26 - Più vicine, meno lontane

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La normalità con te
sarebbe l'avventura
meno monotona
della mia vita.

Eileen

Mi svegliai prima di Mael quella mattina, la luce esterna si faceva spazio tra le tende e non sarei proprio riuscita a riaddormentarmi, sembrava di avere puntato sulla faccia un riflettore.
Ovviamente non era così fastidioso ma nella mia mente lo sembrava terribilmente tanto.

Durante la notte le posizioni si erano in un qualche modo invertite, io le davo le spalle e lei mi stringeva contro il suo petto.
Per una che non aveva mai avuto troppa voglia di avermi intorno, mi teneva decisamente vicina.
Mi ero crogiolata nel calore del suo corpo per qualche minuto poi scelsi di alzarmi, lentamente, in modo furtivo, senza farmi sentire.
Che illusa.
<<Mmh Eileen dove vai?>> strinse la presa della sua mano sul mio fianco e parlò con la voce più assonnata e impastata della storia.
Piano fallito.
Falliva sempre anche con Sam ma lei al mattino sembrava benedetta da un angelo, era sempre perfetta, bellissima, come se la notte sbattesse tutti tranne lei.
<<Devo andare in bagno.>> sussurrai nel caso fosse semi addormentata per aiutarla a crollare di nuovo.
<<Va bene...poi torna.>> fece scivolare piano la mano via e si voltò dall'altra parte.
<<Mh mh.>> risposi semplicemente, quelle risposte che si danno alle persone che dormono perché tanto sai che non ti stanno realmente ascoltando.
In ogni caso non avevo intenzione di tornare a letto, mi ero messa in testa l'idea di preparare la colazione, ballare tanto la sera prima, mi aveva fatto venire fame e se avessi dovuto affrontare la giornata nel modo giusto sarebbe stata ottima cosa mangiare qualcosa di sostanzioso.
E con "qualcosa di sostanzioso" intendevo ovviamente i pancake.
Sperando che Mael avesse gli ingredienti, altrimenti avrei fatto un piccolo furto nella cucina di casa per prendere le cose che mancavano.
Mi alzai e corsi prima in bagno per sciacquarmi il viso poi al piano di sotto.
Vibrò il telefono appena misi piede in cucina.

Evangelin
Buongiornooo, senti ho parlato con Yanara e con Logan e vorremmo uscire oggi pomeriggio per parlarti di una cosa importante, saresti libera?

Che ansia questo messaggio.
Devi dirmi perché, quando e anche come se vuoi che io stia tranquilla senza pensare ad una trappola, un omicidio, rapimento o simili.
Okay erano miei amici e non pensavo davvero a queste cose ma in un contesto diverso avrei pensato in quel modo per filo e per segno.

Io
Sì ci sono ma così mi fai spaventare, posso avere informazioni in più? Volete uccidermi?

Evangelin
Scema, se ti volessi uccidere lo farei nel sonno.
No tranquilla non è niente di preoccupante ❤️
Ti veniamo a prendere a casa alle 15.

Io
Grazie Eva dopo la prima frase penso proprio che non dormirò mai più.
Va bene a dopo.

Sarebbe stato cattivo da parte mia sentire il bisogno di restare lì con Mael invece che uscire con loro?
Sì probabilmente sì.
Almeno avrei visto Yanara, sembrava una magra consolazione per i miei sensi di colpa ma me lo feci andare bene.
Sperai di poter avere un momento da sola con lei, mi mancava la sua vicinanza.

Mi concentrai sulla cucina e aprii ogni singolo sportello alla ricerca degli ingredienti giusti e di una pentola.
Due minuti dopo la cucina sembrava quella del film il sesto senso con meno fantasmi e più follia.

I fornelli erano esattamente nel muro di fronte alla porta d'ingresso e io mi trovavo tra l'isola al centro della cucina e un fornello acceso da 10 minuti che instancabile aveva già scaldato una dozzina di pancake.
Ero stata così brava da non mangiarne nemmeno uno ma non abbastanza per non aver assaggiato l'impasto.
Aprii lo sportello sopra di me sperando di trovare qualcosa da mettere sopra ai pancake.
Magari del cioccolato ma mi sarebbe andato bene qualsiasi cosa.
<<Ragazzina cosa stai facendo?>> per poco non mi fece venire un infarto.
<<Dio Mael, che colpo...>> mi portai una mano sul cuore riuscendo finalmente a capire cosa doveva aver provato mia madre per vent'anni <<sto facendo la colazione per noi.>> cercai di far tornare i battiti ad un ritmo regolare.
Quando "io e te" eravamo diventate noi non ne ero certa, "noi" poteva essere considerato un normale parola ma rappresenta qualcosa, un rapporto tra due o più persone, un rapporto che solitamente lega due persone e cos'è che legava noi?
<<La colazione per me? Perché?>> la voce era più limpida di quando si era svegliata e si era bagnata i capelli per farli stare indietro.
<<Perché non dovrei farlo?>> chiesi tornando a cercare qualcosa sulla mensola <<Eccola!>> trovai una crema spalmabile al cioccolato <<è commestibile vero?>> mi allungai cercando di prenderla e pregando che non fosse scaduta da dieci mila anni, come i pop corn che comprai a dodici anni e che ritrovai a diciotto.
<<Ferma, ci penso io.>> appoggiò una mano sulla base della mia schiena prima di allungarsi <<per una che voleva dei pantaloncini ora ti impegni molto a farmi vedere il tuo culo.>>
Mi voltai verso di lei e fissai lo sguardo sui muscoli che uscivano dalle maniche corte.
Deglutii.
Di cosa stava parlando? Non ero sicura di star seguendo il suo discorso a dovere. Le donne mi piacevano, ma le donne con i muscoli, ciao.
Appoggiò il barattolo accanto ai fornelli e mi fissò.
Ripresi coscienza di lei e mi accorsi che aveva lo sguardo di chi ci è rimasto male per qualcosa.
<<Non sei tornata a letto.>> disse dando una risposta ai miei dubbi, probabilmente leggeva nel pensiero.
<<Lo so mi dispiace ma pensavo ti saresti addormentata e che non ti importasse più di tanto se fossi tornata o meno.>> mi tolsi l'ultimo pancake dal fuoco.
<<Ti stavo aspettando e quando non sei tornata ho pensato che volessi starmi lontana per un qualche motivo, quindi sono venuta a vedere se fosse tutto okay e tu stai preparando la colazione anche per me...>> si passò una mano tra i capelli e guardò i pancake con una nuove luce negli occhi, era felice, forse era felice che avessi voluto fare una cosa per lei in modo spontaneo o forse aveva solo fame e voglia di pancake.
<<Certo che ti preparo la colazione, ora siediti che te la porto.>> indicai con un coltello uno sgabello dell'isola.
<<In effetti potrebbe essere un ottimo modo per ricambiare la mia ospitalità.>> rise e andò a sedersi.
<<Pensavo la tua fosse una gentilezza disinteressata.>> risi appena mettendo i pancake nei piatti e gliene portai uno poi mi sedetti al suo fianco.
<<Raramente faccio cose in modo disinteressato ragazzina.>> mangiava con gusto ed era evidente che avesse fame, ricordai di aver visto del succo di frutta dentro al frigorifero e corsi a prenderlo, gliene versai un bicchiere.
<<Me ne stavo dimenticando.>> ammisi riempiendo anche il mio.
<<Non mi è mai capitato che una donna con cui passassi la notte mi facesse la colazione o che glielo lasciassi fare.>> rise masticando.
<<Perché?>> chiesi ingenuamente e mi voltai per guardarla.
Mi fissò e alzò un sopracciglio, stava cercando di capire se stessi scherzando <<Sei davvero così innocente o ti fingi stupida ragazzina?>>
Arrossii, perché solo ascoltando quella frase avevo capito il vero significato di quello che aveva detto.
Mi sentii davvero stupida.
Era ovvio che facesse colazione in modo figurato con la loro...beh.
Complimenti 100 punti a Mael, -10000 a Eileen.
Scossi la testa per cancellare quell'immagine.
<<Come non detto lascia perdere.>> dissi nascondendo la faccia con i capelli e concentrandomi sul cibo.
Ingozzarmi era l'opzione giusta per spostare il sangue dalle mie guance al mio stomaco.
Mi spostò lentamente i capelli dietro l'orecchio per osservarmi.
<<Oddio piccola non ci avevi davvero pensato!>> mi prese in giro dolcemente.
<<Spero che ti vada di traverso il prossimo boccone Mael.>> dissi a denti stretti.
<<E poi come faresti senza di me? Sta notte mi stavi così attaccata che pensavo saresti morta se ti fossi staccata. Avevi paura che qualche mostro venisse a mangiarti?>> mi diede un buffetto sulla guancia, scacciai la sua mano.
<<Oggi ti sei svegliata di nuovo stronza, fammi capire? Eri seria ieri quando dicevi che avrebbe fatto meglio a finire la tregua?>> non ero arrabbiata anzi ero abbastanza tranquilla, la mia frase era voluta per stuzzicarla ma quando non rispose cambiai espressione.
Sembrava aver preso seriamente la mia domanda come se davvero avesse pensato di starmi emotivamente lontana di nuovo.
Scesi dallo sgabello ferita e misi i piatti a lavare.
Non avevo voglia di stare dietro a continui cambi di personalità, ero pronta a mandare a fanculo tutto e trovare da sola il modo per nascondere il marchio, magari Suriel sarebbe potuta essere d'aiuto.
Presi il telefono.
<<Cosa stai facendo?>> chiese in tensione.
<<Mi levo di torno.>> risposi alterata mentre cercavo il numero.
<<No Eileen ferma.>> scese di corsa dallo sgabello quando mi vide uscire dalla cucina.
Mi prese per la vita e mi spinse contro il muro accanto alla porta della cucina <<non puoi andartene con il marchio scoperto, devi imparare a nasconderlo.>>
<<Lo so, imparerò con l'aiuto di altri prima di tornare dalle streghe.>> spinsi le mani contro il suo petto.
<<Altri chi?>> rispose alterata <<Sei la mia protetta Eileen, non quella di altri. Nessun altro può toccarti perché non riesci a capirlo?>> urlava e mi strinse la vita con fare possessivo. Le sue mani affondavano nella maglia e sembrava di avere le sue dita a contatto con la pelle.
<<Suriel può scoparsi chi vuole e io non posso allenarmi con qualcun altro? Non capisco.>> le risposi con altrettanta foga.
<<Tu e Suriel siete due persone diverse, non c'è niente da capire, tu sei più importante di lei.>> abbassò il tono e allentò la presa sui miei fianchi.
<<Più importante? Per chi o riguardo a cosa?>> non mi calmai.
<<Tu e le tue mille domande.>> rise appena, una della risate più tristi che mi fosse capitato di sentire.
<<Rispondimi Mael.>> la pregavo.
<<Sei più importante e basta, ti ho detto che ti dirò tutto ma devi portare pazienza.>>
<<Perché prima non hai risposto?>> sapeva perfettamente a cosa mi stessi riferendo, al nostro silenzioso patto per una tregua.
<<Perché è difficile, perché per il mio cervello sarebbe davvero meglio che quella tregua non ci fosse ma allo stesso tempo è importante che ci sia.>> la sua mano era scesa sulla mia coscia e stava risalendo dentro la maglia.
<<Perché?>> chiesi senza fermarla.
Senza fermarla cazzo.
Ero completamente rapita.
<<Perché mi da la possibilità di conoscerti meglio e di provare sulla pelle un briciolo della tua dolcezza.>> era passata dall'urlare al sussurrare, feci un passo verso di lei staccandomi dal muro e la sua mano finì sulla mia schiena.
<<Perché non pensi di meritare dolcezza?>> le accarezzai una guancia.
<<Perché sono una brutta persona e vedrai le parti peggiori di me.>> era triste, frustrata, terribilmente persa e soprattutto aveva paura, lo nascondeva bene ma era terrorizzata, non riuscii a fermarmi, avvolsi le braccia attorno al suo collo e la strinsi a me.
Le sue braccia mi avvolsero e lasciò andare la testa sulla mia spalla, Mael era la dimostrazione che a volte mostrare la propria vulnerabilità è necessario e fa bene, se non ci si lascia andare non si può sapere di chi ti puoi fidare.
Chi puoi lasciare entrare.
<<Una brutta persona non sta male al pensiero di dover fare brutte cose.>> sussurrai al suo orecchio.
Mi staccò appena da lei per guardarmi negli occhi, mi accarezzò il fianco con una mano e salì verso il mio viso <<Il tuo senso della giustizia e della realtà spero non cambi mai.>> mi accarezzò le labbra con il pollice.
Prima sopra, poi sotto.
Le presi la mano che avevo sul viso e cercai di darmi un contegno perché sentivo caldo nel petto, un caldo infernale e bastardo <<Mael...d-devi insegnarmi a nascondere il marchio.>> balbettai.
Fece un piccolo ghigno e sorrise <<Hai ragione, andiamo in camera.>> fece cenno di camminare davanti a me, annuii e la superai salendo le scale.
A metà scala mi fermai e mi voltai verso di lei che non stava guardando dove metteva i piedi ma qualcosa un pò più in alto catturava la sua attenzione << È una tecnica per guardarmi il culo?>> chiesi nascondendole la vista.
<<Beh non è che si veda molto, se sollevassi un po' la maglia sarebbe perfetto.>> faceva la furba e mi stava prendendo in giro ma avrei potuto fare la furba anche io.
<<Tipo così...?>> cominciai a sollevare piano la maglia sperando che mi avrebbe fermata, che avrebbe avuto un minimo di rispetto per Yanara.
Non lo fece, non mi fermò e quando mi voltai la scoprii fissarmi intensamente le gambe e stringeva il corrimano con troppa forza.
<<Certo che sei proprio una stronza, me lo avresti fatto fare quando sai che...>> cominciai ma lei fece uno scatto verso di me e la ritrovai al mio fianco che mi sovrastava di nuovo.
<<So cosa ragazzina? Tu e Yan state insieme? C'è un vincolo che vi lega e se venisse spezzato moriremmo tutti? Perché in caso contrario non me ne frega un cazzo di quello che vogliono gli altri ma solo di quello che vorresti tu e che vorrei io.>>
<<Cosa stai dicendo?>> salii un paio di gradini per fissarla negli occhi senza dover alzare la testa, per sentirmi più forte perché le gambe mi tremavano.
<<Niente, niente, lascia stare andiamo su.>>
Le bloccavo il passaggio, volevo sapere.
<<Lo sai vero che potrei spostarti senza problemi?>> alzò un sopracciglio.
<<Lo so.>> sospirai ma volevo sapere.
<<Che tu stia cercando di nascondere qui >> puntò un dito sul cuore << e qui>> appoggiò una mano sul mio basso vetro <<non vuol dire che non siano sensazioni reali. Pensaci mentre sarai con Yanara.>> a quel punto si staccò da me e salì al piano di sopra.
Mi appoggiai al muro con la schiena e mi chiesi come facevo a farmi fottere da lei ogni volta.

Restai da lei fino all'una, poi Yan mi aveva scritto che sarebbero arrivati prima e che Logan aveva preparato un enorme quantità di panini quindi mi sbrigai a tornare a casa.
Io e Mael passammo la mattina a distanza di sicurezza, mi aveva spiegato come controllare il marchio e mi aveva messo altra crema, le avevo anche chiesto secondo lei a chi avrei potuto parlare della mia natura e la sua risposta fredda e schifata fu solo una: "Yanara".
Per il momento sarebbe stato meglio non parlarne con nessuno, nemmeno con Steren che, a detta di Mael, già sapeva.
Probabilmente aveva paura che in casa ci fossero cimici magiche o qualcosa del genere.
Me ne andai ringraziandola di nuovo per l'ospitalità e lei mi disse che sarei potuta tornare se avessi avuto bisogno, mi avrebbe fatto dormire in un'altra stanza, le diedi un bacio sulla guancia come ultimo ringraziamento e uscii.
Avrei voluto un'altra notte con la versione dolce di lei.
Avrei voluto un'altra notte con tutte le versioni di lei.
Mi andava bene anche la rabbia purché fosse sua.

~
Oggi è il 21 dicembre (anche se è quasi finito) quindi è il compleanno di Mael🥺❤️
Breve capitolo per lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 3 days ago ⏰

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