23 - Ti sono mancato, bambina mia?

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"Ci vogliono milioni di occasioni mancante per coglierne finalmente una" M. Bisotti 

Avete presente quando si ha la sensazione che le cose vadano finalmente per il verso giusto? Fino a pochi giorni fa la mia risposta sarebbe stata ovviamente negativa ed il solo pensiero che questa volta invece io possa rispondere con un "sì", mi fa tremare le gambe.

Quando mai le cose sono andate nel verso giusto?

Sono già pronta per una catastrofe imminente, mentre mi preparo per il colloquio ed indosso l'unico completo elegante che ho e che ho comprato ieri, ho raccolto i capelli in una spessa treccia e provato a fare una sottile linea di eye-liner per risaltare gli occhi.

Ce la posso fare, ce la posso fare.

Questo è il momento che tanto hai atteso, mi sono detta stamattina aprendo gli occhi. Il momento in cui esci finalmente dal tuo guscio ed affronti la vita semplice e vera di una ragazza normale di 25 anni che deve cercarsi un lavoro rispettabile.

Tutto sommato detta così, non sembra complicato, ma poiché la mia vita è costellata di sventure - e ricordiamocelo tante morti - sono sicura che presto accadrà qualcosa di oscuro.

El-love
Stendili tutti

Ecco il messaggio di Ellie che mi fa sorridere, al quale vorrei rispondere "Spero solo di non ammazzare nessuno", ma so che poi lei comincerebbe un pippone gigante su quanto io sia pessimista, quindi meglio evitare.

Ok ci siamo.

Do u'ultima occhiata attraverso il lungo specchio che abbiamo dietro alla porta e per un attimo ripenso allo sguardo di Axel quando ieri mi ha vista vestita così, ai nostri baci nel camerino, al suo sguardo carico di desiderio.

Gli scriverò dopo il colloquio, penso uscendo dalla camera.

Il cielo oggi è azzurrissimo e per quanto ami camminare, farmi tanti km con questi tacchi non è proprio il massimo, perciò attendo il bus alla solita fermata vicino ai cancelli di Stanford. Questi tacchi alti ed infernali potrebbero essere delle vere e proprie armi ora che ci penso.

L'autobus arriva in orario, portandomi dritta davanti alla sede dell'agenzia editoriale, in un quartiere altolocato di San Francisco, pieno zeppo di grattacieli. Mi sono chiesta tante volte se sarei mai stata in grado di unire la mia vita lavorativa a quella di becchina per il dio del morti e presumo che ora potrei davvero scoprirlo.

Il fatto è che... ho una brutta sensazione.

È quasi una settimana che non sento voci e quando tocco le persone non percepisco nulla, il vuoto assoluto e mi fa insospettire ancora di più.

E voi direte che allora me la cerco la rogna e che dovrei avere più fiducia nelle dee celtiche protettrici - di cui in realtà conosco molto poco - ma c'è qualcosa... qualcosa che mi dice che mi tornerà tutto indietro con gli interessi.

Stringo appena gli occhi, faccio un respiro profondo buttando fuori tutta l'aria che ho in corpo ed entro nell'enorme edificio che porta il nome dell'azienda. La hall è moderna e sembra un hotel di lusso, ad accogliermi dietro ad un lungo e curvo bancone, ci sono due signore sui 50 anni che, una volta controllato il mio nome in lista, mi indicano gli ascensori ed il piano esatto.

Si respira odore di pulito persino ovunque e l'ascensore è talmente lucido che potrei mangiare su una delle sue superfici. Arrivata al decimo piano, le porte si aprono proprio di fronte all'ingresso dello studio.

Before your touchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora