Sophia's Pov.
L'aria fredda del mattino mi pungeva le guance mentre camminavo a passo svelto verso la scuola. Era una di quelle giornate in cui il cielo sembrava troppo grigio anche per l'autunno, come se stesse trattenendo qualcosa, una pioggia o una tempesta che non voleva ancora scatenarsi. Ed è esattamente come mi sentivo dentro: carica di tensione, pronta a esplodere, ma trattenuta da qualcosa che non riuscivo a definire.
Gli ultimi giorni erano stati... complicati. O forse ero io a rendere tutto più complicato del necessario. Non riuscivo più a ignorare Lucas, e non sopportavo di doverlo affrontare ogni giorno, sapendo che la nostra storia – qualunque cosa fosse stata – era ormai una rovina. Ma c'era un'altra parte di me, quella più fragile, che voleva ancora combattere, che voleva crederci.
La scuola era piena di rumori: studenti che chiacchieravano nei corridoi, armadietti che sbattevano, insegnanti che urlavano ai ritardatari. Mi infilai tra la folla, cercando il mio armadietto, cercando di ignorare tutto e tutti.
Mentre lo aprivo, un profumo familiare mi colpì all'improvviso. Un mix di colonia e menta che conoscevo fin troppo bene. Lucas.
"Stai evitando di nuovo di parlarmi, Sophia?"
La sua voce profonda e sicura mi fece irrigidire. Alzai lo sguardo verso di lui, cercando di nascondere il panico che sentivo crescere dentro di me. "Non ho niente da dirti, Lucas."
"Eppure ti vedo sempre pronta a dire qualcosa quando litighiamo." Il suo sorriso ironico mi fece stringere i denti.
"Ti prego, lasciami in pace." Chiusi l'armadietto con uno scatto e mi voltai per andarmene, ma lui mi afferrò delicatamente per il polso. Non abbastanza forte da farmi male, ma sufficiente a bloccarmi.
"Sophia, dobbiamo parlare."
"E di cosa, esattamente? Di come hai rovinato tutto? O magari di come non riesci a lasciarmi andare?" Le parole mi uscivano come lame, più taglienti di quanto avessi intenzione.
I suoi occhi si incupirono, e per un attimo vidi qualcosa che somigliava al dolore. Ma non gli permisi di parlarmi di nuovo. Mi divincolai dalla sua presa e mi allontanai verso la classe.
Durante la lezione, cercai di concentrarmi, ma i pensieri continuavano a girarmi in testa come una spirale senza fine. Perché continuava a inseguirmi? Perché non potevo semplicemente odiarlo e andare avanti?
Il campanello suonò, interrompendo bruscamente la mia lotta interiore. Raccolsi i miei libri e uscii dalla classe, cercando un po' di tranquillità. Mi diressi verso il cortile, dove di solito riuscivo a ritrovare un minimo di pace.
Stavo per sedermi su una panchina quando una voce mi chiamò. "Sophia!"
Mi voltai di scatto, il cuore che mi batteva forte. Questa volta non era Lucas. Era Rebecca, la ragazza che sembrava godere di ogni mia piccola sconfitta. Non eravamo mai andate d'accordo, e sapevo che la sua presenza non portava mai niente di buono.
"Cosa vuoi, Rebecca?" chiesi, cercando di mantenere la voce calma.
Lei si avvicinò con quel suo sorrisetto arrogante, stringendo il telefono nella mano come se fosse un'arma. "Oh, niente di che... solo che pensavo ti sarebbe piaciuto sapere cosa dice la gente su di te ultimamente."
"Non mi interessa," risposi fredda, ma il mio stomaco si contorse.
"Ah, davvero?" Rebecca scrollò le spalle, facendo finta di credermi. Poi abbassò la voce, come per rendere la cosa più drammatica. "Beh, forse dovresti sapere che qualcuno ha deciso di mandare in giro un certo video. Sai, quello della festa della scorsa estate..."
Il mio sangue si gelò.
Di quale video stava parlando? Ero stata a quella festa, sì, ma non ricordavo nulla di così compromettente. Certo, avevo bevuto un po' troppo e...
"No, non c'è niente di cui preoccuparsi, giusto?" Rebecca continuò, osservando attentamente ogni mia reazione. "Voglio dire, immagino che Lucas sarebbe molto interessato a vedere il video. Sempre che non l'abbia già fatto..."
"Che cazzo vuoi dire?" sbottai, incapace di mantenere la calma.
Lei rise, un suono freddo e tagliente. "Oh, Sophia, dolce Sophia... Forse dovresti chiedere a Lucas. Lui sa sempre tutto, no?"
La guardai mentre si allontanava, lasciandomi lì, paralizzata. Il cuore mi batteva così forte che quasi non riuscivo a respirare.
Passai il resto della giornata in uno stato di ansia costante, evitando Lucas, evitando chiunque. Avevo bisogno di sapere di più, ma non volevo affrontare Rebecca di nuovo.
Quando finalmente arrivai a casa, chiusi la porta della mia stanza e mi accasciai sul letto. Presi il telefono e, con le mani tremanti, scrissi un messaggio a Lucas.
Io:"Dobbiamo parlare. Ora."
Non passarono nemmeno trenta secondi prima che rispondesse.
Lucas:"Finalmente. Ci vediamo al solito posto."
Il solito posto. Il parco vicino a scuola. Presi la giacca e uscii di casa, con la mente affollata di domande. Di cosa stava parlando Rebecca? E cosa c'entrava Lucas con tutto questo?
Quando arrivai, lui era già lì, appoggiato al tronco di un albero, con le mani infilate nelle tasche della giacca di pelle. Sembrava rilassato, ma i suoi occhi mi scrutavano con un'intensità che mi metteva a disagio.
"Allora?" dissi, cercando di mantenere la voce ferma. "Che cazzo sta succedendo?"
Lucas inclinò la testa, il suo solito sorrisetto beffardo sulle labbra. "Tu sai sempre come entrare nel vivo della questione, eh?"
"Rispondi, Lucas. C'è un video? Sai qualcosa?"
Il suo sorriso svanì, sostituito da un'espressione seria che non gli vedevo spesso. "Sophia... sì, c'è un video. Ma non so cosa ci sia di così interessante."
Il mio cuore perse un battito. "Quindi?"
Lucas fece un passo verso di me, abbassando la voce. "Significa che qualcuno sta giocando con te. E chiunque sia, vuole farti a pezzi."
Lo guardai, sconvolta, mentre il panico mi travolgeva. Chi poteva odiarmi a tal punto? E soprattutto... cosa diavolo c'era in quel video?
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Rivals-passione
RomanceEmily ha sempre avuto un solo obiettivo: essere la migliore. In tutti i suoi anni al liceo, ha lavorato duramente per costruirsi una reputazione impeccabile come studentessa modello e leader della scuola. Con l'ultimo anno appena iniziato e la presi...