XXIII - Confessioni

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Il tuffo al cuore che colpì Lorenzo fu la reazione più umana che gli fosse mai capitata in quell'ultimo periodo: per la prima volta, il suo segreto rischiava davvero di essere scoperto e niente gli assicurava che qualche malintenzionato non volesse metterlo in pericolo in modo definitivo.

Il suo scontro con Marcus gli stava forse costando il futuro?

Madeleine rimase congelata nella sua perfetta immortalità, come se il tempo scorresse e lei ne fosse del tutto immune: lingue di fuoco sembravano illuminarle gli occhi verdi come il mare, lasciando che Lorenzo intuisse la rabbia che si era impadronita di lei nel momento in cui si era lasciato sfuggire una parola di troppo.

L'ospite non aveva bussato alla porta, quindi nessun membro della servitù si era disturbato ad andare ad aprire.

Lorenzo non aspettò un secondo di più e si precipitò a passi grandi e furiosi all'ingresso, ignorando gli sguardi scioccati e intimoriti delle cameriere che incontrò sul suo cammino.

Aprì la porta con la mano ben ferma sull'elsa della spada, pronto ad ogni eventuale attacco che si sarebbe potuto verificare nell'istante in cui avesse accolto l'estraneo.

In un primo momento non vide nessuno sulla soglia, finché non assottigliò gli occhi abbastanza da scorgere una figura femminile dirigersi di corsa verso il sentiero conducente al centro di Gardelium, dandogli le spalle.

Da quella posizione Lorenzo non avrebbe potuto indovinare la sua identità al cento per  cento, ma il suo passo gli era in qualche modo familiare e ciò aumentò notevolmente il terrore che nel frattempo si stava impossessando di lui.

"Alease", disse soltanto, a voce abbastanza alta da farsi sentire anche a quella distanza.

La corsa rallentò di poco al suono di quel nome e Lorenzo ne approfittò per coprire a grandi passi i pochi metri che li dividevano, pensando con una strana e sconosciuta disperazione al racconto fasullo che le avrebbe rifilato non appena lei gliene avesse dato l'opportunità.

I suoi boccoli scuri ondeggiarono quando Lorenzo le cinse un polso con una mano, in una presa dalla quale lei non sarebbe potuta scappare neanche se vi avesse impiegato tutte le forze di cui era capace.

Alease si divincolò per circa due secondi, poi smise di reagire di scatto e si voltò con una lentezza calcolata verso Lorenzo, inchiodandolo sul posto con uno sguardo gelido e distaccato.

"Avevo intuito il fatto che fossi tu l'assassino di cui tanto parlano ultimamente", esordì con tono piatto e le labbra strette. "Mi sfuggiva solo il motivo per cui ti sentissi quasi in dovere di compiere tutti questi omicidi".

Con quelle frasi, ogni singolo piano di Lorenzo andò in fumo: Alease era a conoscenza del suo segreto e aveva fatto in modo che lui non nutrisse sospetti in merito; iniziò a temere per la sua incolumità, come se la sua momentanea e falsa amicizia con Alease fosse – anche da parte della ragazza – solo una recita; lo scopo per cui si era resa necessaria era ancora da scoprire, eppure, chissà per quale motivo, in risposta a tale quesito l'immagine del suo fidanzato continuò ad apparire nella sua mente con un'insistenza fastidiosa e spaventosa.

Lui e Alease lo volevano morto, non sembrava esserci altra spiegazione.

"Per l'amor di Dio, almeno adesso abbi la decenza di dirmi la verità", continuò Alease, approfittando della sorpresa di Lorenzo per sfilare via il proprio polso dalla sua presa.

Ormai Alease aveva scoperto tutto, quindi – se anche avesse mentito – non gli avrebbe creduto e Lorenzo non avrebbe potuto impedire né a lei e né al suo ragazzo di divulgare il suo segreto all'intera popolazione di Gardelium.

Lilium: Il Sortilegio del Calice d'OroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora