"Quell'angolo di terra più degli altri, mi sorride" Orazio
Mi è sempre piaciuto rintanarmi in una biblioteca e praticamente è ciò che mi riesce meglio da quando ne ho memoria.
Il silenzio, la gente che finalmente sta zitta, l'odore delle pagine dei libri vecchi che annuso come se fossi una drogata, le copertine in rilievo ed antiche che giacciono sugli scaffali ed aspettano che qualcuno finalmente li spolveri.
Quando ho accettato il Master in giornalismo, oltre che non sapere cos'altro fare della mia vita, ho ammesso a me stessa che in realtà la lettura, più che la scrittura, è una mia grande passione.
Ho sempre letto di tutto, ogni genere attira la mia attenzione, anche perché leggere affievolisce - anche se solo per pochissimo - le voci nella nella mia testa.
Un giorno in auto ho sentito una canzone che faceva più o meno così:
"We live in cities you'll never see on screen
Not very pretty, but
We sure know how to run things
Livin' in ruins of a palace within my dreams..."
E questa è la sensazione ogni volta che tocco un libro, una delle poche positive, a parte gli abbracci di mia madre. Questa passione ha accentuato in me la necessità di capire cosa cavolo mi stava succedendo, perciò, se fino ai 17 anni ho finto con scarsi risultati di non sentire niente e di ignorare le voci intorno a me, dopo aver visto il mio primo fantasma, povero signor Quinn, mi sono detta "tanto peggio di così non può andarti" e ho cominciato a scavare in cerca di indizi.
Ogni pomeriggio mi sono recata nella San Francisco Public Library, un edificio pazzesco, praticamente una delle mie cose preferite qui in città.
L'edificio è piuttosto moderno, spazioso e quando varchi l'entrata non puoi far a meno di alzare gli occhi ed ammirare l'enorme cupola di vetro che sormonta l'atrio, dal quale si può guardare il cielo, che qui a San Francisco è tendenzialmente sereno per la maggior parte dell'anno.
La biblioteca è composta da quattro piani, collegati tra loro da scale eleganti e bianche ed ascensori panoramici grazie al quale puoi ammirare i palazzi circostanti, soprattutto quando, di sera, la città diventa un fittissimo reticolato di luci.
In fondo qualcosa mi piace di questa città, dai.
Ci sono tantissimi libri di ogni genere, ed ad ogni piano è riservata una grande sala dove poter leggere in pace, attrezzata con ampie scrivanie bianche, sedie in velluto verde per creare un certo contrasto, altri scaffali dove puoi lasciare il libro che stai momentaneamente leggendo. Ogni giorno è abbastanza affollata, soprattutto dagli studenti delle Università pubbliche, che al contrario di quelli di Stanford, non hanno a disposizione la biblioteca all'interno della loro struttura.
Questo luogo per me è una seconda casa, non che la mia sia così bella, anzi, è praticamente in un buco con una finestra che illumina appena la cucina ed un'altra nel bagno, in uno dei quartieri peggiori della città chiamato Tenderloin.
Malfamato, con piccoli negozietti dove si spaccia alla luce del sole e i ragazzi di appena 15 anni vanno a riscuotere somme di denaro in cambio di favori e protezione da altre bande. Io e mia madre non abbiamo avuto scelta: dovevamo risparmiare sull'affitto, così dopo che per un anno abbiamo cambiato 3 case perché non riuscivamo a dare tutti i soldi in tempo, abbiamo trovato questo appartamento al terzo piano senza ascensore, grazie ad un'amica di mia nonna, che ovviamente viveva con noi e partecipava come poteva alle spese. Praticamente non ho mai avuto bisogno di fare sport perché sono bastate le rampe di scale che ogni giorno facevo e le lunghe camminate per evadere da questo quartiere fatiscente.
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Before your touch
Mystery / Thriller«Non voglio trascinarti nel mio oblio» «Finché saremo l'uno con l'altro, che importa se è buio?» Rebeca è una ragazza di 25 anni con un grande segreto: il suo tocco può mettere fine ad una vita. La sua è una vera maledizione che ha a che fare con Do...