29 - La ribellione dentro e fuori

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Ci sono persone che ti vogliono
che però non ti desiderano
e persone che non sai di desiderare
che ti bramano.

Eileen

Sono una scema e forse ho davvero bisogno di una psicologa.
Perché ho visto Mael?
Io non ci posso credere, come guarderò Yan in faccia oggi?
Mi fingo malata.
Meglio! Mi fingo morta.
No dai...sarebbe troppo esagerato.
No, non avrei mai potuto farlo, riponevano fiducia in me e ci tenevo a conoscere le altre persone.
La sera prima avevo supplicato Vincent di venire a casa da me, non dovetti fare fatica perché in meno di cinque minuti era arrivato sotto casa, trafelato e sudato.
Era bello avere un amico così, sempre al mio fianco, sempre disposto a correre per me come io correrei per lui.
Era stato con me tutta la sera, ad un certo punto la madre lo aveva chiamato infuriata per sapere dove fosse finito, visto che era scomparso senza avvisare e gli disse che era da me, Satana si tramutò nella persona più felice del mondo, gli disse che avrebbe potuto stare fuori tutta la notte senza problemi.
E così fece, se ne andò via all'alba.

Mi alzai dal letto e corsi a farmi una doccia perché la sera prima non c'ero riuscita, non volevo liberarmi di quelle sensazioni, sentivo i baci di Yan ancora addosso e le sue labbra...
Aaah dannazione.
Non pensavo di poter finalmente avere la possibilità di lasciarmi andare e ovviamente rovinare tutto.
Mi misi davanti allo specchio guardando l'immagine riflessa, non ero un bello spettacolo, mi ero arrovellata così tanto quella notte che avevo due bellissime occhiaie.
Fu quando abbassai lo sguardo sul mio collo che mi tremarono le gambe, Yan aveva lasciato il segno in tutti i sensi.
Mi passai una mano sulla faccia arrabbiata con me stessa.
Presi il telefono e aprii la chat con Mael.

Io
Ti odio lo sai?

Rispose praticamente subito.

Mael
Perché piccola? Mi hai sognata?

La sentivo ghignare da dietro il telefono.
Quell'infame.

Io
Sei proprio una stronza.

Mael
Con Yanara è andata tanto male?

Io
Non sono affari tuoi.

Mael
Lo sono se non ti ha fatta stare bene.

Io
Lei è perfetta sei tu il problema.

Mael
E cosa avrei fatto?

Io
Compari sempre nei momenti sbagliati.

Mael
Ma io ero a casa, bella tranquilla e comoda, se sono comparsa nella tua mente abbiamo un problema diverso.

Io
Vorrei bloccarti.

Mael
Ti verrei a cercare e saresti comunque obbligata a parlarmi.

Io
Vorrei bloccarti nella vita reale infatti.

Mael
No piccola, non lo vuoi davvero.

Spensi il telefono e decisi che lasciarlo a casa, nascosto dentro l'armadio sarebbe stata la soluzione migliore.
Mi feci la doccia, indossai maglia e pantaloncini e uscii di fretta.
Poi però, una volta fuori casa, mi bloccai.
Oh cazzo.
Dove dovevo andare?
In effetti nessuno mi aveva dato informazioni a riguardo.

