"I pezzi del nostro destino sembrano imperfetti, taglienti, ma inevitabili."
È pomeriggio, l'aria calda mi accarezza il viso e scompiglia i miei capelli ricci.
«Sei sicuro che funzionerà?» dico incerta, mentre mi tolgo le scarpe e resto a piedi nudi tra l'erba alta.
«Sicurissimo. Al mio tre urlerai come non hai mai fatto nella tua vita» comincia a contare lentamente.
1... 2... sento un macigno sul cuore, una scarica di paura mista a preoccupazione, 3...
Urlo.
Urlo così forte che la gola mi pizzica. Apro le braccia ed accolgo il vento che soffia nella mia direzione, mi chino leggermente per permettere all'aria nei polmoni di uscire con violenza, insieme alle mie urla strazianti.
Urlo per tutte le anime che ho preso, soprattutto quelle giovani. Urlo per la mia vita che non riesco ad amare e apprezzare.
Urlo perché ho pensato così tante volte di farla finita da averne vergogna.
«Così, brava, lascia andare tutto» mi grida Eric, mentre chiude gli occhi e si tuffa indietro atterrando sull'erba.
Siamo in mezzo al nulla assoluto, distese di verde incontaminato e papaveri sparsi. Quando me lo sono trovata all'ingresso di Stanford ho pensato fosse matto. "Salta su" mi aveva detto con la sua solita aria da teppista, ricavandone un irrimediabile dito medio.
Finché a convincermi è stata una sua frase: "Vuoi sentirti meglio? E allora sali in auto e smettila di fare la mocciosa."
Mi costa molto ammettere che è stata la migliore decisione dell'ultimo periodo. Non mi sentivo così bene, così libera da... da mai in realtà. Mentre urlo, mentre butto fuori tutto il mio dolore, sento ogni pezzetto della mia anima ricomporsi temporaneamente. Le lacrime scendono senza controllo, la voce ormai è rauca e finalmente smetto di urlare, accasciandomi affianco a lui.
«Grazie, è stato liberatorio» sorrido asciugandomi le guance «Sapevo che ti avrebbe aiutata» si gira su un fianco per guardarmi meglio. I nostri corpi sono vicini in un momento di assoluta intimità che mi fa sentire del tutto a mio agio.
«Lo fai spesso?» dico per rompere il silenzio come mio solito «Urlare? Spessissimo. Questo è decisamente il mio posto nel mondo» sussurra avvicinandosi al mio orecchio.
Il suo naso mi accarezza l'incavo del collo e mi irrigidisco appena.
«Rebeca, Rebeca» sussurra ancora sogghignando, così alzo un sopracciglio perplessa «Io e te potremmo essere tutto quello che desideri»
Ed ecco che la magia si spezza e ripiombo nella mia quotidianità di merda fatta di scelte e di cose che non posso avere. Mi alzo da terra e mi sistemo la maglia che si è leggermente arrotolata sul fianco.
«Dovrei tornare, ho un articolo da scrivere» dico freddamente ed Eric se ne accorge immediatamente cambiando anche lui espressione. Annuisce alzandosi e ci avviciniamo in totale silenzio alla sua auto parcheggiata poco distante.
«Ti accompagnerò ogni volta che vorrai tornarci» stavolta è lui ad annullare la distanza, a rompere quel muro di silenzio che sto cercando di costruire per non ferirlo, perché io so che non sceglierei lui. Il mio cuore lo sa e per quanto ci provi con tutta me stessa a non ascoltarlo, è lì che urla il suo nome.
«Non voglio creare false aspettative, Eric» stavolta lo guardo negli occhi, seria, decisa. Non posso permettermi di perdere una delle poche persone che capiscono come mi sento, ma non posso nemmeno fargli del male. Ma lui si rilassa sul sedile dell'auto e continuando a guardarmi mi fa un'occhiolino «Stai tranquilla, viene ferito solo chi un cuore ce l'ha» le mie labbra si stringono in una linea «E tu pensi di non averlo?» dico di getto «Non più. Ci ho rinunciato quando ho capito che al nostro caro dio dei morti non piacciono i sentimentalismi»
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Before your touch
Mystery / Thriller«Non voglio trascinarti nel mio oblio» «Finché saremo l'uno con l'altro, che importa se è buio?» Rebeca è una ragazza di 25 anni con un grande segreto: il suo tocco può mettere fine ad una vita. La sua è una vera maledizione che ha a che fare con Do...