capitolo 68 - Il peso del tradimento

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Quando esco dalla stanza insieme a Lexa e Sophia, sento il bisogno di allontanarmi un attimo da tutta questa folla, dalla musica assordante, dalle luci intermittenti. Dico loro che ho bisogno di andare in bagno e mi faccio largo tra la gente.

Spingo la porta del bagno e la scena che mi si presenta mi lascia senza parole: Bryan e Rebecca, stretti l'uno all'altra, le loro labbra che si incontrano senza nessun tentativo di nascondersi. Sento il cuore che mi esplode nel petto, la gola si stringe, ma l'adrenalina mi fa fare un passo avanti. Inizio a battere le mani, in un applauso sarcastico, e il rumore li fa sobbalzare.

"Sei un gran pezzo di merda!" dico, e la mia voce risuona più alta e tagliente di quanto avessi pensato. I loro volti, colti alla sprovvista, si girano verso di me. "Stiamo insieme da una settimana e mezza e tu che fai? Mi tradisci già? Poi... con Rebecca? Seriamente?"

Bryan balbetta qualcosa, forse cerca una scusa, ma io non gli lascio il tempo. "Non provare più a rivolgermi la parola. Va' al diavolo, Bryan!"

Senza aspettare una risposta, scappo fuori dal bagno e poi fuori dalla festa, con le lacrime che mi scendono lungo il viso. Sento l'aria fresca colpirmi quando finalmente sono all'esterno, ma la testa mi gira e il cuore mi sembra sul punto di spezzarsi. Come ha potuto? Perché non l'ho visto arrivare?

Sto cercando di riprendere fiato quando sento una voce dietro di me. "Emily!" Mi giro e vedo Ethan, lo sguardo serio ma preoccupato mentre si avvicina a me.

"Che ti è successo?" mi chiede, mettendosi a pochi passi da me. Il suo tono è pacato, ma noto subito che cerca di trattenere qualcosa, come se avesse intuito più di quello che voglio ammettere.

Provo a dirlo senza esplodere di nuovo: "Bryan... Bryan mi ha tradita. Con Rebecca." La mia voce si spezza e abbasso lo sguardo, cercando di nascondere le lacrime. Ethan fa un passo avanti e mi guarda intensamente, ma non dice nulla. Solo scuote la testa come se fosse anche lui deluso, come se provasse rabbia per me.

"Non meritavi questo," dice finalmente, con una voce profonda e quasi dolce, mentre alza una mano e me la poggia delicatamente sulla spalla. "Sei troppo per uno come lui."

Sento il peso della sua mano sulla mia spalla, e per un attimo il mio dolore si allenta. Mi asciugo il viso e lo guardo, cercando di capire se è solo compassione o qualcosa di più.

Ethan mi guarda intensamente, poi abbassa lo sguardo per un istante prima di tornare a fissarmi. "Sai," dice sottovoce, con un sorriso appena accennato, "le persone forti come te non si spezzano per qualcuno come Bryan. Quello che hai dentro... è raro. Non lasciare che lui o nessun altro te lo tolga."

Mi ritrovo a guardarlo, stupita dalle sue parole. Lui non distoglie lo sguardo e aggiunge: "Sai cosa penso davvero? Tu meriti qualcuno che sappia guardarti e dire... 'Non sono mai stato così certo di qualcosa in vita mia.' Qualcuno che sarebbe un pazzo a lasciarti andare."

Le sue parole mi colpiscono come un pugno allo stomaco. Non è solo quello che dice, è il modo in cui lo dice, come se sapesse esattamente cosa provo, come se mi stesse facendo vedere qualcosa che non avevo mai considerato.

Per un momento rimaniamo in silenzio, avvolti solo dalla notte e dal rumore lontano della festa. Poi lui si avvicina un po' di più, ancora senza staccare gli occhi dai miei. "Emily, non sei sola. Forse non ti sei resa conto, ma... ci sono persone disposte a fare qualunque cosa per vederti felice. E io..." Si interrompe, sospira e sembra quasi che stia combattendo con le sue parole.

Io sono troppo scossa per parlare, ma la sua vicinanza e il calore della sua mano mi fanno sentire qualcosa che non avevo mai provato prima, come una specie di sicurezza.

Lui sorride leggermente e si scosta di un passo, come per lasciarmi respirare. "Sai, non è mai troppo tardi per capire chi merita davvero di starti accanto. Perché, fidati... chi sa quanto vali davvero, farebbe di tutto per dimostrartelo."

Ethan mi guarda, capendo al volo che la serata è ormai rovinata. Mi prende per mano, in silenzio, e mi dice con calma: "Andiamo via di qui."

Non trovo la forza di rispondere, così annuisco soltanto. Mi lascio guidare verso l'uscita della festa, stringendo la sua mano come se fosse l'unica cosa stabile in quel momento.

Arrivati fuori, Ethan mi accompagna alla sua macchina, apre la portiera per farmi salire e si assicura che io sia a mio agio prima di salire a sua volta. Durante il tragitto verso casa non parliamo, ma il silenzio non è scomodo; è quasi rassicurante, come se sapesse che ho bisogno di calma per rimettere insieme i pezzi.

Arriviamo sotto casa mia, ed Ethan spegne il motore, ma non accenna a scendere. Rimane in macchina con me, fissando un punto indefinito davanti a noi. Dopo un attimo, si volta, e i suoi occhi mi scrutano con quella profondità che mi disarma.

"Emily... mi dispiace," dice con sincerità.

La sua empatia mi colpisce e sento un nodo in gola. "Non riesco a credere che Bryan... che abbia fatto una cosa del genere," sussurro, abbassando lo sguardo.

Ethan si avvicina leggermente, appoggiando una mano sulla mia spalla. "Non lasciare che sia lui a definire quanto vali. Lui non sa cosa ha perso, ma io sì."

Quella frase mi colpisce, e per un attimo rimaniamo in silenzio, solo con i nostri respiri che si mescolano. Apro la portiera, pronta a scendere, ma prima di andarmene, lo guardo.

"Grazie, Ethan. Davvero," dico, trovando il coraggio di sorridere un po'.

Lui ricambia il sorriso e mi fa un cenno con la testa. "Per qualunque cosa, ci sono. Sempre."

Con quelle parole ancora nell'aria, mi avvio verso casa, sentendomi stranamente meno sola.

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