17 - Male e bene, bene e male

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Ciò che più odi
non sempre alla fine ti uccide
e ciò che ti uccide
non sempre lo si odia.

Eileen

Steren mi convinse a lasciare che mi facesse un incantesimo per nascondere i segni finché non fossero passati da soli e si preoccupò di chiedermi 25 volte come mi sentissi, cosa provassi e se avessi voluto fuggire, cercai di rassicurarla ma aveva capito meglio di me quanto la mia convinzione fosse fragile.
Fragile, fragile, fragile...come me in quel momento.

Passai il resto della mattinata e il pranzo in camera, non avevo fame e non avevo voglia di fare niente se non sistemare la stanza per riordinare i pensieri.
Poi capii che non mi bastava, avevo bisogno di altro, di fare qualcosa che davvero potesse sistemarmi il cuore perché la testa era troppo incasinata per lasciarsi convincere da qualcosa di banale come le pulizie.

Improvvisamente mi venne un illuminazione.
Corsi a prendere il telefono sulla scrivania e poi al comodino per recuperare le cuffie.
Una cosa che avrebbe potuto aiutare c'era.
Misi le cuffie di fretta, chiusi tutte le finestre e poi la porta a chiave e feci partire la musica.

Per ultimo chiusi gli occhi prendendo un bel respiro, rimasi immobile ad ascoltare la musica poi il mio corpo fece il resto, iniziai a ballare.
Persi il conto delle canzoni su cui ballai, dei minuti passati in piedi, dimenticai tutte le sensazioni di merda che avevo provato, dimenticai perfino di essere in quella casa, in quella stanza, nel mio corpo.
Andava tutto bene e sarebbe andato bene finché non mi fossi fermata.

Fui obbligata a fermarmi quando la fame divenne una compagna ostile nel mio stomaco e quando ormai le forze erano andate a farsi benedire.
Non aver mangiato a pranzo non era stata un'ottima idea.
Bevvi gli ultimi sorsi d'acqua dalla bottiglia ormai vuota e mangiai una delle barrette al cioccolato che avevo fatto con Macy durante la settimana e che mi ero portata in camera.

Mi feci una doccia lenta, godendomi il calore dell'acqua bollente sulla pelle e uscii giusto in tempo per sentire bussare alla porta.
<<Eileen tutto bene? Sono Yanara. Posso entrare?>>
Yan!?
Sorrisi d'istinto, all'improvviso.

Corsi alla porta e l'aprii, mi ritrovai davanti una Yan elegante e maledettamente sexy come ogni sabato, indossava una camicia nera a maniche corte e dei bermuda blu scuro.
Il sabato uscivamo con i nostri amici e amavamo vestirci bene o per lo meno un pò più curati del solito.

<<Yan cosa ci fai qui così presto?>> chiesi felice e l'abbracciai.
<<Mi mancavi principessa e poi Steren ha detto che non stavi troppo bene per colpa di Mael, quindi volevo vedere come stavi, prima di ucciderla ovviamente.>> sorrisi alle sue parole e poi guardai l'ora sul telefono, erano le quattro e mezza.

Sospirai alzando le spalle, ripensare alla mattina non mi fece stare troppo male, non tanto quanto mi sarei aspettata, mi ero goduta il pomeriggio e tutto il resto era diventato solo uno stupido ricordo superfluo.
Anche se di superfluo non aveva nulla.

<<Cosa ti ha detto?>> indagai.
<<Tutto quello che è successo e mi dispiace davvero...non lo meritavi.>> mi accarezzò una guancia e appoggiai il viso sul suo palmo godendomi il contatto.

<<Tranquilla alla fine va tutto bene, non importa.>> sussurrai poco dopo staccandomi dalla sua mano.
<<Importa eccome, ti fa male?>> chiese spostando la mano sul collo.
<<No no, non mi fa tanto male.>> mentre parlavo abbassai lo sguardo e mi resi conto di avere addosso un asciugamano e basta.
Oddio.
Arrossii di colpo e lei se ne accorse.

<<Sei molto carina con solo un asciugamano addosso.>> il suo sorriso si trasformò in un ghigno furbo, io arrossii ancora di più se solo fosse possibile diventare più rossi di quanto già ero <<spero solo che per uscire tu abbia in mente un outfit meno precario.>>
<<Smettila scema.>> risi con il bisogno viscerale di sotterrarmi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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