Capitolo 133

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jane's pov

sarah si mise tra le mie gambe un po' imbarazzata, per ciò le chiesi nuovamente "sei sicura sarah?"
lei annuì e mi diede un bacio veloce.
ritornò nella stesa posizione e guardandomi negli occhi con il suo solito sorrisetto mi tolse le mutandine.

iniziò a baciarmi l'interno coscia e ad accarezzarmi finché non arrivò alla mia intimità, che baciò senza pensarci due volte.
tutto ciò continuando a mantenere il contatto visivo, potevo svenire da un momento all'altro.

"non mi guardare così" le dissi ridacchiando sentendomi in soggezione a causa del suo sguardo impossibile da reggere.

"mh e come ti guardo?" chiese sorridendomi,
feci per rispondere però mi subito due dita dentro la mia intimità.

"cazzo!" urlai improvvisamente.
"scusami ti ho fatto male?"
chiese preoccupata mettendo la mano libera sulla mia guancia ma continuando a muovere le dita dentro di me.

"oh no, assolutamente no, continua"
cercai di dire tra un sospiro e l'altro.

lei ridacchiò e si sporse verso di me per lasciare una scia di piccoli baci in tutto il mio corpo ormai spoglio.

dopodiché fece uscire le sue dita, si mise a cavalcioni su di me e le leccò.

ok sto in paradiso.

"cazzo sarah" sussurrai con l'affanno.

"dimmi amore" rispose stendendo il suo corpo al mio fianco.

"sei stata fantastica, come sempre"
lei sorrise e mi abbracciò.

cosa c'era più intimo di questo?

noi due, completamente spoglie su un letto con il mare difronte a noi, abbracciate, dandoci piccoli baci.

questo è sul serio il paradiso.

"mi sei mancata"
le dissi mentre in mente si ricapitolava quella vicenda in quel club che mi distrusse completamente.

"scusami per tutto"
aggiunsi girando il viso verso di lei.

ci guardammo negli occhi e lei si rimise a cavalcioni su di me.

"stai tranquilla, non preoccupiamoci più e viviamo il presente"
sussurrò accarezzandomi la guancia.

io annuì e sorrisi facendo unire le nostre labbra in un lungo e lento bacio.

ci assaporavamo piano, godendoci il momento.
le nostre lingue si attorcigliavano tra loro e ci staccavamo quando il fiato finiva.
continuammo così per un po' di tempo finché non decidemmo di dormire, chiudendo prima la porta.

unì la sua schiena al mio petto, la strinsi come non mai, come se avessi paura che lei scappasse.

le diedi l'ultimo bacio per poi sussurrarle
"ti amo ancora sarah"

Viole e violini (sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora