Prologo

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Una ragazza camminava dall'altro lato della strada, i lunghi boccoli castani riversi sulla schiena coperta da un mantello nero che arrivava fino a terra.

Lo guardò per un millesimo di secondo, fermandosi, negli occhi chiari un invito silenzioso che non avrebbe mai espresso a parole; poi gli diede le spalle e sparì dietro l'angolo di un edificio là vicino, sfiorando il muro a lui visibile con le dita di una mano.

Doveva averla. Doveva assolutamente essere sua.

Assicurandosi di avere ancora il volto ben celato dalla maschera, seguì la fanciulla con un'urgenza quasi famelica, la mano stretta all'elsa della spada nel fodero per usarla in caso ce ne fosse stato bisogno.

Come l'ultima volta.

Girò l'angolo dietro il quale aveva visto scomparire la ragazza senza nome, ansioso di averla tra le braccia e di stringerla a sé con tanta forza da rischiare di toglierle la vita.

Rise di se stesso a quel pensiero, ma il sorriso che gli si era formato tra le labbra si raggelò istantaneamente in un'espressione di puro terrore.

Si ritrovò di fronte ad un vicolo buio tra due palazzi enormi, un posto che probabilmente non aveva mai conosciuto la luce del sole: alcune casse vuote erano state accatastate una sopra l'altra in fondo al muro, in modo disordinato e disinteressato, e solo una finestra dei due edifici era rivolta su quella stradina sottostante.

Ma non fu questo ad immobilizzare il ragazzo.

Sembrava che la fanciulla senza nome si fosse volatilizzata in quello che era a tutti gli effetti un vicolo cieco, senza vie d'uscita.

E lui era rimasto da solo.

E lui era rimasto da solo

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Lilium: Il Sortilegio del Calice d'OroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora