Prologo

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"Più tardi a volte è già troppo tardi."

San Francisco

6 maggio 2020

ore 16.00.

La St. Ignatius Church è gremita di gente rispettabile, per essere precisi ricconi che dalla vita hanno avuto più del necessario e visi pallidi, seri, come se stesse per iniziare una riunione di lavoro, un rito obbligatorio. Entro svelta e mi incammino verso la navata centrale di una chiesa che non avevo mai visto, imponente, che ti fa sollevare lo sguardo ed ammirare le volte dipinte.

Lì, al centro della navata, in prossimità dell'altare dove tra pochi minuti il prete inizierà la funzione, ecco la bara del signor Augustus Hill. È in legno scuro, pregiato, con decorazioni dorate ed elegante com'è stato lui in vita, aperta per metà per mostrare il volto dell'uomo per cui siamo tutti qui oggi, vestito del suo abito migliore, grigio scuro, con una cravatta blu con piccoli pallini azzurri, quasi impercettibili. I capelli grigi sono tirati indietro, il volto è stato leggermente truccato e appare rilassato, come se finalmente avesse trovato il riposo che merita.

Trovo un posto libero ed a passo svelto mi siedo accanto ad una donna sui cinquant'anni, alta, i capelli raccolti in una coda composta, come lei, un tailleur nero che la invecchia, tacchi vertiginosi ed una borsa che costa quanto la mia retta universitaria.

Ormai sono anni che vivo in questa città e dovrei essere abituata allo sfarzo, l'enorme ricchezza delle famiglie di queste parti, alle loro ville enormi, le domestiche, le auto di lusso, eppure per me i loro soldi sono come uno schiaffo in faccia alla mia quotidianità mediocre, alle rate della macchina di mia madre, al mio frigo il sabato sera quasi vuoto dopo una settimana stancante al campus dell'università ed un pessimo caffè che costa 4 dollari.

La cerimonia sta per cominciare ed io mi guardo intorno per la quantità di persone che continua, in maniera silenziosa, a riempire la sontuosa chiesa. L'occhio mi cade sulla prima fila: eccola la famiglia Hill.

A sinistra Axel, il figlio maggiore, al centro, avvolta negli abbracci dei due figli c'è la moglie, forse dovrei dire vedova Cassie Hill e a destra il secondo figlio Aaron.

Una A e un'H - le loro iniziali - sembrano essere le uniche cose che accomunano padre e figli, a parte forse l'obiettivo tramandato da 3 generazioni: quello di mandare avanti l'impero della Hill's tecnology.

Quando il signor Augustus è stato ritrovato esanime a terra nel suo studio, nessuno era pronto a dirgli addio. Era composto anche nel modo in cui si è lasciato andare alla vita, la giacca chiusa per un bottone, la cravatta dal nodo impeccabile, gli occhi castani rimasti aperti per lo shock del malore inaspettato che stava per mettere fine alla sua esistenza.

Infarto.

Questo è quello che hanno comunicato i giornali, allegando all'annuncio una sua foto in cui si mostrava sorridente.

Era un uomo sulla sessantina, energico, praticava jogging quando poteva ed aveva l'aria di chi cercava di vivere una vita semplice. I soldi non lo avevano cambiato, faceva beneficenza, non sperperava il denaro in auto di lusso, non ti guardava come se fossi una nullità e aveva vissuto seguendo sempre dei valori che però non era riuscito a trasmettere ai suoi figli o almeno non del tutto.

Per questo cercava ogni pretesto per passare del tempo con loro, a casa e sul lavoro, si ritagliava dei momenti di vita quotidiana per mostrare loro che i soldi non sono tutto ciò che hanno davvero. E a volte sembrava riuscirci, vedeva un barlume di speranza negli occhi verdi dei suoi due eredi, una scintilla che si spegneva appena entravano in un locale per fare serata o allo strisciare delle loro carte per acquisti folli e senza senso.

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