4 - Yanara

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Quando una stagione lascia spazio ad un'altra il passaggio è graduale,
si abbracciano lentamente
e si scambiano il testimone lontano da occhi indiscreti.
Quando però le stagioni si scontrano,
il cambiamento diventa improvviso
terribile.
Eri così vicina che non ho resistito.
L'inverno voleva l'estate.
A tutti i costi.

Eileen

Macy inaspettatamente si voltò verso di me e mi abbracciò, venni travolta da una marea di capelli rossi che mi solleticarono il naso e che annegarono le mie domande riguardanti ciò che aveva appena detto.

<<Sono tanto felice che ti piaccia la stanza. >> disse aggiungendo un centinaio di "a" alla parola "tanto", così da far sembrare tutta la frase mille volte più dolce.

<<E io sono felice tu sia felice. Quindi se farò brutti sogni o non riuscirò a dormire potrò venire a bussare alla tua porta? >> le chiesi mentre mi staccai dal suo abbraccio prendendo sul serio la sua preoccupazione nei miei confronti.
<<Assolutamente sì e potrai dormire con me, ti proteggerò io non ti preoccupare ! >> esclamò felice mettendosi le mani sui fianchi sicura di se, poco dopo sentimmo bussare alla porta.
<< Scusate ragazze non volevo disturbarvi ma ti ho portato qui l'ultima valigia Eileen.>> disse mia madre entrando sorridente.
<<Grazie mamma. >> le sorrisi di rimando andandole in contro per prendere la valigia.
<<Dentro ti ho messo la spada di legno che ti aveva regalato tuo padre, ho immaginato che ti sarebbe potuta servire>> disse lanciando uno sguardo in direzione della bambina.
<<Come hai fatto a capirlo? >>sorrisi aprendo la valigia.
<<Sesto senso da madre direi e poi sapevo che Moreen aveva una figlia. >> osservammo entrambe la bambina.
<<Aia mistero svelato però così non c'è più magia>> dissi ridendo e lei rise con me.
<<Posso aiutarvi a sistemare? È molto bella la stanza. Sembra fatta su misura per te. >> osservò mia madre guardandosi intorno minuziosamente, come se stesse trovando una pecca, qualcosa di negativo.
<< Ovvio che puoi e hai ragione, è davvero molto bella ma casa mi mancherà sempre e comunque. >> mi addolcii con lei osservando la stanza, sembrava essersi tranquillizzata o forse si era abbandonata all'idea di lasciarmi lì, soprattutto e forse, dopo aver visto la cura con cui si erano occupati di tutto.
Mia madre, Macy e io abbiamo sistemato le cose per il resto della giornata, non mi sentivo ancora a casa ma per lo meno cercavo di non pensarci, di viverla come un avvenuta nonostante il perenne vuoto che sentivo nello stomaco.

Dopo pranzo Moreen consigliò a mia madre di ripartire, era previsto un temporale quella sera stessa e non era consigliabile viaggiare.
<<Mi dispiace dover partire così presto, questo posto sembra molto accogliente. >> disse mia madre mentre l'accompagnavo all'auto.
<< Spero che qualche volta ti lasceranno venire a trovarmi. >> sospirai aprendole la portiera.
<< Mi hanno consigliato di no ma comunque siamo nel ventunesimo secolo, abbiamo questi >> sollevò il suo cellulare << mi aspetto qualche messaggio almeno e farò il possibile per rivederti presto.>>
<<Anche più di qualche. >> sorrisi abbracciandola.
<< Non sarò tua madre di sangue ma ti ho cresciuta e sono comunque in pensiero, lo sarò sempre>> ricambiò stringendomi più forte.
<<Tu SEI mia madre in tutto e per tutto e poi lì con me non c'era nessun altro pronto a disinfettarmi le ginocchia quando cadevo ogni cinque minuti >> le ricordai sperando di farla sentire un pò meglio.
Le si riempirono gli occhi di lacrime e sorrise senza dire nulla.
Lo stesso feci io perché lo sapevamo, non era un "arrivederci", non era la fine di un capitolo e l'inizio di uno nuovo ma un "addio e se così non dovesse essere tanto meglio".
Il futuro non si poteva prevedere, inutile costruire castelli in aria quando questi sono a pezzi, i frammenti sparsi e la colla persa, bisogna avere pazienza e una buona dose di speranza.
Mi ritrovavo difronte alla conclusione di un intero libro che verrà dimenticato nella parte più alta di una libreria e l'inizio di uno nuovo, magari migliore.
<<C'è luce anche in mezzo alla tempesta Eileen, ricordalo >> disse mia madre lasciandomi un bacio sulla fronte << Ti scrivo appena arrivo a casa! >> mi fece l'occhiolino e mi diede un altro bacio prima di scomparire dentro l'auto.
<<Grazie! Chiamami direttamente se preferisci e buon viaggio mamma. A dopo Moreen. >>
<<Dovrei tornare dopo cena voi mangiate pure.>> disse Moreen dal finestrino abbassato prima di accendere il motore e partire.
<<Va bene! Farò una cena con i fiocchi, te ne lascio un po' da parte >> rispose una voce nuova proveniente da dietro di me, quando mi voltai notai un uomo alto e snello appoggiato allo stipite della porta, stava sorridendo a Moreen e dalla luce nei suoi occhi capii che si trattava di suo marito.
Salutai con un cenno la donna e mi voltai di nuovo per poter osservare meglio quell'uomo.
<<Moreen non ha fatto in tempo a presentarci, sono Malcom >> disse sorridente porgendomi una mano venendo verso di me << potrei dire che sono il "capo famiglia", il proprietario della baracca ma mentirei, credo tu abbia notato che a comandare è decisamente mia moglie.>>
Risi e ricambiai la sua stretta annuendo.
<<Diciamo che sa come farsi temere, a tratti credo non mi sopporti>> ammetto osservando la macchina andare via.
<<No non è così credimi, fa solo molta fatica a mostrare i propri sentimenti, si comporta allo stesso modo anche con sua figlia perciò non crucciarti >> cercò di farmi sentire meglio e gliene fui grato, a volte è vero che solo due persone così diverse come loro potrebbero stare bene insieme.
<<Spero ti piaccia la pasta al ragù al forno Eileen, sei allergica a qualcosa?? >> mi chiese mentre ci avviammo dentro casa.
<<No per fortuna non sono allergica a niente e sì la adoro >> dissi felice osservandolo già con l'acquolina in bocca << c'è un sacco di silenzio dov'è Macy? >> gli feci notare guardandomi intorno, pensavo sarebbe venuta a salutare.
<<Si è addormentata sul divano era sfinita, l'hai stancata per bene, dovreste sistemare le camere più spesso. >> rise di gusto e risi anche io una volta in salotto vedendo Macy addormentata seduta sul divano, aveva le gambe a penzoloni fuori e le braccia ai lati del suo corpo.
<<Se volete vi pulisco casa davvero, oltre a stancare tua figlia potrebbe essere anche un modo per sdebitarmi >> mi sembrava di stare approfittando di loro e la situazione non mi piaceva, sapevo che la gentilezza non aveva prezzo ma ero anche dell'idea che andasse ripagata.
