Capitolo 24 - Un incontro inaspettato

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Era sera, il cielo scuro e l'aria fredda mi fece rabbrividire mentre uscivo di casa, stanca dopo un altro pomeriggio passato a litigare con Ethan. Avevo bisogno di un po' di tempo lontano da lui, lontano da tutto. Così, presi la giacca e uscii.

Persa nei miei pensieri, notai una figura più avanti, che camminava nella mia direzione. Quando gli fui abbastanza vicina, riconobbi il volto del ragazzo con cui mi ero scontrata qualche giorno fa. Mi ricordai subito quell'episodio, e anche di come Ethan l'aveva interrotto bruscamente. Non avevo occasione di parlarci di più.

Il ragazzo si fermò, e per un attimo ci guardammo negli occhi. I suoi capelli scuri I suoi occhi scuri, intensi, i suoi tatuaggi ,che quasi mi bloccarono per un istante. Non sapevo se fosse lui a riconoscermi o se fossi solo io a ricordare troppo bene quell'incontro.

"Ehi," disse lui con un mezzo sorriso. "Ci incontriamo di nuovo."

"Si sembra di si. Scusa ancora per l'altra volta, è stato...un po' caotico."

Rise leggermente, scrollando le spalle. "Non preoccuparti, capita. Anche se mi sembrava che stessi per dire qualcosa prima che arrivasse il tuo amico."

"Beh...non proprio. Eri di fretta?"

"Non proprio, stavo solo tornando a casa ma se non ti dispiace, potrei accompagnarti. Magari questa volta riusciamo a finire la conversazione."

Non potei fare a meno di sorridere. "Si, certo. Ma non penso di averti mai chiesto il nome..."

"Forse te lo dirò alla fine della passeggiata."

"Ah quindi è un mistero?"

Lui ridacchiò. "Qualcosa del genere. Chiamalo come vuoi."

Iniziammo a camminare fianco a fianco, e mi resi conto che, per la prima volta, mi sentivo tranquilla.

Camminammo lentamente, quasi come se nessuno di noi avesse fretta di arrivare da qualche parte. Il vento soffiava dolcemente tra i rami degli alberi, facendo cadere altre foglie arancioni e rosse sul marciapiede. Il ragazzo camminava accanto a me, con quel sorriso tranquillo che sembrava mettere tutti a proprio agio. Inclusa me.

"Quindi" iniziai, cercando di rompere il silenzio. "Hai intenzione di dirmi il tuo nome o devo continuare a chiamarti ' misterioso sconosciuto'?"

Rise scuotendo la testa.

"Misterioso sconosciuto non suona male, ma va bene, mi chiamo Lucas."

"Lucas." Ripetei, testando il nome sulle labbra. "Mi piace. Io sono Emily, anche se probabilmente lo sai già."

"Emily...si, lo sapevo."

Continuammo a chiacchierare così, passando da argomenti leggeri come i nostri cibi preferiti a discussioni più profonde, come le nostre ispirazioni per il futuro.

Scoprimmo di avere in comune più di quanto avrei mai pensato: entrambi eravamo appassionati di musica pop, amavamo leggere, e avevamo entrambi una strana fascinazione per le teorie del complotto.

"Quindi," disse lui a un certo punto, fermandosi davanti alla mia casa. "Non male per una passeggiata improvvisa."

"Si, è stata piacevole," ammisi "Non capita spesso."

Lucas tirò fuori il suo telefono e me lo porse. "Allora magari la prossima volta non dobbiamo incontrarci per caso."
Esitai solo un attimo prima di prendere il suo telefono e digitare il mio numero. Poi lui fece lo stesso con il mio cellulare. "Perfetto, ora non hai più scuse per evitarmi."

Sorrisi. "Non mi nascondo da nessuno"

"Sarà divertente scoprirlo," rispose Lucas, facendomi l'occhiolino. "Buonanotte, Emily."

"Buonanotte Lucas."

Lo guardai allontanarsi fino a quando non scomparve dietro l'angolo della strada. Rientrai in casa con un misto di emozioni che non riuscivo a definire. Chi era veramente Lucas? E perché sembrava così diverso dagli altri?

Una cosa era certa: le cose stavano molto piùcomplicate

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