34° CAPITOLO- LEI O LA MAFIA?

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Il titolo di questo capitolo si riferisce ad Alyson e Mark ed a una scelta che dovranno prendere...



Antony petrov pov: Durante anni ho cresciuto Mark come una macchina spietata, fredda e assassina e quando ne ho avuto l'occasione mi sono alleato con Max Rinaldi per accrescere questo potere, questo impero che ho creato con tanto impegno e che un giorno passerà a lui. Cosi quando ho sentito che il capo mafioso della Spagna aveva una figlia non ho dubitato e le ho fatto una telefonata per stringere un'alleanza ancora più potente di quella che avevamo, lui accettò volentieri ed allora avvisai mio figlio Mark e mia moglie e ci

Incamminammo verso la villa Rinaldi, una volta arrivati aspettammo all'ingresso l'arrivo di Alyson degustando dei cocktail e scambiando qualche parola io con Max e mia moglie con Erika, sua moglie, devo dire che sono rimasto affascinato, ora so delle voci che ho sentito dire di quanto fosse bella Alyson, tutto merito della Signora della casa decisamente, già che è bella quanto lei. La cena già era servita, mangiamo tra convenevoli e complimenti e dopo aver finito la cena rivolgendomi a Max le dissi <<allora Signor Rinaldi come va col carico è tutto pronto? >>Lui mi lanciò un occhiataccia annuendo, lasciandomi intendere che questo non era il posto adatto per parlarne.

Max pov: Quando Antony iniziò a parlare del carico di armi che stavo preparando per essere spedito in Russia lo guardai in modo truce, facendole intendere che questo non era affatto il posto per parlarne, infatti subito dopo ci scusammo con le nostre donne e andammo nel mio ufficio, una volta al suo interno guardai il mio socio e molto severamente le dissi << come ti viene in mente di parlare dei miei affari davanti alle donne dannazione>> lui mi guardò restando rigido e nervoso, anche se no lo dava a vedere, io ero un ottimo osservatore e lo vedevo, abbassò il capo in segno di scuse ed io le feci un assenso facendole intendere che era tutto ok, anche se ''ok'' non c'era proprio nulla, di una cosa ero certo, ero nervoso e questo nervosismo solo una persona era capace di farmelo passare, lei, la mia donna la mia slave, cosi le feci uno squillo al telefono mentre ero ancora col mio socio e lei sicuramente si trovava in soggiorno e le dissi con tono autoritario, in tono dominante <<vieni nel mio ufficio, ora>> e chiusi la telefonata.

Antony Petrov pov: Una volta entrati insieme a Max nel suo ufficio per parlare del carico di armi che avevo in comune con lui, mi sistemai nella sedia di fronte alla sua scrivania e le dissi << allora che ne pensi del carico di armi, mi hanno detto che sono le armi migliori del mercato ma ci stavo riflettendo da giorni e ce un problema che dobbiamo risolvere, a quanto pare mancano armi>> le dissi tutto serio guardando ogni suo movimento e lui rispose << chiama a Judy, veditela con lui>> e giusto in quel momento un leggero bussare alla porta ha completamente distratto la sua attenzione, e quando vidi sua moglie entrare rimasi infastidito, come, prima mi dice di parlare in privato di questi argomenti e poi fa venire la moglie, cosi in un ringhio le dissi << mi spieghi che ci fa lei qui?>> lui mi guardò senza dire nulla scoccò le dita e la donna cascò a terra, non stavo capendo nulla. Ma lui mi guardò ed iniziò a parlare.

