Mi svegliai con il suono leggero della pioggia che batteva contro la finestra. Ero ancora mezza addormentata, ma sentii i passi di Ethan che si muovevano in giro per la stanza. Quando aprii gli occhi, lo vidi già vestito, i capelli spettinati come sempre, ma con quell'aria sicura fastidiosamente rilassata.
"Buongiorno, Principessa." Disse con quel tono ironico che mi faceva venire voglia di lanciargli un cuscino in faccia.
"Ugh...basta, Ethan." borbottai, lanciandogli un cuscino.
"Ehi, non è colpa mia se sembri una Principessa anche appena sveglia," mi lanciò il cuscino che gli avevo lanciato, e mi alzò il dito medio, e feci lo stesso anche io. "Tua madre ha preparato la colazione, dovresti alzarti."
Non risposi, ma mi tirai giù dal letto. Nonostante tutto, c'era qualcosa di fastidiosamente affascinante in quel suo modo di comportarsi. Mi alzai, mi vestii in fretta e raggiunsi Ethan in cucina, dove li già sorseggiava il caffè come se fosse a casa sua.Dopo aver mangiato in silenzio, prendemmo le nostre cose e ci avviammo verso scuola.
Mentre camminavamo, io guardavo a terra, persa nei miei pensieri. Ed è proprio in quel momento che mi scontrai contro qualcuno. Alzai lo sguardo, sorpresa, e vidi un ragazzo alto con i capelli scuri, gli occhi neri e un sorriso amichevole. Non lo avevo mai visto prima, ma sembrava gentile.
"Scusa, non ti avevo vista." Disse il ragazzo con un sorriso, mentre si chinava per raccogliere i libri che mi erano caduti a terra.
"T-tutto bene, è colpa mia, non devi scusarti." Risposi io, prendendo i libri che mi aveva raccolto. "Grazie."
Prima che potesse dire altro, Ethan si avvicinò, e lo sentii irrigidirsi accanto a me.
"Va bene così." Disse Ethan al ragazzo con una voce che, sebbene calma, nascondeva una vena di irritazione. Afferrò la mia mano con una presa decisa e mi tirò via, allontanandomi dall'altro ragazzo.
"Ethan! Che cazzo fai! Lasciami andare!" lo rimproverai cercando di liberarmi dalla sua presa, ma Ethan non mi lasciò andare finché non fummo lontani.
"Quel tipo ti guardava come se ti conoscesse da anni." Disse, con tono leggermente accusatorio.
"Ti stai comportando come uno psicopatico!" scattai, fissandolo con rabbia. "Era solo un ragazzo gentile che mi ha aiutata! Non devi fare sempre il solito possessivo come se stessimo insieme!"
Ethan mi lanciò uno sguardo gelido, poi alzò le spalle. "Forse. Ma non mi piaceva come ti guardava."
"Non è una tua dannata decisione!" gli urlai contro, sentendo la rabbia crescere dentro di me. "Sei insopportabile, Ethan, Non puoi controllare tutto quello che faccio! Ti odio, ti odio e ti odio!"
Ci fissammo per un momento e per un attimo pensai che avrebbe detto qualcosa di veramente cattivo. Ma invece, scosse la testa con un sorriso amaro.
"Non sto cercando di controllarti, Emily." Disse con un tono più calmo, ma ancora carico di tensione. "Solo che...è complicato. Tu lo rendi complicato."
"Lo rendo complicato io? Se tu quello che si comporta come se avesse sempre qualcosa da dimostrare." Replicai, incrociando le braccia.
Ethan sospirò profondamente, poi fece un passo indietro, passandosi una mano fra i capelli.
"Forse, Ma c'è qualcosa che non cambierà mai, Emily." Disse, con il suo solito sorriso ironico. "Non lascerò che qualcuno ti ferisca, anche se quel qualcuno fossi io stesso."
Rimasi in silenzio, sorpresa dalle sue parole. Non mele aspettavo, non da lui. Prima che potessi dire qualcosa, però. Si girò einiziò ad allontanarsi.
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Rivals-passione
RomanceEmily ha sempre avuto un solo obiettivo: essere la migliore. In tutti i suoi anni al liceo, ha lavorato duramente per costruirsi una reputazione impeccabile come studentessa modello e leader della scuola. Con l'ultimo anno appena iniziato e la presi...