VII - Uno scherzo del destino

1.7K 124 26
                                    

Alease era già scappata una volta, ma evidentemente non era bastato.

L'uomo mascherato era lì, di fronte a lei, con un lume di candela fra le dita e un sorriso disegnato tra le labbra.

E conosceva il suo nome.

Se fosse fuggita di nuovo, lui l'avrebbe raggiunta persino fino a casa sua?

Le avrebbe impedito di uscire da quella stanza dopo averle, in apparenza, salvato la vita?

Aveva ucciso uno dei suoi aggressori solo per avere il piacere di farlo di persona?

Alease indietreggiò di due passi, fino a sbattere la schiena contro il muro accanto alla porta laterale da cui erano entrati poco prima: doveva soltanto voltarsi a destra e tornare nel vicolo, per poi sparire in mezzo alla folla dell'Osteria di Bacco.

"Non scappare", le disse l'uomo con un ulteriore sorriso, intuendo i suoi pensieri dalla scintilla che le aveva acceso gli occhi. "Riuscirei a prenderti e lo sai".

Era stato in grado di trovarla fuori dal locale e l'aveva anche messa in trappola.

"Chi siete?". Alease avrebbe voluto chiederglielo con voce ferma e decisa, ma tutto ciò che le uscì fu un rantolo misto ad un urlo represso a malapena.

Quella notte aveva rischiato la vita troppo spesso e ogni volta qualcuno l'aveva aiutata.

Forse non sarebbe stata di nuovo così fortunata.

L'uomo si concesse una breve risata e le indicò l'uscita con la mano libera. "Chiudi la porta, Alease".

Le sopracciglia della ragazza scattarono verso l'alto: quell'estraneo non solo l'aveva pedinata per tutta la serata, ma pretendeva pure che lei rinunciasse definitivamente alla possibilità di scappare.

Alease strinse le labbra per impedirsi di rispondere con una frase che con ogni probabilità le sarebbe costata la vita, poi incrociò le braccia ostentando un'aria forte e presuntuosa: se si fosse mostrata sicura avrebbe potuto evitare, almeno in parte, che la sua paura trasparisse e si impossessasse di lei.

"Sento perfino da qui i battiti frenetici del tuo cuore", rise l'uomo. Si portò le dita alla pistola sporgente dalla cintura e, con l'ennesimo sorriso pericoloso, aggiunse: "Chiudi la porta o lo farò io".

Alease non dubitò affatto delle sue parole e si sporse con prudenza per raggiungere la maniglia in questione, ma senza staccare nemmeno per un istante lo sguardo da quello dell'uomo.

Quando la porta si chiuse lasciandoli soli, lui le si avvicinò con una certa calma fino a starle di fronte, motivo per cui Alease si ritrovò ben presto a dover alzare la testa per poterlo guardare in faccia: occhi azzurri e intelligenti la scrutarono dall'alto mentre un sorriso candido e malizioso gli ammorbidiva le labbra; folti capelli scuri si intravedevano sopra la maschera e incorniciavano un volto dalla pelle perfetta e dalla barba rada.

È bello.

Si portò una mano alla cintura, accanto alla pistola, ed estrasse una lunga spada lucente dal fodero: uno scintillio omicida gli passò nello sguardo e alzò il braccio armato per premere la lama sulla gola di Alease.

E sta per uccidermi.

***

"Lorenzo".

Questi si girò verso la porta della camera e osservò la ragazza fare il proprio ingresso con solo una vestaglia addosso.

La prese per mano e la accompagnò al letto per farla sedere, quindi lei lo avvicinò a sé con impazienza tirandolo dalla vita: dopo cominciò a lasciare scie di baci lungo tutto il suo addome, sorridendo ad ogni sussulto di lui e alle sue contrazioni involontarie dei muscoli.

Lilium: Il Sortilegio del Calice d'OroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora