Capitolo 18- Right Moment

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Le mie braccia sono pesanti, ho il fiato corto e sento che le labbra sono screpolate a furia di essere a contatto con l'acqua salata.
Harry mi lancia delle occhiate preoccupate, cerca di nascondermi ciò che sta accadendo ma non sono così stupita da non intuirlo: il predatore delle acque é nelle nostre vicinanze.
Sono terrorizzata ma stranamente il fatto di non essere sola e la presenza di Harry al mio fianco mi tranquillizzano.

Deve essersi accorto di quanto sono esausta, cerca di incrociare il mio sguardo e mi fissa dritto negli occhi, mi promette che non permetterà che io affoghi ma sono solo parole vaghe seppur strane pronunciate da lui, ma non può impedire nulla a lungo termine.
Mi avvolge le spalle con il suo braccio muscoloso per aiutarmi a rimanere cosciente. Anche se sono invasa dalla paura, sento uno strano calore nei punti che lui mi ha toccato, arrossisco leggermente e poi mi maledico mentalmente: come posso pensare alle sue braccia sulle mie spalle quando stiamo praticamente per morire?

Poi tutto succede velocemente: vedo un gruppo di scogli poco distanti e senza bisogno che apra bocca Harry mi spinge verso di essi, é come se mi avesse letto nel pensiero.
Allungo le braccia e sospiro di sollievo quando sento una superficie dura sotto la pelle, le sue braccia forti e pronte circondano il mio corpo stremato e lo depongono sulle rocce. É incredibile e spaventoso il fatto che mi avesse portato per prima in salvo.
Mi accascio sugli scogli e senza forze, sono stanchissima e voglio solo dormire, le palpebre sono pesanti, minacciano di chiudersi ogni secondo che passa.

"Harry dove é finito?"

Trovo un'improvvisa forza che mi permette di muovermi un poco, accompagnata da un accentuato senso di ansia, forse é l'adrenalina che ho in corpo oppure é il fatto di non aver sentito Harry salire sugli scogli accanto a me.

-Harry?- lo chiamo tremante, aprendo le labbra secche e facendo leva debolmente sui gomiti quasi insensibili.
Non mi risponde. Barcollando cerco di rimettermi in piedi ma ombre nere mi si parano davanti agli occhi, minacciando di farmi svenire per la spossatezza, traballo pericolosamente mentre lotto contro l'incoscienza finché tutto ritorna limpido.

-Harry? Stai bene?- ripeto allarmata, chinandomi dallo scoglio.
Lo vedo, ha gli occhi semichiusi, un vago sorriso sulle labbra carnose, le sue dita artigliano debolmente la parete dello scoglio, in un ultimo disperato tentativo di salvezza.
Lo squalo gli gira intorno, é attirato dal sangue che scarlatto cola lentamente dalle dita del ragazzo ma é stranamente paziente, sa che presto Harry cederà, sta solo aspettando il momento giusto per incidere la sua pelle candida con i denti piccoli ma affilati quanto letali.

Non aspetto altro: lo afferro da sotto le ascelle e lo tiro sù. Il suo corpo bagnato é, ahimè, ancora più pesante, troppo pesante per le mie braccia deboli.
-Harry!- la mia voce é per metà uno sbuffo e un urlo terrorizzato -Svegliati! Non riesco a tirarti su, sei troppo pesante...-
Le sue palpebre tremano leggermente, quando mi vede spalanca gli occhi, realizzando e prendendo coscienza di ciò che lo circonda.
-Jess...- sorride, come se non aspettasse altro di vedermi accanto a lui.

Lo squalo, evidentemente spazientito per il fatto che ho rubato la sua preda, spalanca la bocca, i suoi denti bianchissimi brillano,catturando la luce del sole.

I secondi sembrano durare in eterno, Harry mi guarda e d'un tratto leggo nei suoi occhi una grande paura e consapevolezza, resto incantata da come la luce del sole rende ancora più brillante il verde delle sue iridi e da come crea riflessi dorati tra le sue ciocche scure.

