Arrivati al McDonald's Lucas parcheggiò di fronte all'insegna luminosa e si girò verso di noi con un sorriso da soddisfatto, capii che non avevamo scelta. Non che mi importasse davvero: era una di quelle serate in cui tutto scorreva senza un piano preciso, e in un modo o nell'altro, ti lasciavi semplicemente trasportare.
Eppure, mentre gli altri scherzavano e ridevano, io non riuscivo a smettere di pensare. A cosa, non ne avevo idea. Forse a Ethan, al modo in cui mi aveva toccata prima in macchina. O forse alla mia vita in generale. Alla fine, decisi di lasciar perdere quei pensieri e seguire il gruppo dentro.
Il McDonald's era quasi vuoto, com'era normale a quell'ora. Un paio di ragazzi stavano seduti su un tavolo nell'angolo, intenti a guardare qualcosa sul telefono, e il personale sembrava stanco, ma ci accolse comunque con un sorriso.
"Ok, che prendiamo?" chiese Lucas, girandosi verso di noi mentre era già in fila.
"Sono affamata, voglio un Big Mac," disse Lexa, appoggiandosi al bancone con un'aria esasperata.
Sophia alzò una mano. "Anche io! E le patatine grandi."
"Io prendo un McChicken," aggiunse Jake.
Mentre tutti elencavano le loro scelte, io rimasi in silenzio. Ethan mi lanciò un'occhiata di lato. "Tu non prendi niente?"
"Non lo so..." risposi, stringendomi nelle spalle.
"Almeno qualcosa da bere," insistette.
Alla fine annuii. "Ok, una Coca-Cola."
Lucas ordinò per tutti, e una volta che ci portarono i vassoi carichi di cibo, ci sedemmo intorno a un grande tavolo vicino alla finestra. Sophia e Lexa si misero da un lato, Lucas e Jake dall'altro, mentre io mi sedetti accanto a Ethan, cercando di non pensarci troppo.
Gli altri iniziarono a chiacchierare e scherzare subito, ma io mi appoggiai al tavolo, con le braccia incrociate e la testa piegata sopra di esse. Sentivo freddo, nonostante la temperatura nel locale fosse tutto tranne che gelida.
"Emily, stai bene?" mi chiese Lexa ad un certo punto, fermandosi a metà di una risata.
Sollevai leggermente la testa e accennai un sorriso. "Sì, sto bene. Solo un po' stanca."
"Ti ci vuole cibo," intervenne Lucas, indicandomi con una patatina.
"E magari qualcuno che la scaldi," aggiunse Sophia con un sorrisetto malizioso, facendo alzare gli occhi al cielo a Ethan.
"Oh, piantala," disse lui, scuotendo la testa.
"Beh, è vero!" rise Sophia, guardandomi con un'aria complice.
Cercai di ignorare i loro commenti, ma sentivo il sangue salirmi alle guance. Non volevo pensare a quello che Sophia stava insinuando, soprattutto non con Ethan seduto accanto a me.
Quando il cibo arrivò, tutti si zittirono per un momento, troppo impegnati a mangiare. Io sorseggiavo lentamente la mia Coca-Cola, osservando il resto del gruppo. C'era qualcosa di stranamente confortante nel modo in cui ridevano e si prendevano in giro, come se non avessero un solo problema al mondo.
Lucas stava raccontando una storia assurda su una partita di basket, gesticolando tanto che quasi rovesciò il suo frappè.
"Giuro, Bryan è saltato così in alto che pensavo stesse per prendere fuoco!" disse, facendo ridere tutti.
"Prendere fuoco? Lucas, non hai idea di come funzionano le cose," lo prese in giro Jake, scuotendo la testa.
"E tu non hai idea di come funziona il basket," ribatté Lucas con un sorrisetto.
"Ragazzi, basta parlare di basket!" esclamò Lexa, ridendo. "Non possiamo parlare di qualcosa di più interessante? Tipo... non so, gossip?"
Sophia si illuminò. "Oh, sì! Tipo, Emily, c'è qualcuno che ti piace?"
Quasi sputai la Coca-Cola. "Cosa? No, assolutamente no."
"Ma dai, non ci credo," disse Lexa, guardandomi con un sorrisetto.
"Non c'è niente da credere," insistetti, cercando di sembrare indifferente.
Sophia sembrava pronta a dire qualcosa, ma per fortuna Ethan intervenne. "Forse dovremmo lasciare Emily in pace, non vi pare?"
"Che cavaliere," commentò Lexa con un sorriso malizioso.
Ethan le lanciò uno sguardo di avvertimento. "Lexa, smettila."
Dopo aver finito di mangiare, nessuno sembrava pronto a tornare a casa. Lucas propose di fare un giro in città, e tutti accettammo senza pensarci due volte. Salimmo di nuovo in macchina, e stavolta Sophia e Lexa convinsero Lucas a fermarsi in una gelateria che miracolosamente era ancora aperta.
"Chi mangia un gelato a quest'ora?" chiese Ethan, guardando Sophia mentre ordinava un cono gigante.
"Le persone normali," rispose lei, facendo una linguaccia.
Ethan scosse la testa, ma sembrava divertito.
Ci sedemmo su una panchina fuori dalla gelateria, parlando del più e del meno mentre mangiavamo. Il tempo sembrava volare, e prima che ce ne rendessimo conto, erano già le quattro del mattino.
"Ok, adesso sono ufficialmente stanca," annunciò Lexa, sbadigliando.
"Sei vecchia," disse Lucas, ridendo.
"Tu sei un idiota," ribatté lei, lanciandogli un pezzo di biscotto.
Mentre gli altri continuavano a scherzare, io mi ritrovai a guardare Ethan. Stava seduto un po' più distante, con un'espressione che non riuscivo a decifrare. Quando si accorse che lo stavo guardando, mi sorrise leggermente.
Non sapevo cosa significasse quel sorriso, ma per qualche motivo mi fece sentire un po' più leggera.
Proprio quando stavamo per tornare in macchina, un gruppo di ragazzi si avvicinò. Erano rumorosi e sembravano un po' ubriachi. Uno di loro si avvicinò troppo a Sophia, iniziò a toccarla, e lei fece un passo indietro.
"Ehi, rilassati," disse Lucas, mettendosi tra lei e il ragazzo.
"Che c'è, amico? Non sto facendo niente," rispose l'altro con un sorriso provocatorio.
Ethan si avvicinò, con un'espressione seria. "Lasciala in pace. Lei è mia"
La tensione nell'aria era palpabile. Stavo per dire qualcosa, ma prima che potessi farlo, il ragazzo spinse Lucas.
"Ehi!" urlò Sophia, ma prima che la situazione potesse degenerare, Lucas tirò un pugno.
Tutto successe così in fretta che non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Lucas e il ragazzo erano ormai in una rissa, e gli altri si erano uniti per cercare di separarli.
Cercai di avvinarmi ma Ethan mi afferrò per il polso e mi tirò indietro. "Stai indietro," disse, con un tono che non ammetteva repliche.
Non sapevo cosa fare. Il cuore mi batteva all'impazzata, e potevo solo sperare che tutto finisse presto.
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Rivals-passione
RomantizmEmily ha sempre avuto un solo obiettivo: essere la migliore. In tutti i suoi anni al liceo, ha lavorato duramente per costruirsi una reputazione impeccabile come studentessa modello e leader della scuola. Con l'ultimo anno appena iniziato e la presi...