<<Finalmente! È mezz'ora che cerco di chiamarti si può sapere che fine hai fatto fare al telefono?>> Logan era leggermente infuriato mentre mi raggiungeva.
<<Diciamo che ho deciso di disintossicarmi dalla tecnologia per un giorno.>> risposi alzando le spalle <<mi dispiace non averti risposto oggi sono completamente fuori fase.>>
<<Si vede e poi hai due occhiaie enormi, cosa è successo? È andata male con Yan ieri?>> mi osservo preoccupato.
<<Guarda lasciamo perdere, sono una cretina.>> scossi la testa passando una mano sulla fronte.
<<No che non lo sei, ogni cosa ha una spiegazione e così anche qualsiasi cosa sia successa.>> mi passò un braccio attorno alle spalle e io sospirai.
<<Come faccio oggi? >> appoggiai la testa sulla sua spalla.
<<È semplice, le parli.>> lo fissai come se avesse appena risolto il problema della siccità nel mondo solo respirando.
<<Io ti voglio bene ma a volte dai proprio consigli di merda.>> ridemmo mentre ci inoltravamo nel bosco <<quindi mi stai portando nel bosco per uccidermi o abbiamo una destinazione? Perché in caso di omicidio vorrei avere la possibilità di un ultima chiamata.>>
<<No, non ti uccido ancora, sarebbe troppo semplice, tra poco dovremmo vedere Eva e Nara e sapremmo di essere arrivati.>>
Mi frenai di colpo.
<<Nono, ho cambiato idea, torno indietro.>> tentai di staccarmi da lui ma mi tenne stretta.
<<No tu vieni e affronti la situazione da uomo e di petto.>>
<<Sessista, Logan, molto sessista da parte tua.>>
<<Ma funzionale.>> mi fece l'occhiolino e in lontananza intravedemmo le altre due.
Sospirai convinta di dover fronteggiare il mal di stomaco incombente a testa alta.
<<Finalmente! Pensavamo non sareste più arrivati.>> Eva si avvicinò e baciò Logan.
<<Colpa di qualcuno che probabilmente ha dato fuoco al telefono.>> mi guardò male il ragazzo.
<<Il mio telefono sta benissimo, ha solo deciso di fare una breve vacanza.>> mi morsi l'interno guancia mentre parlavo.
<<In che senso?>> chiese Yan avvicinandosi a noi.
<<L'ho lasciato spento a casa, oggi solo natura.>> il telefono lo avevo in tasca, spento. Non volevo lasciarlo a casa perché se avessi avuto bisogno di scrivere a Vince qualcosa tipo "ti prego vienimi a salvare prima che io mi renda ridicola" volevo averne la possibilità.
Logan e Eva ci anticiparono incamminandosi sempre di più nel bosco.
<<Ehi principessa, come stai?>> si poteva dire tutto di Yan tranne che potesse arrossire quindi l'unica che sembrava si fosse ustionata la faccia ero io.
<<Sto bene dai.>> sorrisi appena.
<<No queste sono le risposte di cortesia, io voglio la verità.>> disse mentre ci incamminavamo.
<<Non so come sto, mi sento solo in imbarazzo.>> ammisi mordendomi l'interno guancia.
<<Ti penti di quello che è successo ieri?>> chiese di punto in bianco.
Le afferrai un braccio fermandola per avere un minimo di distanza dagli altri.
<<No assolutamente no, io...>> arrossii di nuovo <<non potrei mai pentirmene.>>
<<Sei davvero bella quando arrossisci.>> sorrise.
<<Smettila!>> mi coprii la faccia con una mano passandole davanti.
<<Fingiamo che non siano successe certe cose, ricordiamo solo le parti belle.>> mi accarezzò la schiena e io abbassai la mano.
<<Tu te ne penti?>> chiesi imitandola.
<<No ma avrei voluto fare le cose in modo diverso.>>
<<Beh...potrai sempre farlo.>> mi morsi il labbro.
<<Sì però con calma.>> infilò le mani nelle tasche dei pantaloni.
No, non voglio niente "con calma" vorrei che tu mi saltassi addosso nel bosco ancora.
<<Perché? Ti voglio, mi vuoi, perché dobbiamo aspettare?>> strinsi un lembo della sua maglia in una mano.
<<Perché non me la sento ora okay? Non è il momento giusto e non sei pronta.>> parlava con tranquillità e non sapevo se reputarlo un buon segno o meno.
Non sembrava un buon segno.
<<Se non te la senti tu, è un conto, ma non puoi parlare per me, io sono pronta. Cos'é che ti fa pensare il contrario?>> alzai la voce cercando di tenere le mani ferme lungo i fianchi altrimenti avrei cominciato a muoverle per aria sfogando la frustrazione e sarei sembrata terribilmente stupida.
<<Non lo so, magari perché non hai esperienza e non sei ancora sicura di cosa vuoi davvero.>>
Mi sta prendendo per una deficiente?
Che cazzo le prende?
Stavamo facendo un discorso assurdo, dopo tutto i momenti insieme avrebbe dovuto conoscermi e invece eccoci qui con la dimostrazione che evidentemente non mi conosceva affatto.
<<Mi credi una sprovveduta?>> chiesi a denti stretti.
Mi fissò seria senza rispondere, avevo comunque compreso il suo parere, allora mi voltai.
Se avessi potuto ringhiare senza sembrare una deficiente lo avrei fatto.
Lei mi chiamava ma io aumentai il passo fino a raggiungere un albero davanti al quale si erano fermati i nostri amici.
Finsi una faccia rilassata, incrociai le braccia e dedicai tutta la mia attenzione a loro due.
<<Questo è l'ingresso.>> spiegò Logan apparentemente ignaro di quello che era successo alle loro spalle e io cercai disperatamente di capire come quello potesse essere l'ingresso.
Era una grande quercia con un tronco enorme, probabilmente c'era una porta, un tasto, un incantesimo, qualcosa.
Eva appoggio una mano sul tronco e poco dopo si aprì una porta proprio nel tronco.
<<Pazzesco.>> dissi emozionata.
<<Solo i membri della ribellione possono aprire la porta e tu presto ne sarai uno.>> spiegò Eva.
<<Ne sono onorata.>> le strinsi una mano e poi la seguii all'interno.
Scendemmo di qualche piano attraverso una scala a chiocciola che terminò all'inizio di un lungo corridoio.
Alla fine del corridoio ci attendevano una serie di voci, alcune mi sembravano conosciute, altre mai sentite prima.
Quando entrai nella stanza infatti trovai una ventina di occhi che si puntarono su di noi.
Una voce acuta e felice si fece spazio tra le altre <<Finalmente l'avete portata!>> a parlare era Gladys, la proprietaria della pasticceria in centro, una donna sulla trentina con i capelli ricci neri che aveva la sfortuna di essere alta come me, quindi non abbastanza per darsi un tono ma era una donna cazzuta di natura perciò di quel tono non ne aveva bisogno.
<<Sì era il momento.>> rispose Logan sorridendo andando a salutare un paio di ragazzi biondi, due gemelli che riconobbi essere i camerieri di uno dei ristoranti del centro commerciale.
Evangelin invece aveva raggiunto un gruppo di cinque persone, tre donne adulte e due ragazzi che però non avevo mai visto.
Erano tutti seduti in cerchio su delle sedie di legno, la stanza non aveva finestre ma era affrescata su ogni lato e la pittura raffigurava il bosco sopra di noi alla perfezione.
Mi sedetti tra Yan e Eva con Yan che mi guardava di sottecchi e io che evitavo accuratamente di voltarmi nella sua direzione, mi bruciava lo stomaco al solo pensiero di averla accanto e di essermi lasciata andare il giorno prima come una scema con una persona che evidentemente mi credeva una cogliona.

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