Ritrovando una forza che prima non dimostrava di possedere, poggia i palmi sullo scoglio e con il mio aiuto riesce a salirci sopra pochi attimi prima che la bocca dell'animale schiocca inghiottendo per fortuna solo aria.

Crolliamo a terra entrambi stremati, quando urto dolorosamente la parete, il fiato mi si mozza in gola ma non mi interessa, sono troppo stanca per farci caso.

-Jess? Stai bene? Sei ferita?-
Harry punta i gomiti e strisciando all'estremo delle sue forze si avvicina al mo volto e afferra io mio mento tra sue dita calde e lunghe.
Il suo sguardo intenso e allo stesso tempo preoccupato mi costringe ad abbassare le palpebre, incapace di reggere ai suoi occhi investigatori.

-Ti prego principessa, dimmi che stai bene- ha il fato corto ma la sua voce trema leggermente, anche se cerca di nasconderlo.
-Guardami-
-Sto benissimo Harry, non preoccuparti.-
-Niente giramento di testa, udito attutito, vista annebbiata,..?-
-No, sto bene, sul serio, sono solo stanca.-
Indeciso se credermi o no si sofferma ancora sul mio volto, poi si tranquillizza e sospira di sollievo.
-E tu stai bene?-
Mi guarda sorpreso, sorride -Se escludiamo il fatto che rischiavo di essere il pasto mattutino di uno squalo, sì, principessa, sto bene.-
-Dobbiamo medicare le tue ferite.- afferro la sua mano naturalmente e osservo il sangue coagulato.
Si immobilizza per un attimo, improvvisamente teso mentre mi rendo conto della naturalezza con cui ho preso la sua mano e l'ho stretta tra le mie.
Il mio comportamento é azzardato ma ora non mi importa, posso dare la colpa allo sfinimento e alla fuga dallo squalo, anche se so che non é così.
-Non abbiamo nulla per medicarle, non é nulla, sono solo escoriazioni...- si giustifica e toglie bruscamente la sua mano dalle mie.

-Ora come faremo? Non possiamo tornare a nuoto e non credo ci siano altre vie di fuga.- realizzo poco dopo.
-Troveremo un'alternativa.- mi rassicura -C'é sempre una seconda possibilità.-

Dopo che ci siamo ripresi decidiamo di proseguire oltre e di trovare una strada verso la spiaggia. Per tutto il tragitto, sebbene continuo a ripetere che sto bene, Harry mi tiene un braccio sotto il gomito per sorreggermi ed é solo grazie a lui che, malgrado le numerose volte che sono inciampata ancora intontita, non sono caduta a terra.

Mi volto verso lo squalo, vedo la sua pinna fare capolino dall'acqua azzurra del mare e mi soffermo a pensare a quanto siamo stati vicino alla morte. Non so quale idea sia più terrorizzante dolorosa: la morte per affoga mento o di essere mangiati da uno squalo.
-Non guardarlo.- mi avvisa cupo.

La distesa di scogli si estende per qualche metro per poi lasciare spazio ad una caverna buia e tetra.
La mano di Harry mi spinge dietro di sé ed ancora una volta il suo gesto protettivo mi sorprende.
Un solo passo dentro la caverna ed il buio ci avvolge, un'acqua abbastanza calda ci arriva alle caviglie ed aumenta man mano che camminiamo, così come il rumore di acqua che scorre.
-Forse c'é un'uscita.- dico.
-Secondo i miei calcoli sì, e io di solito non sbaglio mai.-
Il suo sorriso sghembo é a dir poco mozzafiato, non ho mai visto i suoi occhi brillare così intensamente ma forse mi sto confondendo, magari é solo adrenalina, la stessa che scorre ancora nelle mie vene.

Finalmente una luce soffusa trafigge tutta l'oscurità che ci circonda, illuminando una figura accovacciata in una piccola oasi di sabbia in mezzo all'acqua.
Corro verso di essa, subito seguita da Harry.
Il ragazzo si inginocchia ai piedi del corpo inerte della giovane donna e le preme due dita sulla gola.
-É viva!- esclama.

Ecco il capitolo tanto atteso, l'ho scritto velocemente e non mi sembra il massimo.. Se trovate errori fatemelo sapere:) a presto e buona serata!

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