CAPITOLO 42 - REEF BREAK

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Puoi fidarti di una persona che riesce a vedere queste tre cose in te...
Il dolore dietro al tuo sorriso,
L'amore dietro la tua rabbia,
Un motivo dietro al tuo silenzio.

🌊

Katsuki non sapeva che fare. Era un continuo camminare su e giù per la stanza d'albergo. Izuku ancora non era tornato e Dio solo sapeva quanti messaggi in segreteria gli aveva lasciato.

Perché aveva reagito così il verdino? Non era successo nulla e lui glielo voleva far capire. Stavano facendo sesso. Era normale farsi prendere la mano quando si desidera una persona.

Nonostante fosse tardi, decise ugualmente di ordinare la cena e farla portare in camera. Izuku avrebbe avuto fame, no? E lui avrebbe aspettato a mangiare.

Più guardava l'ora e più l'angoscia saliva. Tentò nuovamente di chiamarlo, ma, come per le altre volte, scattò immediatamente la segreteria telefonica. Se non fosse rientrato avrebbe contattato la polizia.

Un leggero bussare lo fece alzare dal letto dove si era seduto con la testa in mezzo alle gambe e le mani a torturarsi i capelli.

Corse immediatamente ad aprire con il cuore in gola, sperando di trovarsi davanti Izuku. Purtroppo era solo il cameriere che aveva portato la cena.

- Buonasera signore. Ecco a lei la cena che ha ordinato. Passerò più tardi con la frutta e il dolce. -

Katsuki ritirò il carrellino con le pietanze e ringraziò.

Andò a guardare fuori dalla finestra per vedere se intravedeva la sagoma di Izuku. Anche se fosse uscito a cercarlo, da dove avrebbe dovuto iniziare? Avrebbe potuto aver preso un taxi ed essersi spostato di chilometri, per quanto ne sapeva lui.

Un altro leggero picchiettio alla porta lo fece sussultare. Andò ad aprire per la seconda volta credendo fosse nuovamente il cameriere.

Lo stupore di trovarsi Izuku a testa china gli fece venire un groppo in gola.

- Deku! D-dove sei stato fino a ora? - Chiese con voce tremante Katsuki.

Il verdino non accennava al alzare il viso per guardarlo negli occhi.

- Deku! - Lo richiamò nuovamente Katsuki.

Finalmente il ragazzo che amava decise di guardarlo in faccia.

Katsuki si portò una mano al petto, all'altezza del cuore. Gli mancò il respiro a vedere quel viso tanto bello, sfigurato dal pianto. Gli occhi erano talmente gonfi e rossi che si faticava a vederne bene il colore.

- Perdonami Kacchan...- mormoró Izuku.

Era devastato. Ma perché? Cos'era successo che Katsuki non capiva?

Il biondo gli prese una mano e con calma lo fece entrare in camera. A quel contatto Izuku si ritrasse quasi immediatamente, lasciando a bocca aperta Katsuki.

Lo fece sedere sul letto e si inginocchiò davanti a lui.

- Deku...parlami, ti prego. Ero in pensiero per te. Dove sei stato? - Provò a chiedere dolcemente Katsuki.

Izuku si tormentava le mani in modo nervoso, tanto da costringere Katsuki a bloccarle con le sue.

- Ti prego Deku...voglio capire...ho bisogno di capire. -

Izuku non lo guardava, teneva lo sguardo basso e faceva saltellare su e giù la gamba destra con fare nervoso.

- Io...non voglio essere come lui, Kacchan...- Disse a bassa voce.

PER COLPA DI UN'ONDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora