V - La bambina del fiume

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"Sul suo corpo non ho trovato segni di violenza o di tentato annegamento, signore".

George Thomson annuì alla frase del medico accanto al cadavere della ragazza e le si avvicinò con sguardo assorto: aveva gli occhi strabuzzati in un'espressione di profondo dolore, la bocca chiusa e viola, il volto pallido, angosciato e terrorizzato.

Sapeva di essere ad un passo dalla morte e tale consapevolezza le aveva indurito i tratti del viso prima che al suo corpo venisse strappata via l'anima.

Era bella, minuta, giovane. Troppo giovane.

"Quanti anni aveva?", chiese George al medico al suo fianco, voltandosi a guardarlo: non sopportava più di vedere lo sguardo di quel piccolo cadavere riverso sulla sponda del fiume, che avrebbe avuto davanti tutta la vita da vivere se solo il destino si fosse mostrato più gentile nei suoi confronti.

"Quattordici o quindici", rispose infatti il medico. Nonostante i suoi vent'anni fossero abbastanza evidenti dalla muscolatura e dal volto privo di rughe, nei suoi occhi chiari si leggeva con chiarezza quanta esperienza avesse acquisito in quel campo, perciò George non dubitò nemmeno per un momento la veridicità delle sue parole e si costrinse a guardare ancora una volta la piccola vittima ai suoi piedi.

Sentì una folla di curiosi muoversi alle sue spalle per osservare la scena da vicino, tentando al tempo stesso di produrre meno rumore possibile per non disturbare il lavoro dell'investigatore, del notaio accanto a lui e del medico.

Ma il silenzio si interruppe quando l'urlo di una donna sembrò squarciare il cielo in due, correndo verso di loro con una tale velocità che George rimase senza parole nel vederla all'improvviso davanti a sé.

Si portò le mani nei capelli, d'un tratto apparentemente incapace di proferire parola, e non accennò a staccare gli occhi da quelli senza vita del cadavere.

"La mia bambina!", gridò con tutta la voce che aveva in gola, mentre le forze venivano a mancarle e si inginocchiava di scatto al suo fianco. "La mia bambina!".

Un uomo corse verso di lei per cingerle le spalle e stringerla a sé, accovacciandosi come per assumere la stessa funzione di uno scudo protettivo.

O come se avesse semplicemente bisogno di un sostegno.

Mentre la donna urlava di dolore e lunghe ciocche scure le rimanevano fra le dita delle mani, l'uomo al suo fianco singhiozzava in silenzio e si sporgeva in direzione della ragazzina per poterle chiudere gli occhi.

Lo strazio di una madre e le lacrime di un padre che assistevano alla morte della loro bambina, quando invece – secondo l'ordine naturale della vita – avrebbe dovuto essere il contrario.

Nessun genitore avrebbe mai trovato la forza di sopravvivere al proprio figlio.

Il pensiero di George corse di nuovo al viso di Alease e si costrinse a spostare lo sguardo sulle colline che circondavano il centro di Gardelium, nonostante non potesse far nulla per evitare di continuare a sentire le grida disumane della donna e i singhiozzi sommessi dell'uomo al suo fianco.

Nel frattempo, la ragazzina assisteva allo strazio dei suoi genitori con il petto immobile e gli occhi chiusi.

"Da quanto tempo è stato ritrovato il cadavere?", chiese George al medico a bassa voce, mentre il notaio al suo fianco si preparava a prendere appunti.

"Circa venti minuti fa, da una passante", rispose quello, senza però staccare gli occhi dalla scena angosciante di fronte a lui. "È morta da poco, forse un'ora o due".

Mentre il fiume scorreva pigro e silenzioso – a causa delle urla della donna che sovrastavano tutto il resto –, il corpo della ragazzina giaceva immobile ai piedi dei genitori: sembrava avesse incontrato un ostacolo sul suo cammino, probabilmente un masso, impedendole quindi di continuare a muoversi insieme alle acque e riversandosi di conseguenza sul terreno.

Lilium: Il Sortilegio del Calice d'OroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora