Le cuffie nelle orecchie mi isolano dal mondo mentre cammino verso casa. Le note di Candy di Doja Cat riempiono i miei pensieri, coprendo ogni rumore. È meglio così. Non voglio sentire niente. Non voglio pensare a niente.
Arrivo davanti alla porta di casa, spingo dentro la chiave e mi faccio spazio nel silenzio. Chiudo dietro di me e salgo le scale verso la mia stanza, ancora con il volume della musica al massimo.
Quando apro la porta, qualcosa cattura subito la mia attenzione.
Sul mio letto, in bella vista, ci sono altre rose.
Mi fermo di colpo. Il cuore accelera mentre mi avvicino. I petali sono freschi, morbidi, di un rosso intenso. C'è anche un biglietto, proprio come l'altra volta.
Per Emily.
Nient'altro.Alzo gli occhi e sospiro. Mr. Problemi colpisce ancora.
Le prendo e le poggio sulla scrivania, accanto alle altre che avevo già ricevuto. Sono troppe ormai. Faccio scorrere le dita sui petali, poi scuoto la testa.
"Stavolta no," mormoro tra me e me, come se parlassi con lui.
Mi siedo alla scrivania, cercando di ignorare le rose e tutto quello che rappresentano. Apro il quaderno, prendo una penna e comincio a studiare. Le formule di matematica si susseguono una dopo l'altra, i numeri scorrono davanti ai miei occhi, e per un po' riesco a distrarmi.
Tre ore dopo, chiudo finalmente il libro. Mi stendo sul letto, con la testa pesante, ma soddisfatta di aver finito. Accendo la lampada accanto al comodino, prendo il mio romanzo e comincio a leggere.
Ma non faccio nemmeno in tempo a finire il primo capitolo che un rumore mi fa sobbalzare.
Un colpo. Lieve, ma distinto.
Mi immobilizzo, il libro ancora tra le mani.
"Che diavolo..."
Un altro rumore, stavolta più forte.
Mi alzo dal letto, posando il libro con cautela. La luce soffusa della lampada mi fa compagnia mentre avanzo verso la finestra. Mi affaccio, guardando fuori nel buio.
E lo vedo.
Ethan.
È lì, appoggiato al muro del mio giardino, con le mani infilate nelle tasche dei jeans. La sua figura è illuminata appena dalla luce della luna, ma lo riconoscerei ovunque.
Sbatto le palpebre, incredula. "Cosa ci fa qui?"
Lui alza lo sguardo e mi vede. Un sorrisetto gli si forma sulle labbra, ma è uno di quei sorrisi che non promettono niente di buono.
Apro la finestra. "Ethan? Sei impazzito? Che ci fai qui?"
"Allora scendi, Em. È importante."
Rimango a fissarlo per qualche secondo. È sempre così. Ethan e i suoi modi enigmatici, la sua capacità di spuntare dal nulla e stravolgere ogni cosa.
"No. Dimmi da lì."
"Non lo faccio. Scendi."
Esito. Ma alla fine prendo un respiro profondo, infilo le scarpe e scendo le scale. Quando apro la porta sul retro, lui è già lì, più vicino di quanto mi aspettassi.
"Che vuoi?" chiedo, incrociando le braccia.
Lui mi guarda per un lungo momento, e poi risponde: "Non smetto di pensare a oggi."
Il mio cuore perde un colpo. "Che vuoi dire?"
"Nel corridoio. Quando stavi male. E... tutto il resto."
"Ethan, non è il momento."
"Certo che lo è. Voglio sapere cosa succede nella tua testa, Emily. Voglio capire."
Rimango zitta. Le sue parole mi colpiscono più di quanto vorrei ammettere. Ma non posso permettergli di avvicinarsi di nuovo.
"Non c'è niente da capire," dico, stringendo le braccia intorno a me. "Tu fai sempre così, Ethan. Ti avvicini, fai un casino, e poi sparisci. Io non... io non posso più farlo."
Lui scuote la testa, come se non gli importasse delle mie parole. Fa un passo verso di me, e istintivamente indietreggio.
"Emily..." Il suo tono è basso, quasi un sussurro. "Non sto giocando. Stavolta no."
Non so cosa dire. La mia mente è un caos totale. Lui mi guarda negli occhi, e per un attimo penso che potrebbe avvicinarsi ancora di più.
Ma invece si ferma. Si mette le mani tra i capelli, frustrato.
"C'è qualcosa in te, Em," dice infine. "Qualcosa che non riesco a togliermi dalla testa. E odio ammetterlo."
Quelle parole mi lasciano senza fiato.
Non risposi.
Mi limitai a sbuffare.
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Rivals-passione
RomanceEmily ha sempre avuto un solo obiettivo: essere la migliore. In tutti i suoi anni al liceo, ha lavorato duramente per costruirsi una reputazione impeccabile come studentessa modello e leader della scuola. Con l'ultimo anno appena iniziato e la presi...