"Ogni frammento che offro è un rischio, ma anche l'unico modo per mostrare che persino tra le rovine c'è ancora qualcosa di me."
AXEL'S POV
Sfreccio verso casa felice come un ragazzino dopo il suo primo bacio. Non posso far a meno di passare la lingua sul labbro inferiore ancora una volta, sperando di sentire ancora il suo sapore.
Quando apro la porta d'ingresso, trovo mio fratello Aaron sul divano a guardare la partita dei Dodgers. Erano mesi che non lo vedevo a casa, in pigiama a godersi finalmente una serata tranquilla, da quando è morto nostro padre, per la precisione.
I Dodgers non sono semplicemente dei giocatori di una squadra di baseball, sono una cultura. A casa nostra sono sempre stati sacri, siamo fan sin da piccoli grazie alla passione che aveva nostro padre ed ogni occasione era buona per andare a vederli. Ci presentavamo allo stadio un'ora prima della partita con le nostre maglie personalizzate: tutte bianche con sulla schiena il cognome scritto con il blu brillante ed il rosso fuoco: i colori della squadra. Mio padre prendeva sempre una birra fredda mentre noi una coca cola a testa ed un tramezzino al prosciutto di cui ancora ricordo il sapore orrendo.
Darei tutto ciò che ho per assaporarlo ancora, per essere lì sugli spalti, mentre sudati ed emozionati intonavamo insieme agli altri decine di cori, fino a che la gola non bruciava.
Quando invece non potevamo andare a vederli, ci riunivamo sul divano tutti e tre, con popcorn, nachos e schifezze varie e passavamo la serata a commentare la partita, anche in malo modo.
Questo è uno dei ricordi più belli e allo stesso tempo dolorosi che ho di mio padre.
Mi sono ripromesso che, prima o poi, imparerò a gestire il suo ricordo senza rischiare di avere un attacco di panico, ma non è questo il momento.
Mentre sono sull'uscio di casa e sento una telecronaca così familiare alla tv, sento le gambe che potrebbero cedere da un momento all'altro e mi avvicino frettolosamente al divano, prima che sia troppo tardi.
Aaron mi vede arrivare e con ancora i popcorn in bocca mi dice: «Ei bro, siediti con me»
Sembra sereno, ma mio fratello è sempre stato più bravo di me a nascondere i suoi sentimenti e a rifugiarsi in cose come l'alcol, invece di buttare fuori tutta la sua rabbia.
Aaron ed Axel, due fratelli che hanno in comune solo le iniziali del nome, due opposti che cercano d'incastrarsi in ogni modo, due anime poco affini, che però non si respingono mai, ma anzi, cercano sempre il sollievo nelle braccia dell'altro.
Quando sono stato adottato, lui era troppo piccolo per ricordare il primo periodo, quello in cui non parlavo. Lo fissavo mentre era nella culla, cercavo di allontanarlo dai pericoli circostanti, anche se non lo sa o almeno credo.
La verità è che l'ho sempre adorato, anche se mi sbavava sulla felpa pulita, pure se da adolescente ho dovuto prendermi spesso la colpa per le sue stronzate, nonostante fossi un ragazzo tranquillo e pacifico. Per anni ho pensato che per lui fossi solamente un mezzo fratello, credevo mi considerasse un impostore che un giorno gli avrebbe soffiato il posto per la dirigenza dell'azienda di famiglia, finché non ho avuto il mio primo attacco di panico e tutto mi è stato chiaro.
Era già qualche anno che vivevo con gli Hill, Aaron ormai frequentava la mia stessa costosissima scuola privata e per lo più cercava di non farsi picchiare da quelli più grandi. Quel giorno avevo avuto una F al test di matematica e ricordo ancora le sensazioni di piccolezza e frustrazione che mi hanno invaso. La prima e ultima F della mia carriera scolastica, perché per me era inconcepibile che, dopo tutto quello che mi avevano dato i miei genitori in quegli anni, io non ricambiassi almeno con una carriera brillante e voti altissimi.
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Before your touch
Mystery / Thriller«Non voglio trascinarti nel mio oblio» «Finché saremo l'uno con l'altro, che importa se è buio?» Rebeca è una ragazza di 25 anni con un grande segreto: il suo tocco può mettere fine ad una vita. La sua è una vera maledizione che ha a che fare con Do...