capitolo 96 - Corde e Connessioni

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Lexa's Pov


La chitarra è sempre stata il mio rifugio, la mia via di fuga. Da quando avevo sette anni, quando per la prima volta ne ho sfiorato le corde, è diventata parte di me, come un'estensione della mia anima. E oggi, finalmente, era arrivato il momento di fare un upgrade.

Entrai nel negozio di strumenti musicali con un obiettivo chiaro: comprare una nuova chitarra elettrica. Le luci soffuse del negozio illuminavano le file di strumenti appesi alle pareti, ognuno di loro sembrava chiamarmi, ma io sapevo già quale avrei scelto. L'avevo vista settimane fa, una Fender Stratocaster color crema con finiture dorate. Un sogno.

"Posso aiutarti?" mi chiese il commesso, un ragazzo con i capelli spettinati e un'aria da chitarrista mancato.

"Sì, prendo quella." Indicai la chitarra con decisione, senza esitazione.

Mentre il ragazzo preparava la custodia e mi consegnava il mio nuovo gioiello, la mia mente vagava altrove. Nick. Era da ieri sera che non riuscivo a smettere di pensare a lui. A quel sorriso sfacciato, al modo in cui mi aveva fermata per strada, e soprattutto a quel messaggio improvviso che mi aveva lasciata senza parole.

Ritornai a casa con la chitarra sulle spalle, ancora persa nei miei pensieri. Quando chiusi la porta della mia stanza, mi sentii finalmente a casa. Sistemai la chitarra sul letto e iniziai a prepararla, accordandola con calma, quasi con reverenza. Ogni corda era una storia da raccontare, ogni nota un pezzo di me.

Mi sedetti sulla sedia davanti alla finestra, con la luce del tramonto che filtrava dalle tende, e iniziai a suonare. Le prime note di Lobster di RJ Pasin riempirono la stanza. Era un pezzo su cui lavoravo da anni, un mix complesso di tecnica e passione. Le mie dita scivolavano con naturalezza sulle corde, mentre la musica prendeva vita.

Quando finii, una sensazione di soddisfazione mi invase. Era come se avessi raggiunto un nuovo traguardo, qualcosa di cui andare davvero fiera. Ma proprio mentre stavo riponendo la chitarra nella custodia, il telefono vibrò.

Un messaggio.

Nick: Da quanto suoni la chitarra? La suono anche io.

Mi sta...sentendo? 

Rimasi a fissare lo schermo per qualche secondo, sconvolta. Nick? Suonava la chitarra? Cercai di riprendermi in fretta e gli risposi.

Io: Da quando avevo sette anni. Tu?

La risposta non tardò ad arrivare.

Nick: Wow, sette anni? Io ho iniziato più tardi, a quattordici. Ma mi piacerebbe sentirti suonare.

Sentire me suonare? Sentii un'ondata di calore salire alle guance. Ma che cavolo, Lexa? È solo un messaggio. Respirai profondamente e cercai di mantenere la calma.

Io: Beh, ieri sera ti sei perso uno spettacolo, allora.

Lui rispose con una faccina che rideva.

Nick: Rimedia. Fammi un audio dove suoni qualcosa.

Per un momento, rimasi indecisa. Mandargli un audio? La mia mente andava avanti e indietro tra il desiderio di impressionarlo e la paura di sembrare ridicola. Alla fine, però, la passione per la musica ebbe la meglio.

Accesi il registratore audio sul telefono, presi la chitarra e iniziai a suonare di nuovo Lobster. Stavolta mi concentrai ancora di più, mettendoci tutta l'anima. Non sbagliai una nota, le mani sembravano muoversi da sole. Quando finii, fermando la registrazione, il cuore mi batteva all'impazzata.

Glielo mandai prima di perdere il coraggio. Dopo pochi secondi, Nick rispose.

Nick: Wow. Sei incredibile. Questo me lo ascolterò prima di andare a dormire.

Sorrisi, incredula. Stavo per scrivere qualcosa, ma notai che il suo stato era cambiato: "Non in linea".

Abbassai il telefono e mi lasciai cadere all'indietro sul letto, con la chitarra ancora tra le mani. Non riuscivo a togliermi il sorriso dalla faccia. Nick... suonava la chitarra, come me. Era come se, per un attimo, qualcosa si fosse incastrato nel modo giusto, come una nota perfettamente intonata.

E mentre fissavo il soffitto della mia stanza, mi chiesi se anche lui fosse lì, sdraiato da qualche parte, con le cuffie nelle orecchie, ad ascoltare il mio audio.

Un pensiero che, stranamente, mi fece sentire meno sola.

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