Capitolo 35- boarding

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Non so se riuscirò mai a riprendermi dopo quello che le ho detto, ma é stata una scelta obbligata. É meglio che lo sappia da me piuttosto che lo venga a sapere dietro alle mie spalle.

Il sul viso ferito, le lacrime trattenute...mi hanno spezzato il cuore.

Il destino non é mai stato dalla nostra parte, lo sapevo sin dall'inizio, ma ho voluto tentare, giocarci contro, sfidarlo. Sapevo sin dal primo istante che sarebbe risultata una partita persa, che non sarei riuscito a resistere alle sue labbra rosee, alla sua innocenza e, soprattutto, al suo amore. Ma ho tentato di restare a galla e lottare fino alla fine, anche se sapevo che ogni mio singolo tentativo era vano.

"L'amore é fragile come un fiore e profondo come il mare: basta una sola parola, una soffiata di vento forte, per fargli cadere tutti i petali e lentamente farlo appassire; eppure basta un solo tocco per scatenare un'intensa ed imprevedibile tempesta." mi ripeteva spesso mia zia e questa frase era diventata quasi un mantra per lei.

Per molti invece il simbolo dell'amore é la classica rosa rossa: un insieme devastante di pura bellezza, attrazione e sensualità; ma si sa, la rosa ha anche le spine ed ora quei minuscoli ma dolorosi aghi sono conficcati in ogni centimetro della mia pelle.

Perché ogni volta devo farmi del male cedendo all'impossible e pregando che il peggio non si manifesti? Ma d'altronde come avrei potuto resistere a Jessica?

Scuoto la testa per liberarmi dalle ciocche ribelli che mi sono cadute sugli occhi.

Stare tanto tempo su un'isola deserta ti obbliga a conoscere gli altri, a scoprire ogni singolo aspetto del loro carattere, pregi e soprattutto difetti ma anche le altre persone iniziano a comprendere la natura del tuo essere e prima o poi capiscono quando é ora di parlare oppure quando é meglio lasciare che sia il silenzio a scandire il tempo.

É questo che fanno Tyler, Selena, Kath e Davide: sorvolano la litigata tra me e Jessica ed ognuno fa finta che non sia successo niente.

Jessica é una di quelle persone che sorride e ride anche quando ha la tempesta dentro e le macerie al posto del cuore.

Io invece non sono come lei: sin da piccolo avevo un po' di problemi a manifestare le mie emozioni e a controllare la rabbia. Per cui me ne sto zitto in un angolino della barca e concentro tutte le mie forze nel remare.

La prua della barca increspa dolcemente la superficie dell'acqua. Non c'é un filo di vento ed il mare per fortuna é calmo.

Le prime ore del viaggio sono silenziose, ognuno ha i propri pensieri per la testa. Le braccia sono appoggiate molli ai fianchi, in attesa di abbracciare i propri cari, le mani fremono e tremano e gli occhi si riempiono di malinconia.

Reno per la maggior parte del tempo, voglio tenermi occupato.

-Ti do il cambio.- mi propone Davide che durante il viaggio ha dormito un po'.

Gli lascio il remo senza obiettare e inizio a preparare il pranzo: ennesime noci di cocco, banane e qualche altro frutto esotico.

Forse speravamo di intravvedere qualche grande imbarcazione in lontananza o un aereo mentre sorvolava il cielo, ma nulla, solo un'infinita distesa azzurra: in cielo e in terra.

Nessuno di noi sa quale direzione intraprendere o come comportarsi nel bel mezzo del mare aperto ma crediamo tutti che sia meglio tentare una fuga piuttosto che marcire su quella dannata isola.

Empathy ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora