTENZIONE 🔞 : Questa storia contiene il linguaggio esplicito e scene forti e si consiglia una lettura consapevole e adeguata al genere.

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La luce notturna la infastidiva parecchio , serrò le palpebre più forte e trattenete il fiato a causa del dolore che la stava lacerando.

Lentamente si alzò dal letto e si avvicinò alla vetrata sopra quale vi poggiò le mani, intenta a fissare la città davanti a sé che non solo la ricordava la bellissima amicizia tra lei, Olivia e Natalie, ma anche il dolore e vuoto che la sua amica aveva lasciata due mesi fa.

Una lacrime le scese lungo la guancia e distolse lo sguardo, triste e addolorata prima di scoppiare in lacrime senza alcuna vergogna mettendo a nudo la sua fragilità. 

Si abbracciò il corpo e indietreggiò di colpo quando notò attraverso la vetrata una sagoma alta dietro alle sue spalle, immobile e silenziosa.

Assurdamente affascinante.

Deglutì e socchiuse gli occhi, sentendo una scarica di eccitazione colpirla tra le cosce ricordandola di come gli era offerta su un piatto d'argento, maledizione.

Non era disposta ad ammettere che stava provando il disagio per ciò che gli aveva detto, non sapeva neppure cosa le fosse passato per la testa quando avesse pronunciato quelle parole.

Era dannatamente in bilico tra lo scappare da lui per come la faceva sentire da una parte e dall'altra a chiedergli di scoparla ancora e ancora. 

«Sei nervosa, mhm?» Esclamò la voce profonda e sensuale dell'uomo, facendola trasalire.

«Cosa te lo fa pensare? » Replicò e asciugò velocemente le lacrime «L'istinto d'agente? » Si girò verso di lui e deglutì di fronte quell'uomo, bellissimo e tenebroso che se ne stava di fronte a lei, impassibile e attento a studiarla come un predatore tanto da risvegliare la sua libido. 

«Conosco il linguaggio del corpo, ragazzina e il tuo è fottutamente trasparente. »  Replicò e inclinò la testa a lato, facendo scorrere gli occhi blu lungo il suo corpo in una carezza lenta, soffermandosi sulle cosce coperte dalla sua cazzo di maglia «Tanto quanto la tua passera è bagnata e vogliosa di me» 

Aida spalancò gli occhi e indietreggiò con un rossore che si diffuse sul viso.  Il respiro diventò irregolare e il petto si sollevava e abbassava a un ritmo assai veloce. Tirò il fiato e abbassò le palpebre per sfuggire a tale verità e dal potere distruttivo del suo sguardo che vi era in grado a leggerla come se fosse un libro aperto. 

Il sicario le si avvicinò con atteggiamento da predatore e l'afferrò per il collo, sollevandola sulla punta dei piedi, obbligandola a guardalo negli occhi.  «Non fare la timida con me, bambolina non ti si addice, cazzo». La spinse indietro e la intrappolò tra lui e il vetro, la rigirò e la spinse con la guancia contro il vetro, facendola gemere di dolore mentre la teneva ferma e immobile per i fianchi fottutamente femminili e sensuali.

ALEXANADAR, LO ZAR DELLA RUSSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora