CAPITOLO 53 - KOOK

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Non abbatterti se le cose vanno male, la vita è maestra nei colpi di scena.

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Erano passati giorni da quando Inko era rientrata in Giappone e Izuku era rimasto a dare una mano agli sfollati assieme a molti altri surfisti e al suo amico Takashi.

Grazie alla generosità del proprietario del Resort, lui ed Eri alloggiavano in una delle tante stanze preparate per chi non aveva più dove andare.

Izuku si pulì le mani con uno straccio per poi andarsi a sciacquare il viso. L'unico momento di respiro era la sera, quando dopo cena e una doccia, chiamava sua madre e Katsuki.

Aveva deciso di tenere Eri con sé e affidarla alle cure dello staff dell'albergo nei momenti in cui lui non c'era. La bimba ne era in parte felice perché occupava il suo tempo imparando a cucinare, a pulire, a leggere e a tener compagnia alle persone che erano ormai sole. Ma appena Izuku rientrava gli si buttava a capofitto tra le braccia. Doveva tutto a quel ragazzo dai bellissimi occhi verdi e sinceri.

Anche se la stanchezza era davvero tanta, nessuno osava fare pause più lunghe del dovuto, poiché di lavoro da fare ce n'era parecchio e molte squadre di soccorso dei paesi vicini erano arrivate ad aiutarli.

Finalmente arrivò l'ora di pranzo e una cameriera del resort aveva preparato per tutti loro dei piatti abbondanti ed energici per riprendere le forze.

Izuku estrasse il telefono dal marsupio che aveva allacciato in vita e controllò messaggi e chiamate, trovandone ben dieci perse da Katsuki e quattro messaggi.

- Cavolo, con tutto il rumore che facciamo non l'ho proprio sentito. - Disse schiacciando il tasto verde per avviare la videochiamata e sedendosi su un cumulo di sabbia.

Ed eccolo lì, il suo biondo che gli faceva battere il cuore a mille e mozzare il fiato in gola con i suoi bellissimi rubini.

- Ciao Kacchan, perdonami, ma con tutto il frastuono dei macchinari non ho sentito il telefono. - Disse sorridendo.

- Ciao Deku, non importa. Stai bene?- Domandò il biondo passandosi una mano tra i capelli con fare nervoso.

Le ultime telefonate erano state parecchio strane. Sembrava che Katsuki fosse perenne freddo e distaccato nei suoi confronti anche se non ne capiva il perché.

- Stanco, ma va tutto bene. Oramai con tutte le squadre all'opera dovrebbe mancare davvero poco perché anche io faccia ritorno. -

- Non vedo l'ora Deku, ho...bisogno di parlare di persona con te! -  Gli occhi di Katsuki lo fissavano in modo indagatore, come alla ricerca di qualche dettaglio.

- È successo qualcosa? Mi devo preoccupare Kacchan? -

- Ah...no, ma tu torna al più presto, ok? - La voce del biondo era sporcata da un leggero tremolio nervoso.

Una mano si posò sulla spalla di Izuku, facendolo girare per controllare chi fosse. Era Takashi che gli chiedeva se pranzavano allo stesso tavolo e con molta serenità il verdino rispose di sì.

Quando tornò a osservare lo schermo del suo cellulare, però, notò che il viso di Katsuki era diventato serio e scuro.

- Katsuki, va tutto bene? - Domandò Izuku, preoccupato.

Katsuki non rispose immediatamente alla sua domanda, lo osservava con occhi quasi arrabbiati.

- È uno dei volontari che aiutano li? - Domandò a denti stretti il biondo.

Izuku spalancò gli occhi al tono secco di Katsuki.

- Diciamo di sì. -

- Cosa intendi con diciamo di , Deku? Mi è sembrato che ti conoscesse fin troppo bene! -

PER COLPA DI UN'ONDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora