"Certe ombre del passato non svaniscono, ma si nascondono in attesa di riaffiorare."
Poco dopo avermi spezzato il cuore con un'affermazione che è già ben radicata nella mia testa, Eric va via e ci lascia finalmente soli.
Non c'è nessuno nel locale, solo io, solo Axel, che mi fissa.
Faccio un respiro profondo e mi avvicino al suo tavolo. Mi siedo dal suo stesso lato, vicini senza toccarci.
«Sono ancora un po' dispiaciuto per l'altra volta» il suo viso è vicino, l'alito che sa di fresco «Hai ragione Axel, mi dispiace, sono stata superficiale, una stronza» ma non lo guardo, sono impegnata a guardare la porta d'ingresso sperando che non entri nessuno «Lo fanno tutti. È molto facile giudicare, ma d'altronde non ti ho dato tante occasioni per conoscermi davvero» ed è la verità.
In fondo come avrei potuto immaginare un Axel diverso da quello che ha mostrato per anni ai giornali? Come avrei potuto scorgere il suo sguardo triste, la preoccupazione per il fratello, gli occhi lucidi quando si parla del padre, la sua voglia di liberarsi dalle apparenze?
«Rebeca... io non so nemmeno bene il motivo per cui ti sono sempre intorno» sembra un bambino che deve giustificarsi con la madre e a me viene da sorridere «Suppongo perché sono molto simpatica, soprattutto quando canto e stono» finalmente lo guardo divertita, cercando di alleggerire la tensione che c'è tra noi.
«Potresti essere una degna alleata di mio fratello. Mi farete impazzire» ma non credo che potrei realmente battere Aaron, lui è sul serio fuori di testa.
«Axel... la sera dell'aggressione, perché stavi guardando la mia posizione con il gps?» una domanda che non si aspettava, forse credeva fosse un capitolo chiuso, ma in verità questa curiosità mi è rimasta e non mi andava di chiederlo l'altra volta mentre eravamo presi dalla nostra cena intima. L'unico momento da quando lo conosco in cui siamo stati veramente rilassati e noi stessi.
«Sono abituato a farlo con Aaron per tenerlo d'occhio» ammette «e per curiosità ho controllato dove andassi tu quella sera. Per fortuna direi» si irrigidisce appena pensando a quello che sarebbe potuto succedere se non fosse stato per sua bravura con la tecnologia.
Annuisco, non mi va di tornare al momento in cui ho rischiato di... scuoto la testa per allontanare i miei pensieri e lui se ne accorge, tanto che mi appoggia la mano sulla coscia, come per rassicurarmi.
Il suo tocco mi provoca un brivido lungo la schiena e mi inchioda con i suoi occhi verdi, che oggi sembrano più limpidi che mai.
Le dita affusolate mi accarezzano piano, disegnando piccoli cerchi, senza però muoversi dallo stesso posto.
Restiamo in silenzio o saremmo costretti a dire troppo.
I busti leggermente girati per guardarci, i visi ormai vicini ed Axel schiude appena le labbra, il suo respiro caldo mi avvolge.
Cedo per prima, il silenzio mi ha sempre fatta sentire a disagio, ho bisogno di dire qualcosa, è sempre stato così per me. Ho così paura quando gli altri restano in silenzio, che parlo io a raffica, cercando di fare domande, aprendo mille argomenti diversi.
Se faccio così allora la gente non si annoierà della mia presenza.
«Axel...» ma lui non mi risponde, non stacca nemmeno un secondo lo sguardo e la sua mano comincia a muoversi piano verso l'interno coscia. Il grembiule fortunatamente copre la zona e almeno dalla vetrata accanto al tavolino i passanti non riusciranno a vedere nulla.
Credo di essere diventata ormai viola, il cuore potrebbe esplodere da un momento all'altro e non riesco più a dire nulla. Ogni parola è scomparsa dalla mia mente. Stringe piano, ormai vicino alla mia intimità e le mie gambe si chiudono appena per l'imbarazzo e per il luogo in cui siamo.

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Before your touch
Misteri / Thriller«Non voglio trascinarti nel mio oblio» «Finché saremo l'uno con l'altro, che importa se è buio?» Rebeca ha 25 anni e custodisce un segreto terribile: è una seguace del Dio dei morti. Ogni vita spezzata, ogni anima che tocca, pesa sempre di più sulla...