Max pov: Dopo che chiamai mia moglie, rimassimo a parlare del carico diretto a sud e mi stava informando che c'era un problema e di vedersela con un uomo della organizzazione Judy ma neanche il tempo di farlo finire di parlare che Erika entrò nel mio ufficio e disse << che posso fare per te caro?>> mi guardò come a dire che non poteva assumere atteggiamenti da sottomessa davanti al ospite ma no me ne importò minimamente, cosi scoccai le dita facendole capire in un tacito ordine che la volevo inginocchio, e lei cosi fece, Antony rimase a guardare la scena, mi guardò e mi disse << mi spieghi che ci fa lei qui?>> ed io le raccontai solo che non solo lei era mia moglie ma anche la mia sottomessa e a volte la trattavo come tale, ma che non di meno a questo lei doveva essere trattata da Signora. Cosi le dissi << Senti Antony come ti ho accennato poco fa, Erika non solo è mia moglie ma anche la mia sottomessa ma non ti azzardare minimamente a pensare che perché io la tratto così potrete farlo tutti, perché in primo luogo è mia moglie e le dovete rispetto chiaro?>> lui annui ancora sotto shock ed io continuai << bene allora, io ho voglia di rilassarmi e la mia slave conosce un modo molto bello per farlo vero tesoro? hai il permesso di parlare>> lei mi guardò e disse << si padrone>> la vidi avvicinarsi lentamente con un sorriso in volto, alzarsi e farmi un bel massaggio nelle spalle, una volta che ebbe finito ero completamente rilassato cosi le dissi << tesoro versami un whisky>> , lei fece un leggero assenso e dopo neanche due minuti ci vennero serviti due bicchieri di whisky sia a me che al signor Petrov. << Ora parliamo delle cose importanti caro Petrov>> dissi dopo essermi scolato il secondo bicchiere di whisky.

Antony Petrov pov: Dopo essermi goduto lo spettacolo della ubbidienza della moglie del mio socio e anche il migliore whisky scozzese che abbia mai assaggiato, iniziammo a parlare del vero motivo importante, << allora dimmi Rinaldi quando mettiamo data per il matrimonio? voglio che mio figlio si sposi al più presto con tua figlia, ma so anche che ha 16 anni quindi si dovrà aspettare ancora, che ne dici tra due anni per il suo compleanno?>> lo vidi sorridere e tendermi la mano per stringermela e disse << affare fatto amico mio, lascialo a me, i nostri ragazzi si sposeranno tra due anni in estate, sarà tutto pronto, ma forse è il caso di parlarne con loro e accennare il tutto non credi?>> e lui annui, cosi uscimmo dal suo ufficio e parlammo con i ragazzi.

Mark pov: Dopo aver finito la cena che devo dire sia andata molto meglio di quanto pensassi, io e Alyson restammo a parlare fuori in giardino e decidemmo che ci saremo fatti una passeggiata cosi dopo qualche minuto di silenzio le dissi <<Senti Alyson io non voglio sposarti per convenienza ok? ma perché sento che sei speciale, è vero forse non potrò mai amarti ma ti assicuro che sarai protetta e avrai più potere, ricchezza e comunque affetto, che ne dici facciamo funzionare questa unione?>> la vidi guardarmi con sguardo malizioso e arrogante.

Alyson pov: Rimasi ad ascoltare attentamente le parole di Mark, lui diceva che non mi avrebbe potuto dare amore, ma questo lo avremmo visto col tempo e sono sicura che potrà farlo e saremo felici, anche se lo conosco da qualche ora sento una connessione speciale con lui e cosi le risposi << anche io lo voglio Mark quindi si facciamo funzionare questo matrimonio, e ora torniamo dentro ho appena ricevuto un messaggio, ci attendono>> le sorrisi ed entrammo a casa dove otto occhi erano puntati su di noi. Sia i miei genitori che quelli di Mark <<ALLORA??>> e noi rispondemmo all'unisono <<CI SPOSIAMO, CI SCEGLIAMO NOI, E CREDIAMO IN QUESTA RELAZIONE>>

Max pov: Non ci posso credere dopo tutto lo schifo in cui viviamo per la prima volta vedo mi figlia con un uomo leale che so che si prenderà cura di lei, vedo i ragazzi così felici e non posso che essere contento per loro, questo matrimonio non solo darà più forza all'organizzazione ma anche più rispetto tra gli altri clan mafiosi, quindi riscuotendomi dai miei pensieri e puntando lo sguardo verso tutti dico << ci vuole un brindisi, forza brindiamo A NOI, ALLA MAFIA E ALLA FAMIGLIA >> e fecimo scontrare tutti i nostri calici in un brindisi pieno di promesse e felicità.

~Molte volte si pensa che la mafia ci toglie le persone a noi più care, e che sia un mondo crudele ma questa in realtà è la vita, e la verità è che ci fa crescere e ci fa diventare più forti e coraggiosi, pieni di quella forza che molte volte non sappiamo neanche di avere

~cit mary~

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IL DOM E LA SUA SLAVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora