IL DOM E LA SUA SLAVE

42° CAPITOLO- IRINA UN INCUBO O FORSE NO?

IL GIONO DOPO ORE 22.00

Irina pov: Ero in questa casa da un quasi un mese e ancora no riuscivo a stare del tutto tranquilla dopo quello che era successo, lui incuteva timore, terrore direi forse quanto Max e questo non mi fece per niente tranquillizzare, la casa era circondata da guardie anche se sembrava mal ridotta, sembrava come se fosse in disuso ma in realtà non era cosi, dopo tutta una giornata a cercare disperatamente qualcosa da fare in questa specie di camera ed annoiata a morte finalmente senti la porta aprirsi, vidi Marco venire davanti a me lanciarmi quelli che sembravano dei vestiti e parlare << lavati e vestiti, usciamo>> ed usci senza neanche degnarmi di uno sguardo sbattendo la porta. << a volte mi chiedo se non sia borderline>> pensai. Ma dopo essermi ripresa da questi pensieri andai di corsa a lavarmi non prima di venire scortata da una guardia fino al bagno.

Marco pov: Dopo quella che mi è sembrata un eternità vidi Irina avvicinarsi a passi lenti come a non voler avvicinarsi e le dissi << che aspetti muoviti dobbiamo andare>> e cosi una volta detto ciò mi segui a passo svelto e andammo verso il night club bdsm più hard di tutta la zona, << lo ammetto l'avrei spaventata un po'>> pensai. Entrammo e quando vidi la sua espressione di terrore non potei essere più felice, cerano persone con fruste e canne di bambù, e cosi una volta nel vip mi rivolsi a lei e le dissi << conoscevi questo club?>> lei si girò di scatto e abbassando lo sguardo mi rispose << no Signore sinceramente non sono mai venuta in un posto come questo>> ed io risposi << capisco, bene seguimi>> e lei così fece, entrammo in una saletta privata con un palo di lappe dance, la osservavo, la vedevo rigida, lo leggevo dal linguaggio del suo corpo che ormai stavo imparando a conoscere, dopo parlai << balla al palo Irina forza>> lei spalancò gli occhi e iniziò a balbettare ma prima che iniziasse le dissi << ascolta da qualcosa devi pur iniziare, ascolta la musica e lasciati guidare, dai fammi vedere>> e lei così fece, si lasciò trasportare dalla musica, al inizio era rigida e faceva ridere perché i suoi movimenti erano rigidi e scoordinati ma dopo un'ora di pratica iniziava a farlo decentemente cosi feci un sorrisetto compiaciuto, <<avrei trovato il modo per fare dei soldi con la ragazzina in un modo o nel altro>> pensai.

Irina pov: Dopo un'ora di ballo al palo iniziava a piacermi, devo essere sincera non me lo sarei mai aspettata ma ballando ho svuotato la mente, non pensavo più al uomo che stava guardandomi e che mi aveva travolto la vita e neanche il timore che avevo di lui.

Marco pov: Dopo averla vista ballare ho capito cosa ne farò di lei ma prima devo parlarne con Max, cosi le dissi alla ragazzina di andare a casa e ci incamminammo, sinceramente al inizio avevo pensato un altro modo per divertirmi cioè quello di spaventarla facendole vedere pratiche bdsm ma già quando avevo visto la sua espressione una volta dentro al club mi sono reso conto che era bastato quello. Una volta a casa mi diressi nel mio studio e telefonai a Max e dopo un po' mi disse che sarebbe passato, cosi avvisai Irina e ci andammo a preparare per aspettare il loro arrivo.

UN ORA DOPO

Max pov: Dopo aver parlato con Marco dissi ad Erika di prepararsi e andammo da lui, ed ora ci trovavamo a casa sua a parlare nel suo ufficio con un bicchiere di vodka in mano << allora che ne pensi di quello che ti ho detto? La vuoi o no in uno dei club come ballerina? >> mi disse lui, io lo guardai dopo essere scoppiato a ridere e le dissi << caro amico temo che morirebbe prima di mettere anche solo un piede dentro uno dei miei club>> e lui mi rispose << Max ti ho detto solo come ballerina non altro e poi il profitto andrebbe a me ovviamente>> disse lui ed io le risposi e le dissi << e va bene accetto tanto a me non servono i soldi con le armi che stiamo vendendo in tutta la spagna ne ho a sufficienza, ma guai a te se fai casini con la ragazzina o ammazzi qualcuno per colpa sua, ho gente importante che va in questi club>> Marco mi guardò e mi fece l'occhiolino e mi disse << caro amico per chi mi hai preso>> e scoppiammo entrambi a ridere.