XXV - L'altro volto della Chiesa

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Lorenzo sfruttò tutta la propria agilità per tuffarsi in modo dignitoso sotto al letto di Alease, mentre l'ombra di un uomo si allungava sul pavimento dallo spiraglio della porta.

Il ragazzo poté sentire con una certa distinzione il formicolio che intanto stava prendendo possesso delle sue mani: se fosse stato Marcus Noter, non credeva di potersi trattenere dall'istinto di prenderlo a pugni una volta per tutte.

Aveva sempre odiato chi aveva l'istinto di intromettersi negli affari altrui, e Marcus rispecchiava esattamente il tipo di persona che Lorenzo avrebbe volentieri preso a calci ripetutamente, o perlomeno fino a fargli dimenticare la voglia di impicciarsi nei fatti suoi.

Ma il passo pesante dell'uomo non corrispondeva al fisico snello del notaio in questione, e Lorenzo ne ebbe la conferma quando lo sentì piegarsi verso Alease per lasciarle un bacio delicato e indubbiamente paterno.

Immaginò la reazione di George se l'avesse trovato sul letto accanto a sua figlia, poco tempo dopo essere venuta a conoscenza del fatto che la sua stessa bambina avesse già passato una notte con il suo fidanzato.

Il formicolio alle mani tornò presto a farsi sentire, e con riluttanza dovette ammettere a se stesso che avrebbe piacevolmente preso a pugni anche lui... se solo avesse potuto.

Ma era ovvio che non poteva.

George restò accanto alla figlia per qualche altro secondo, prima di indietreggiare fino alla porta e richiudersela alle spalle mentre usciva.

Lorenzo sgattaiolò fuori dal letto nel modo più silenzioso possibile, in caso l'investigatore fosse ancora nei paraggi e fosse in grado di sentirlo.

L'espressione di Alease era rimasta la stessa di prima, evidentemente stava ancora dormendo e non si era proprio accorta della visita del padre.

In base a questa constatazione, Lorenzo sospirò per farsi coraggio e si piegò a sua volta verso di lei per baciarla su una guancia come aveva fatto George, seppur con un'intensità decisamente diversa; se anche l'avesse svegliata, non gli sarebbe importato.

La lontananza dal calice sembrava aver davvero il potere di ridargli anche solo un briciolo dell'umanità che lo stava abbandonando con il passare dei giorni, e in quel preciso istante capì di esserne contento.

Evidentemente, non tutti i mali venivano per nuocere.

Si rimise dritto a malincuore, non riuscendo a dare un nome all'onda di emozioni che stava iniziando a travolgerlo. Si diresse alla finestra con lentezza, come a voler ritardare il momento in cui se ne sarebbe dovuto andare via.

Si voltò ancora una volta nella sua direzione e ringraziò il cielo di essersi concesso quell'ultimo sguardo.

Fra le labbra di Alease era fiorito un sorriso.

***

Trascorsero altri tre giorni dalla sera in cui Jadus, secondo i suoi piani, avrebbe dovuto fare il suo ritorno a Gardelium: Alease ormai non si disturbava neanche più a tentare di nascondere la sua ansia e Lorenzo dovette usare tutta la sua persuasione per convincerla a non partire a sua volta per Railand.

Era talmente distratta che rischiò di essere investita da una carrozza che correva a tutta velocità fra i passanti, a tal punto da indurre Lorenzo a prenderla per le spalle e trascinarla lontana dal veicolo prima che fosse troppo tardi.

Lo sguardo della ragazza si accese all'improvviso, come se si fosse resa conto di essere stata ad un passo dal perdere la vita, e una furia quasi disumana si impossessò dei suoi lineamenti.

Lorenzo non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo, che la vide correre in direzione della carrozza con i pugni alzati, intenta a gridare senza ritegno finché il cocchiere non fu costretto a fermarsi.

Lilium: Il Sortilegio del Calice d'OroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora