X - Una reazione istintiva

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La presa si fece più stretta e una fitta di dolore si propagò lungo tutto il suo braccio.

Avrebbe cercato di urlare, pur di salvarsi? Qualcuno avrebbe fatto caso a lei in tutta quella confusione? E, se anche l'avessero notata, avrebbero davvero tentato di aiutarla?

La Pasqua si avvicinava, ma le persone non cambiavano. Non lo avevano mai fatto.

Alease ingoiò il groppo di lacrime che le si era appena formato nella gola e tentò, inutilmente, di opporsi con degli strattoni mentre veniva trascinata nel confessionale posto nella navata laterale di destra.

Era così presa dal panico che smise di pensare nel momento stesso in cui Trevor la spinse dentro lo spazio angusto richiudendosi la porticina alle spalle.

Alease doveva avere un'espressione di puro terrore, considerando il sorriso divertito di Trevor, e non riuscì in nessun modo a staccare il suo braccio dalla propria vita.

"Non sei curiosa di vedere se il tuo colpo dell'altro giorno è andato a segno come speravi?", la stuzzicò lui, tenendole una mano dietro la testa per fare in modo che la sua bocca premesse contro la propria spalla e, di conseguenza, per impedirle di gridare. "Purtroppo per te, fra poco scoprirai che i tuoi sforzi sono stati del tutto inutili; ma è giusto che io mi vendichi".

Alease tentò di urlare, ma tutto ciò che le uscì fu un rantolo indefinito e Trevor non riuscì a non ridere di quel suono tanto assurdo. La prese per le spalle e la sbatté con violenza contro la parete, mentre la vista di Alease si annebbiava per un attimo a causa del dolore.

"Non ti sentirà nessuno", le mormorò, portando le mani sempre più giù, in direzione delle gonne. "Qui fuori ci sono i miei amici".

Appena Alease sentì le dita di Trevor sulla pelle nuda delle gambe, qualcosa scattò nella sua testa.

Si stava ritrovando in quella situazione fin troppe volte, ne aveva davvero abbastanza.

Trevor la desiderava, era evidente, ma Alease non era Emily: era riuscita a dimenticarlo molto tempo prima e ora la sua presenza la disgustava in modo particolare.

Il suo pensiero corse all'amica, al suo coraggio nel volersi vendicare e alla debolezza dimostrata dopo aver fallito nel suo intento; corse a George, un uomo che forse in quello stesso momento stava cercando la figlia in mezzo ad una folla apparentemente infinita; poi corse a Jadus, il ragazzo che la stava aiutando a provare dei sentimenti genuini verso qualcuno mentre cercava di insegnarle a difendersi.

Le lezioni di combattimento. Gli allenamenti.

Jad.

Dove diamine aveva la testa?

L'istinto di Alease agì al posto suo: approfittando della posizione del viso di Trevor vicino alla vita, alzò di colpo una gamba per tirargli una violenta ginocchiata al mento: sentì con chiarezza i suoi denti urtare gli uni contro gli altri, ma non si lasciò impressionare e gli tirò un calcio allo stomaco con tanta forza da fargli sbattere la schiena alla porticina, per poi accasciarsi a terra scuotendo la testa.

Alease tentò di abbassare la maniglia per poter uscire, però le dita di Trevor si strinsero attorno ad una delle sue caviglie e, facendole perdere l'equilibrio, la tirò su di sé.

Per non ferirsi al viso, Alease usò le mani per arrestare la caduta e si ritrovò a quattro zampe sul corpo di Trevor, le cui gambe erano costrette a rimanere piegate per lo spazio stretto in cui si trovavano.

Alease pensò fosse meglio prenderlo a schiaffi fino a fargli perdere i sensi, ma il ragazzo fu più veloce di lei e le cinse i polsi usando entrambe le mani. Il suo sorriso era storto ed eccitato quando le disse: "Mmm, questa posizione mi piace molto".

Lilium: Il Sortilegio del Calice d'OroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora