Capitolo 15- confusion

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Attento a non farmi vedere, sgattaiolo fuori dal rifugio e seguo Jessy e Davide nella foresta.
Mi mantengo a debita distanza, non voglio che mi scoprano.
Stanno ridendo, Jessy soffoca le sue risatine con una mano sulla bocca e quel cretino biondo la guarda sicuramente fantasticando. Stringo i pugni per la rabbia che d'improvviso mi assale violentemente, devo cercare di controllarmi per non rovinare il bel faccino del biondino con un pugno forte e ben mirato, concentrandomi piuttosto sulla risata dolce e melodiosa della ragazza.
Ora lui le tiene la mano e si stanno dirigendo verso i margini della foresta, su un'altura che ho già avuto modo di ispezionare.
Si siedono su uno scoglio, mi nascondo dietro a un cespuglio di bacche e li guardo mentre sono accoccolati l'uno vicino all'altra, più vicini di quanto si siedono gli amici, troppo vicini per i miei gusti.

Lui le circonda le spalle con un braccio e l'attira avidamente a sé. Vedo rosso quando noto che lei ricambia e appoggia sorridendo la testa sulla sua spalla.
La oramai familiare ma ancora sconosciuta fitta al petto mi percuote le membra, distolgo lo sguardo da quello scenario irreparabilmente sdolcinato.
E come se non bastasse, dopo quel tramonto romantico lui le afferra la mano.
-Dai! Vieni!-
La sua voce mi sembra troppo entusiasta, patetica.
La trascina dietro di sé giù per la collina, mentre lei gli urla di fermarsi, assecondando però quelle sue risate euforiche.

Osservo i piedi di lei correre veloce e inciampare più volte sul terreno irregolare, sono pronto a scattare nel caso in cui lei fosse caduta e questo mi sorprende molto.
Da quando in qua mi importava se qualcuno al di fuori della mia famiglia si facesse del male?
Sapevo già la risposta: da quella volta all'aeroporto, da quando ho incrociato il suo sguardo innocente.

In contrasto con la loro felicità, i miei pensieri sono confusi, troppo rapidi perché io li possa cogliere.
Quasi a voler rappresentare il mio animo indeciso e affranto, il cielo si riempie di nuvole plumbee e gocce amare rigano il mio viso, allungo una mano e mi soffermo ad osservare una goccia di rugiada che scorre lungo il mio palmo, delineandone i contorni affusolati.
Forse il cielo stava piangendo le sue lacrime per tutte le morti che l'incidente aveva causato, o forse voleva solo lavare via lo sporco dal mio corpo, purificandolo da tutti quei pensieri assillanti.

Perché mi era così difficile capire che cosa mi stava succedendo?

Come mai il solo guardarla metteva il mio animo in subbuglio?

Chi era lei per rendermi così suscettibile?

Non faccio in  tempo a dare una risposta, probabilmente vana, alle domande che mi assillano da tempo, che Davide sfrena bruscamente quella corsa euforica senza meta e si ferma d'innanzi a lei.
Le scosta una ciocca bagnata dalla fronte e le sussurra qualcosa, probabilmente qualche parola dolce, che io non sono riuscito a captare.
Lei scuote la testa e si allontana di qualche passo, ma quel malato di mente le si avvicina di nuovo.
E sì che per un attimo ho buttato fuori sollevato tutto il fiato che non mi ero reso conto di trattenere, ma quale illusione!

"Ma che sta facendo?" penso "Lei l'ha rifiutato e quel bastardo ha il coraggio di riavvicinarsi !?"

Le prende il viso tra le mani ed io sono costretto ad avvicinarmi sempre di più per riuscire a credere ai miei occhi.
Lui sta avvicinando il suo viso a quello di lei.
Le tiene fermo il mento per impedirle di non guardarlo negli occhi.
Sta indugiando sulle sue labbra.
La sta per baciare.

Non riesco e non posso sopportare di vederla baciare qualcun altro, di vederla soffrire per un imbecille che non la merita.
Reagisco istintivamente, senza pensare.
"Fidati del tuo cuore quando il mare prende fuoco"
E come prendeva fuoco ora il mio sguardo, animato da una rabbia incontrollabile!

A passi veloci li raggiungo, cercando di fare più rumore possibile per attirare la loro attenzione. Ma quell'imbecille é troppo concentrato sulle sue labbra per accorgersi di me.

Sono davanti a loro, tossisco bruscamente, un po' per attirare la loro attenzione, un po' per a schiarirmi la voce e la gola arida.
Si voltano entrambi verso di me. Il viso di Jessica é inespressivo, mentre quello di Davide sembra seccato.

"E ora che faccio?"

Davide alza le sopracciglia in un gesto impaziente.
-Ehm...Harry? C'é qualche...problema?-
Si passa la lingua sulle labbra secche, inumidendole e rendendole ancora più rosse.

"Ma questo si sente quando parla? Sembra un bambino di due anni!"

Certo che c'é un problema e lui lo sa benissimo, ma vuole mettermi in imbarazzo davanti a lei.
Stringo le mani a pugni e le infilo nelle tasche, trattenendo la rabbia.
-Ty si era preoccupato, voleva solo assicurarsi che stiate bene.-
Maledico me stesso per non essere riuscito a trovare una scusa migliore.

Davide però sembra essersela bevuta e annuisce cupo.
-Certo, digli che arriviamo subito-

In poche parola: lasciaci soli.

-In realtà mi ha esplicitamente obbligato a portarvi con me, dice che tra poco sarà troppo buio e potreste perdervi, e dato che io sono allenato per questo genere di esperienze...- Non sposto lo sguardo dagli occhi di Davide -Sapete tutti benissimo quanto Ty possa diventare arrabbiato.-
Alzo le sopracciglia e scuoto le spalle, come un bambino viziato ma innocente.

Davide guarda sconsolato Jessica.
-Sarà per la prossima volta.-
Gli lancio una delle mie famose occhiate assassine, attento a non farmi vedere da Jessica, che per fortuna ha lo sguardo fisso sulle sue converse. É una sfida tra me e lui, lei non deve sapere assolutamente nulla.
-No, no, le uscite notturne sono vietate per il nostro bene, non ce ne saranno altre. Avete visto quello che é successo l'ultima volta...-
Davide mi guarda malissimo, poi afferra Jessica per mano.
-Andiamo allora.-
Lei annuisce e lo segue come un cagnolino.
-Sì, andiamo.-
Prendo la mano piccola di Jessica (quella libera) tra le mie, stringendola forte.

Tyler ci aspetta alzato e ci guarda infuriato, ma appena si accorge della situazione a dir poco comica e strana che ha davanti a sé, strabuzza gli occhi, confuso,
-Mi volete spiegare che cosa sta succedendo?-
Il suo sguardo investigatore si posa sulle mani allacciate di Jessica e Davide e poi sulle mie.

Alzo le spalle.
-Jessica e Davide si erano persi nella foresta, sono andato a cercarli come mi avevi detto tu.-
Lo guardo attentamente, assicurandomi che mi assecondi.
-Te l'ho detto? Oh, si, già, certo.-
Alzo gli occhi al cielo, quel ragazzo era un frana a mentire.
-Che ne dite se andiamo tutti a dormire?- Jessica ristabilisce la situazione, se ha capito la vera ragione per cui li ho portati via di lì non lo dà a vedere, mostrandosi indifferente -La notte é ancora lunga...-

Aspetto che sia Davide a staccarle la mano per primo, un'altra piccola vittoria da non dimenticare.
Un piccolo passo alla volta e sono sicuro che presto si arrenderà.
Sorrido al pensiero di lui lontano da Jessica e sprofondo nel sonno, accompagnato da una traccia di quel sorriso indelebile.

Un Harry un po' confuso...
Voi avete le risposte alle sue domande?
Che cosa gli sta succedendo?
È il comportamento di Jessica? Lo trovate strano o opportuno?
Cosa avreste fatto nella sua situazione?

Votate e commentate, alla prossima!!

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