7 - Farfalle nello stomaco

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Non essere sempre tu
ogni tanto prendi fiato,
lascia fare agli altri,
trova la pace.

Eileen

Il calore che emanava il corpo di Yanara era riuscito a rilassarmi, a cancellare la tensione dai muscoli come se non fosse mai esista, per questo era stato orribile il momento in cui si era staccata da me.

La voce di Malcolm ci fece tornare alla realtà.
<<Ecco dove eravate! >> esordì e mi rilassai capendo il motivo per cui la ragazza si era staccata. Moreen.

<<Tutto bene Eileen? >> mi chiese quest'ultima dopo essere comparsa silenziosamente da dietro suo marito.
Oh sì Moreen, tutto bene, ho solo ustionato la guancia di un coglione, sicuramente sono nella merda e sicuramente ne sarai già a conoscenza però sono rilassata.
<< Sì tutto bene>> risposi tenendo le considerazioni per me.
<<Mi è arrivata voce di quello che è successo>> disse alzando un sopracciglio e incrociando le braccia, come se bastasse quel gesto per mostrarmi tutto ciò a cui stava pensando.
<<Ti è arrivata la voce? >>chiesi ironicamente alzando un sopracciglio.
Ovviamente.
<<Beh sì, faccio parte del consiglio cosa ti aspetti? >> la sua risposta mi fece chiaramente capire le numerose difficoltà che aveva nel cogliere l'ironia.
O forse l'ironia non l'aggradava affatto.
<<So di aver sbagliato e ho scritto alla famiglia del cretin- di Vincent per chiedere scusa. Non voglio iniziare questo nuovo capitolo male >> dissi mordendomi l'interno guancia.
<<Ma cos'è successo? >> chiese sottovoce Yanara dietro di me abbassandosi appena per raggiungere il mio orecchio.
<< Magari dopo ti spiego>> sussurrai di rimando voltando appena la testa nella sua direzione.
<<Lo so e sono molto contenti di questo>> proseguì Moreen <<penso che presto ti risponderanno e vorranno vederti. In ogni caso dovrai imparare a controllarti e controllare i tuoi poteri>> la donna si avvicinó a me e nonostante mi intimorisse molto non staccai gli occhi dai suoi.
Non mi piaceva il modo in cui mi faceva sentire, non ero una ragazzina, non avevo bisogno e tantomeno voglia di essere rimproverata.
Commettere degli errori è umano, seguire l'istinto anche, soprattutto quando si è consapevoli di avere ragione ma un adulto sa anche quando fermarsi, conosce i limiti.
Anche perché se non avessi trattenuto la lingua mi avrebbero rispedita al mittente direttamente in un pacco.
<< Sì devo>> concordai con lei perché effettivamente non riuscivo a pensare di poter andare avanti in questo modo, facendo del male gratuitamente (anche se quella volta direi che di gratuito non c'era stato proprio niente) ma per lo meno ero riuscita a ricordare per la prima volta un'azione negativa che avevo compiuto.
La prima di tante, pensai anzi temetti.
<< Molto bene allora, direi che possiamo tornare dentro perché è quasi ora di cena e non vorrei per nessun motivo al mondo che il mio polpettone si raffreddasse. Yanara tu resti>> asserì Malcom serio per la prima volta.
<<Grazie per l'offerta ma non penso di poter...>>
<< La mia non era una domanda>> scoppiò a ridere e le fece cenno con la mano di sbrigarsi ad entrare.
Mi voltai per guardarla e un piccolo sorriso comparve nell'angolo della sua bocca mentre osservava marito e moglie entrare in casa.
Il sorriso di una persona consapevole di non avere scelta e che quella non scelta le faceva provare sentimenti contrastanti.
Forse era felice e agitata.
Forse intenerita e in panico per dover stare nella stessa stanza con Moreen.
Non avrei saputo dirlo con certezza.
Si accorse che la stavo guardando e stavo per giunta sorridendo quindi per evitare che io dicessi o chiedessi qualcosa mi mise una mano sulla schiena e mi spinse dentro.
Certo continuate pure a non rispondere alle mie mille domande, si stanno solo sommando le uno sulle altre, ma che importa giusto?
<<È ora di cena. Andiamo!>>
<< Ma Yan...>> sbuffai.
<<Shh. >> mi zittì risoluta.
<<No non mi zittire>> dissi e il mio stomaco brontolò.
<<Hai fame devi mangiare altrimenti sarà il tuo stomaco a parlare per te.>>
Sorrisi e ammisi che, in fin dei conti, aveva ragione, poi senza cibo in corpo tendevo a sragionare.
Iniziai a camminare verso la casa.
La sua mano non si staccò dalla mia schiena.

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