XX - Amici nemici

1.1K 96 20
                                    

Tutta la messinscena sembrò cominciare a crollare in un tempo inversamente proporzionale a quello che era stato necessario a mettere in atto la farsa insieme a Lorenzo: un particolare tanto insulso rischiava di cacciare nei guai la madre della sua migliore amica, visto che – evidentemente – i sospetti malcelati di Trevor non sembravano bastare.

Poi qualcuno indicò un oggetto lucente a terra, urlando: "Quello è un coltello insanguinato! Che sia anche l'arma del delitto?".

"Da quanto tempo era qui?".

"Che fine ha fatto il resto del corpo?".

"Come mai nessuno ha visto niente prima?".

Mormorii poco piacevoli iniziarono a levarsi dalla folla, mentre George si rialzava e si portava una mano sotto il mento. "Teresa sembra essere morta da tempo, considerando la consistenza del suo sangue, eppure la sua testa è stata trovata adesso. Sembra quasi che il suo assassino voglia dirci qualcosa".

Alease posò gli occhi su ogni singolo presente, cercando avidamente il viso di Trevor; sapeva che l'odio che provava per lui sarebbe emerso con ancora più violenza non appena l'avesse visto, ma tutto ciò non le importava e al momento voleva solo che lui si convincesse dell'innocenza di Pauline.

Lo trovò dietro un signore abbastanza alto da coprirlo quasi fino agli occhi e Alease si gustò la sua espressione sgomenta e raccapricciata; poi Trevor si spostò di lato per vedere meglio la scena del crimine e solo in quel momento la ragazza fu in grado di scorgere i numerosi lividi che gli coloravano il volto; con ogni probabilità, Jad si era dato parecchio da fare.

Un sorriso inaspettato si fece largo fra le labbra di Alease, così spontaneo e sincero da impedirle di rendersi conto che, in un evento come quello, mostrare un vago cenno di felicità non era proprio la cosa migliore da fare.

Cercò di ricomporsi con più fretta possibile, proprio mentre George invitava i presenti a tornare a casa e a non pensare più a ciò che era appena successo: l'unico modo per salvarsi, evidentemente, era essere prudenti sempre e comunque.

La folla iniziò con lentezza a diradarsi, ma una figura alta e dallo sguardo furbo cominciò ad avvicinarsi ad Alease con le labbra serrate.

Per un momento ebbe davvero il timore che Lorenzo fosse tornato ad ucciderla, finché non alzò gli occhi per incontrare quelli di Marcus Noter, il notaio di suo padre.

Era sempre stato un tipo silenzioso e riservato, tremendamente intelligente e curioso: non c'era da sorprendersi che George lo avesse scelto come suo aiutante.

"Ciao, Alease", esordì, inchinandosi formalmente al suo cospetto. "Non mi aspettavo di vederti qui".

Sentire la sua voce la sorprese più del fatto che le avesse appena rivolto la parola, ma non abbastanza da impedirle di rispondergli: "A volte mio padre si rifiuta di parlarmi dei suoi casi, quindi ho pensato fosse meglio venire di persona, soprattutto se si tratta di qualcuno così vicino a me e ad Emily".

Marcus socchiuse per un attimo gli occhi scuri, come se non avesse minimamente creduto alla sua bugia. "Capisco. Non penso che lui ti abbia visto: io mi sono accorto della tua presenza solo quando ti ho vista sorridere".

Se le avesse tirato un pugno, le avrebbe fatto meno male: i suoi sensi di colpa riaffiorarono ancora più forti di prima, capaci di farla arrossire con violenza e togliendole la capacità di parlare. Come avrebbe mai potuto rispondere ad un'accusa del genere?

"Sbagli a pensare che sia stata io a decapitare Teresa", borbottò infine, cercando con tutta se stessa di non distogliere gli occhi dai suoi.

Effettivamente non era stata lei, ma allora perché le sembrava di aver appena mentito?

Lilium: Il Sortilegio del Calice d'OroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora