13 - Coroncine di margherite

24 5 2
                                    

Tutto ciò che provi ha valore.
Sei preziosa per me bimba.

Eileen

Passai l'ora successiva a fare a pugni con Mael, non letteralmente s'intende, io con i miei guantoni, lei con i guantoni paracolpi.
Mi chiesi come fosse possibile che non le avessi spaccato ancora un polso, mi stavo sfogando di brutto.

Mi stava per partire il ciclo e l'illuminazione mi venne quando la ragazza decise di respirare in modo leggermente diverso dal solito e mi venne voglia di deviare il pugno sulla sua faccia.
In realtà le avevo chiesto di fermarci appena sentii una morsa stritolarmi le ovaie pienamente consapevole dei crampi bastardi che sarebbero arrivati di li a poco e lei stronza e più bastarda di loro mi impose di continuare.

Sì, mi ero dimenticata del ciclo e non avevo dato il giusto peso ai miei sbalzi di umore dei giorni precedenti ma con tutto quello che stava succedendo li avevo archiviati come causati da tutti i cambiamenti.
Sicuramente un buon 40% era proprio dovuto a quello ma il restante 60% era certamente farina delle mie ovaie.
La banale app del ciclo era passata in secondo piano in quel mondo magico, potete biasimarmi?
Avevo già la testa abbastanza occupata per pensare anche a quello.

Forse speravo che le creature magiche in un qualche modo potessero evitarsi questa tortura.
E invece ero li, cercavo di allenarmi più possibile per stancarmi e non sentire i crescenti crampi ma l'unica cosa che avrebbe potuto distrarmi dal dolore sarebbe stato un pugno in faccia o ingerire una scatola di oki.
Si una scatola intera perché una sola bustina è per pivelli, una bustina la posso accettare per il mal di testa, per una contrattura massimo ma per i crampi nemmeno la più potente delle streghe sarebbe potuta essermi d'aiuto.

Stavo delirando, la sempre più insistente stanchezza mi stava annientando, volevo buttarmi a letto rannicchiarmi e risorgere il terzo giorno.
<<Basta Mael, dò forfait, mi arrendo, uccidimi piuttosto ma io mi fermo.>> dissi strappandomi i quantoni dalle mani e andando a buttarli sul tavolo.
<<Secondo me ce la puoi fare a continuare ancora un pò.>> disse venendomi dietro ma quando mi voltai con le fiamme degli occhi la sua strafottenza si crepò.
<<Secondo me potresti smetterla di rompere i coglioni e accettare il fatto che ora me ne andrò perché è esattamente quello che sto per fare. Cazzo.>> un figlio di puttana attaccò la mia ovaia destra e mi strinsi proprio quella parte con una mano con forza.
<<Vedi di venire qui domani.>> si tolse i guantoni anche lei e parlò con nonchalance.
Sottovalutare il dolore mi ha sempre fatto imbestialire tanto quanto lasciar soffrire qualcuno senza aiutarlo pur avendo i mezzi per una sciocca idea personale, come quelle madri che obbligano le figlie a sopportare il dolore senza mai prendere un medicinale.
Sicuramente quelle madri stavano allevando serial killer e non mi sarei stupita se il primo omicidio sarebbe stato un matricidio.

<<Si sua altezza reale, se imbottirmi di farmaci dovesse recarmi sollievo presenzierò.>> ribattei con tono solenne <<Mael vaffanculo.>> scandii l'ultima parola con calma, lentamente, come se fosse un cognome incomprensibile da far scrivere in un documento importante a, che ne so, un addetto delle poste.

<<Sto solo cercando di aiutarti.>>
<<Ah si? E come? Distruggendomi? Torturandomi?>> probabilmente non stavo ragionando più di tanto sulle parole che straripavano da dentro di me, probabilmente in un altra situazione l'avrei supplicata di portarmi allo stremo, di allenarmi fino a non sentire più il corpo, le avrei detto "si va bene torturami" magari un giorno sarebbe accaduto ma quel giorno non era ancora arrivato.

<<Se questo dovesse aiutare si, potrei obbligarti a restare qui quando voglio e farti continuare anche all'infinito>> più parlava più mi pentii di essermi fermata, avrei potuto farla distrarre e donarle il pugno che tanto merita.
Avrei torto ad usare la violenza?
Sicuramente.
Me ne sarebbe importato qualcosa sul momento?
Assolutamente no.
<<Quindi hai una sorta di potere coercitivo? Che mi impossibilita a ribellarmi?>>
<<No però potrei ricattarti in un qualche modo.>>
Che stronza.
Provaci poi vediamo.
<<Mael, ripeto, vaffanculo.>>
Me ne andai di corsa verso la porta e nel farlo mi sciolsi con rabbia i capelli, mi faceva male la cute non riuscivo più a sopportare niente, nemmeno le cose che avevo addosso e che mi appartenevano.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

FrammentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora