26 - Brucerei il mondo, se solo tu me lo chiedessi

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"Penso di avere paura di essere felice"

"Come puoi avere paura di una cosa del genere?"

"Perché quando sei felice, c'è sempre qualcosa che va storto." C. Schulz

🌶💥🔥
(In questo capitolo
è presente una scena
di sesso esplicita)

«Un attimo, arrivo!» Urlo dal bagno mentre qualcuno continua a bussare alla porta della camera intonando anche un ritmo musicale.

«Ma chi è che...» esclamo esasperata dopo l'ennesimo colpo e quando apro mi domando come abbia fatto a non capire che fosse il solito rompipalle di Aaron.
«Ti ho portato dei doni, bambolina, buongiorno!» Dice con voce sprezzante, la voce di uno troppo allegro per essere solo le 8 del mattino e questo mi fa venire il dubbio che possa aver assunto qualche droga come suo solito.
Con le mani sorregge una grande scatola blu circondata da un nastro di raso che termina in un elegante fiocco.

Lo guardo confusa e con un sorriso furbo si fa spazio per entrare «Cos'è questo?» Tocco con l'indice il bordo del pacco «Ok, bambola, ieri ero in giro con quel manzo di mio fratello che però non lo è mai quanto me e abbiamo visto in vetrina un vestito mozzafiato...» e prima che continui sono già una furia «Cosa? Aaron no, no no! Non ho bisogno di elemosinare abiti da voi» incrocio le braccia al petto come una bambina offesa «Rebeca non stai elemosinando nulla. Axel appena ha visto l'abito ha pensato che ti sarebbe piaciuto. Tutto qui» diventa serio, forse Axel gli ha accennato il mio rifiuto nel farmi pagare le cose «Almeno aprilo. Se non ti piace lo porto indietro» annuisco sbuffando e prendendo tra le dita l'estremità del fiocco blu, tirando piano.

Sollevo la parte superiore della scatola e lo vedo: un vestito azzurro, probabilmente di raso costosissimo che esposto alla luce del sole, sembra brillare. Poggiato sopra c'è una piccola busta che profuma di lavanda con all'interno un biglietto ruvido color avorio e un altro pezzo del puzzle. Sul retro della piccola reliquia è inciso il numero quindici.

Quindici giorni che Axel continua a mandarmi spicchi colorati che compongono pian piano un'immagine che ancora non mi è chiara. Leggo il bigliettino sotto gli occhi attenti di Aaron che solleva il sopracciglio divertito, mentre le mie gambe si fanno sempre più molli.

"Penserai come al solito che sia troppo, ma non lo è mai quando si tratta di te. Non vedo l'ora di vederti con quest'abito."

Prendo delicatamente il vestito, come se avessi paura di rovinarlo, mi posiziono davanti al lungo specchio e lo sovrappongo alla mia figura. La scollatura è molto ampia, romantica, di quelle che si vedono solo addosso alle protagoniste dei film, nel punto vita invece si apre una morbida gonna con un importante spacco. Decisamente più audace di quello che avrei mai pensato di indossare.

Ho le guance in fiamme e un calore mi invade il corpo, come se fossi avvolta dalle fiamme dell'inferno.

«È meraviglioso, Aaron.» Ho un luccichio negli occhi che non riesco a nascondere. «Chissà quanto sarà costato.» Stringo appena la stoffa sentendomi subito in debito, come la maggior parte delle volte in cui qualcuno ha osato farmi un mezzo regalo, prontamente rifiutato.

«Oh, ma smettila! Devi goderti un po' la vita, tu! Ti ha fatto un regalo, e allora? Siamo ricchi Rebeca, ricchi da far schifo e a volte non sappiamo nemmeno cosa farne di tutti quei soldi perciò smettila!» la sua faccia esasperata e a tratti divertita mi fa desistere dall'andare avanti con quella conversazione e semplicemente annuisco imbarazzata.

«Ora devo andare a lavoro.» Torno con i piedi per terra e lo spingo piano fuori dalla camera, lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia.

«Buon lavoro dolcezza, io andrò in biblioteca a cercare di memorizzare almeno due pagine del libro.» Nel dirlo si tocca il colletto della camicia come per vantarsi, ma subito lo gli riservo uno sguardo cupo.

Before your touch - Tocco mortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora