CAPITOLO 52 - EXTREME

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Nella vita superano tante cose, ma non si dimentica mai niente.

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La visita di controllo fu lunga ed estenuante, ma finalmente avrebbe potuto lasciare l'ospedale. Ormai l'allarme tsunami era rientrato.

Takashi gli aveva portato degli abiti per potersi cambiare, dato che i suoi vestiti erano stati gettati via dagli infermieri perché totalmente strappati e inutilizzabili.

Dovette attendere il foglio di dimissioni che gli venne consegnato direttamente dal medico che lo aveva preso in carico e dopo aver ringraziato tutta l'equipe, si appoggiò al suo amico che lo sorresse per accompagnarlo fuori dove la madre li attendeva vicino a un taxi.

Man mano che il mezzo si addentrava per le strade, si vedeva solo la distruzione che lo tsunami e il maltempo avevano lasciato dietro di essi. Alberi sradicati, cartelli stradali spazzati via, case in rovina, auto completamente sommerse dall'acqua. Ma quello che a Izuku faceva male era vedere gli abitanti in strada che cercavano di salvare quei pochi ricordi e oggetti che rimanevano aiutandosi a vicenda dopo che la loro vita era stata distrutta in un batter d'occhio.

Giunti all'albergo lo scenario che si presentò era ancora peggio. La spiaggia era quasi del tutto sparita, inghiottita dall'acqua e anche dei pontili non rimaneva nulla.

Izuku guardò a lungo il mare che amava tanto e che ora era calmo, quasi piatto. Quella distesa d'acqua salata fino a qualche ora prima aveva scatenato la sua furia contro tutto quello che trovava lungo il suo tragitto, senza pietà.

Inko gli si avvicinò accarezzandogli la schiena.

- Tesoro, ho una buonissima notizia! Hanno ritrovato il bambino e ora è con sua madre. Per fortuna ha riportato solo qualche graffio e tanta paura. Non dimenticherà mai tutto questo. - Disse con mezzo sorriso.

Izuku era felice di sapere che quel piccolo ora era al sicuro tra le braccia della madre.

- Nessuno dimenticherà mamma! -

- Purtroppo hanno dovuto allestire una zona dove portare tutte le persone che non ce l'hanno fatta per consentire a eventuali parenti il riconoscimento.

Izuku spalancò gli occhi. Aveva sperato fino alla fine che non ci fossero vittime, anche se dentro di lui era consapevole che non sarebbe potuto accadere.

- Devo andare da Takashi. Abbiamo recuperato un corpo di un uomo ed è giusto che abbia una giusta sepoltura.- Disse Izuku con lo sguardo perso nel vuoto.

- Tesoro...-

Il telefono prese a suonare facendo sobbalzare Izuku che era perso nei suoi pensieri. Era Katsuki! Finalmente avrebbe potuto risentirlo a tranquillizzarlo che stava bene. Accese la video chiamata e si sedette a terra.

- Kacchan! - Disse con le lacrime agli occhi.

Era dannatamente felice di poter udire quella voce che tanto amava, ma sopratutto di vederlo. Dio, quanto era bello.

- Deku! Stai bene? Tua madre? Ho visto il notiziario e ho provato immediatamente a telefonarti, ma non si prendeva la linea. - Chiese tutto agitato Katsuki.

- Noi stiamo bene, Kacchan! Ma...è stato un inferno! Qui...è-è tutto distrutto. Molte persone sono gravemente ferite e altre invece...- Izuku scoppiò in un pianto liberatorio che si sentiva di fare solo con la persona che amava. Tutto il dolore, la paura, l'angoscia erano dentro a quelle lacrime e singhiozzi spezzati.

- Deku! Ti-ti prego, calmati. Dannazione! Vorrei tanto essere lì, ma tutti i voli sono stati cancellati. - Rispose Katsuki, triste.

Izuku spalancò gli occhi. Quindi non poteva ancora tornare a casa? Quando sarebbe finito quell'incubo?

PER COLPA DI UN'ONDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora