28 - In vino veritas

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In vino veritas
e il cervello gli dà corda.

Yanara

Mi svegliai di soprassalto.
Ero a pancia in giù con la faccia sepolta nel cuscino e una bottiglia di vino vuota sotto un braccio.
Mi voltai a pancia in su e cercai di ricordare cosa fosse successo il giorno prima, cosa fosse vero e cosa invece fosse frutto del mio subconscio.
Non ho mai lasciato una donna insoddisfatta ma ero fermamente convinta di aver lasciato Eileen parecchio insoddisfatta il giorno prima.
Chiusi gli occhi coprendoli con il mio braccio e ricordai il suo sapore, i suoi gemiti, la mia lingua tra le sue gambe e lei che aveva visto Mael in me.
Sospirai frustrata ricordando come ci eravamo rivestite subito dopo e il tragitto silenzioso verso casa, dove si era scusata ancora e io mi ero scusata con lei.
Il resto della sera lo avevo passato in compagnia di questo buonissimo vino rosso e la notte con le sue verità.
Avevo sognato tutto il resto della serata.
Accidenti al detto "in vino veritas".
Vaffanculo.
Avevo immaginato Eileen completamente nuda e avevo desiderato portare a termine la serata in modo diverso.
Migliore di come era andata davvero.
Sono una stupida, una sciocca, ero convinta che avremmo potuto farlo senza problemi, convinta sarebbe andata bene, mi ero costruita castelli in aria così solidi e questi si erano rivoltati contro di me nel sonno.
Presi la bottiglia e mi alzai, avevo bisogno di un'altra doccia fredda e di cinque minuti per capire come avrei guardato in faccia Eileen quella mattina.
Perché? Perché avevo dovuto sognare una cosa del genere?
Morivo dalla voglia di farle conoscere il sesso con tutto il corpo e con tutta la sua natura, farle provare per la prima volta il piacere e farlo nel modo più potente per lei.

Dovevo sbrigarmi, prepararmi, mettere la testa apposto e uscire.
E cercare di non pensare alla sensazione della sua pelle sotto la mia.

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