<< Comunque non so se ringraziarti o offendermi perché vedi la casa sporca >> mi osservò serio bilanciando mentalmente le due possibilità poi rise e proseguì << ma perché ci penso? Hai detto che vorresti togliermi la fatica di pulire perciò punterò non solo a ringraziarti ma a venerarti e non devi sdebitarti di nulla. Credimi.>> mi poggiò una mano sulla spalla e annuii poi risi anche io e lo ringraziai di nuovo mentalmente per tentare di non farmi sentire di troppo.
Lo seguii in cucina.
<< Vuoi una mano per la cena? >> dissi entrando dopo di lui.
<<Sì non mi dispiacerebb...>>venne bloccato da Steren che sbucò dal nulla entrando in cucina.
<<No Eileen lasciamo la cucina a lui, per la prossima ora sarai mia. >> disse la signora prendendomi delicatamente per un braccio, aveva la mano coperta da un quanto da giardinaggio, sentivo la parte ruvida sulla pelle.
<<Scusa Malcom prometto che la prossima volta ti aiuterò. >> dissi mentre venni trascinata fuori.
<<Non ti preoccupare per lui, quell'uomo cucina meglio quando è solo, ora vorrei farti vedere qualcosa che forse ti piacerà>> disse elettrizzata.
Mi lasciò il braccio una volta resasi conto che l'avrei seguita senza problemi anche da sola e girando intorno alla casa arrivammo dinnanzi ad una recinzione che circondava una grande porzione di terreno.
<<Siccome ho la passione per tisane, infusi e gioielli fatti a mano ho pensato di piantare le piante di cui ho bisogno io stessa, più infondo ci sono anche altre piante da frutto>> disse estasiata indicandomi la distesa di piante si fronte a se.
Osservai con grande ammirazione, tutto era rigoglioso e a prima vista molto curato.
Entrate dentro alla recinzione ci chiudemmo il cancelletto alle spalle e osservai che tra ogni pianta si stendeva una piccolo sentiero formato da sassi bianchi che permetteva l'accesso indisturbato alle persone.
<<Da quanto tempo ti occupi di tutto questo? Hai fatto tutto da sola? >> chiesi girandomi ad osservarla ad occhi spalancati.
<<No tesoro sono stata inizialmente aiutata da Malcom e poi da una ragazza che dovrebbe essere qui da qualche parte, dieci minuti fa l'ho lasciata che stava raccogliendo le carote, dovrebbe essere ancora lì, vieni.>>
La seguii facendo attenzione a dove mettere i piedi, temevo di sporcare perfino i sassi bianchi.
<<Eccoti Nara! Ti ho portato la mia nuova nipote. >> Steren si spostò sulla destra per farmi spazio e con fare fiero mi indicò alla figura chinata per terra sulle carote.
La ragazza mise dentro un cestino una carota poi si alzò e ci venne incontro.
I miei occhi incontrarono i suoi in modo improvviso, quasi uno scatto, come se delle calamite li avessero attratti. Erano azzurro ghiaccio con scaglie marroni come se l'inverno avesse nevicato sull'autunno senza preavviso.
Molto belli.
In ogni caso mi fu difficile osservare gli occhi a lungo perché essendo alta dovette osservarmi dall'alto e ciocche di capelli mori mossi le caddero davanti al viso. Non aveva i capelli lunghi, arrivavano appena alle spalle ma i ciuffi scalati davanti erano abbastanza lunghi da coprirmi la visuale.
<< Tesoro ma hai i capelli sciolti, sei tutta sudata lo sai che devi legarli o ti daranno fastidio! >> la donna le si avvicinò e iniziò a legarle i capelli con non poche lamentele della giovane che, anzi, si piegò leggermente indietro per facilitarle l'operazione.
<< D'ora in avanti li legherò sempre, promesso. >> disse sorridendo a battaglia persa quando Steren tornò al mio fianco.
<< Per favore Nara sii gentile. >> la supplicò Steren prendendo il mio braccio destro allungandolo verso la ragazza di fronte a me.
<< Ho le mani sporche di terra non mi sembra il caso Ren. >> disse la ragazza seria a voce bassa, notai come la sua pelle risultasse chiara rispetto alla terra e rispetto anche alla mia pelle leggermente più scura.
<<Dovresti cominciare ad usare i guanti! E poi non è una principessa e ama la terra non vedo dove sia il problema>> sbottò la donna.
Risi dopo questa affermazione, in fin dei conti non aveva torto.
<<Non ti preoccupare sporcami pure. >> le dissi sorridendo.
Cercò di pulirsi comunque la mano su un fianco e prese la mia stringendola con delicatezza, appena ricambiai la stretta un brivido mi attraversò la spina dorsale.

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