XV - Il figlio del passato

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La risposta gli salì alle labbra con tale rapidità che riuscì a fermarla a malapena.

L'impulso di correrle incontro e stringerla a sé era quasi doloroso, tanto da costringerlo a chiudere le mani a pugno per impedirsi di accarezzarle il viso.

Madeleine era poggiata allo stipite della porta con una spalla sola e le braccia incrociate, mentre il suo sguardo furbo e misterioso indugiava su Lorenzo come se conoscesse ogni singola sfumatura dei suoi segreti più intimi.

Non aspettò una sua risposta e non batté ciglio quando questi si inchinò al suo cospetto, lasciando riemergere il suo animo da soldato che sembrava essere andato perduto per sempre.

Il suo passato si rimpossessava di lui solo quando gli si parava davanti colei che gli aveva donato un futuro.

"Alzati", borbottò Madeleine con un vago gesto della mano, come se la sola vista di quella sottomissione fosse talmente pietosa da nausearla. "Dobbiamo parlare".

L'animo ribelle di Lorenzo scattò a quella scortesia e si rimise dritto prima ancora di rendersene conto: non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, indugiando su ogni singolo particolare del suo abito nero che l'avvolgeva come se facesse parte di lei; l'unica cosa a cui riuscisse a pensare era proprio la tentazione di scoprirla e farla sua.

Dopotutto, era pur sempre una donna.

Lorenzo cercò di mettere a tacere i suoi desideri indecenti e incrociò le braccia al petto, sollevando il mento. "Ho un paio di domande da porti".

Madeleine iniziò a girovagare per la stanza, guardandosi intorno con una certa curiosità e ammirazione. "A quanto vedo, ti sei sistemato bene".

Ma Lorenzo non aveva voglia di riparlare di Beatrice Allison, né dei suoi primi giorni da aspirante immortale: aveva visto Madeleine solo due volte, fino a quel momento, pertanto aveva un disperato bisogno di avere una risposta definitiva ai suoi dubbi.

Ignorò senza troppi complimenti la sua constatazione e le chiese: "Come mai il calice d'oro contiene più gocce del normale?".

Gli occhi verdi di Madeleine si congiunsero ai suoi con tanta velocità da spaventarlo, mentre un sorriso storto e carico di sottintesi le deformava le labbra. Non si aspettava da parte sua una certa attenzione ai dettagli, evidentemente, ma ben presto si strinse nelle spalle e sospirò: "Quante gocce ti è sembrato contenesse?".

"Una quindicina", rispose Lorenzo in automatico.

"Quante vittime avevi ucciso, fino a quel giorno?".

Lorenzo ripensò a Megan Kristian, a suor Anna, alla piccola Wendy e ad Ashley Drestore, prima di risponderle: "Quattro".

Madeleine assottigliò lo sguardo e gli domandò: "E quanto tempo hai fatto passare tra un omicidio e l'altro?".

"Due settimane".

La donna si portò la lingua alle labbra, come se stesse assaporando il momento in cui Lorenzo avrebbe finalmente capito il collegamento fra tutti quei numeri. "In teoria, avresti dovuto uccidere una ragazza ogni due mesi. Però tu, preso dalla voglia di raggiungere l'immortalità con una certa fretta, hai accelerato le cose e in due mesi ne hai ucciso ben quattro: quindi, due al mese".

Lorenzo seguì il suo ragionamento con una certa fatica, nonostante stesse soltanto evidenziando l'ovvio: non gli aveva detto nulla che non sapesse già, ma allora perché aveva la sensazione che la risposta fosse tanto ovvia da sfuggirgli?

"In due mesi hai ucciso quattro donne, anziché una sola", continuò Madeleine, godendosi l'espressione confusa del ragazzo e trattenendo a malapena un sorriso divertito. "Hai quadruplicato la velocità con cui avresti dovuto portare a termine il lavoro che ti avevo assegnato".

Lilium: Il Sortilegio del Calice d'OroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora