21 - Ci proviamo insieme?

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È difficile salvarsi e non annegare, devi aggrapparti alla vita e alle cose belle che hai e col passare del tempo potrai aggrapparti di nuovo anche ai ricordi senza che questi ti facciano affondare

Eileen

Il dolore ha molte sfumature, può essere fisico o mentale e a volte quello mentale è così forte da infettare il corpo e diventare anche fisico.
Non mi resi conto della quantità di tempo che avevo speso seduta a gambe incrociate davanti ad un cumulo di terra, sapevo solo che avevano perfino smesso di farmi male le ginocchia, come se le fasi del lutto stessero colpendo tutte insieme il corpo invece del mio cuore fino a renderlo apatico.
Mi girava la testa per quanto avevo pianto, la felpa era zuppa di lacrime e il freddo della terra mi era entrato fin dentro le ossa.
Fissai la croce con il nome e la foto di mio padre così a lungo da non riuscire a vedere altro che bianco e lampi ai lati degli occhi.
Quando fissi per troppo tempo qualcosa sembra che lo spazio si dilati che la distanza si annulli ma in quel caso la distanza stava diminuendo tra me e una stupida foto e non con la persona che avrei voluto in carne ed ossa.
Dalla morte non si scappa ed ero abbastanza grande per saperlo, non esistevano frasi fatte che reggessero, abbracci che potessero tamponare il sangue che non riuscivo a far smettere di strabordare dal cuore.
Almeno così credevo...
<<Ehi bimba...>>
La sua voce gentile mi accarezzò il viso e non riuscii a far altro se non guardarla e distogliere lo sguardo dalla foto, tornarono gli altri colori, lentamente, uno ne chiamava un'altro, poi le forme e infine gli spazi.
Il mondo vero, fuori dal dolore, stava riprendendo forma.
La ragazza si sedette al mio fianco.
<<Angelo?>>
<<Sì, sono io>> rispose, la voce delicata <<da quanto tempo sei qui?>>
Guardai l'orologio al polso.
<<Dalle tre.>> erano le cinque.
Mi accarezzò la schiena, poi le trecce che mia madre mi aveva fatto di nuovo apposta per il funerale perché piacevano tanto a mio padre.
Ci fu un momento di silenzio prima che parlò di nuovo.
<<Io ho perso entrambi i genitori>> stava fissando la croce con lo sguardo perso in un ricordo <<e ti assicuro che farà male per sempre ma ti prometto che arriverà prima o poi un giorno in cui ti sveglierai e farà meno male.>>
La guardai e mi si strinse ancora di più il cuore, sapere che aveva provato quello che stavo provando io mi straziava e mi straziava ancora di più non essere potuta stare con lei come lei stava facendo con me.
Le accarezzai una mano.
<<Mi sembra di morire insieme a lui.>>
Mi toccai il petto che tornò a fare male come se qualcuno avesse deciso di pugnalarmi alle spalle, dritta al cuore.
Prontamente mi abbracciò e mise una mano sulla mia spingendo sulla cassa toracica come se questo potesse tenere insieme i frammenti.
In buona parte lo fece, scoppiai a piangere di nuovo aggrappandomi a lei e alla terra come un ancora.
Restammo così finché il pianto non si calmò e la stanchezza si impossessò di me.
Le poche ore che avevo dormito erano state grazie a Sam che non mi lasciava sola nemmeno una notte.
La ragazza si sollevò e io alzai lo sguardo.
<<È difficile salvarsi e non annegare, devi aggrapparti alla vita e alle cose belle che hai e col passare del tempo potrai aggrapparti di nuovo anche ai ricordi senza che questi ti facciano affondare.>>
<<È difficile.>> voltai lo sguardo verso la foto.
<<Lo so, andare via da qui è la parte più difficile, magari sono abbastanza forte da aiutarti>> mi porse la mano <<ci proviamo insieme?>>
Tornai a guardarla e annuii.
Poi le afferrai la mano e mi lasciai sollevare, si tolse la giacca mettendomela sulle spalle e mi prese in braccio.
Avvolsi le gambe attorno alla sua vita e nascosi il viso nell'incavo del suo collo, respirando il suo odore mi addormentai e mi sentii un briciolo meno pesante di prima.

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