XXVIII - Il colpevole

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Non appena si presentò all'entrata del convento, la suora che li aveva accolti la prima volta lo guardò con occhi sospetti, come a chiedersi se avesse bisogno di altro.

Ma Lorenzo la ignorò senza problemi, allungando il collo dentro l'edificio con la speranza di trovare le due giovani ragazze che aveva notato la settimana scorsa.

"Si può sapere cosa ti prende, figliolo?", gli chiese la suora anziana, parandosi fra lui e la porta per impedirgli di entrare.

"Devo parlare immediatamente con due suore", le rispose lui, senza abbandonare la ricerca.

"Chi?".

"Non so il loro nome, a dire il vero", le confessò, e per la prima volta abbassò lo sguardo su di lei. "Ma sono molto giovani e lunedì scorso erano qua vicino, quando io ed Alease siamo entrati".

"Ah!", esclamò la suora. "Grazia e Chiara".

Lorenzo scrollò le spalle, non potendo confermare o negare.

La suora si fece da parte per lasciarlo entrare, per poi condurlo lungo lo stesso corridoio della volta precedente.

Nel giardino in cui avevano parlato per ore di Ilary e del cardinale Waldras, Lorenzo trovò le stesse due giovani suore che si erano incuriosite nel vederlo entrare nel convento insieme ad Alease.

Arrossirono entrambe all'istante, però si alzarono comunque per salutare l'ospite con dei sorrisi appena accennati. Erano più piccole di Alease e Lorenzo avrebbe giurato che avessero meno di sedici anni, ma non si lasciò distrarre più di tanto da tale constatazione e chiese subito loro di poter andare a parlare in privato.

La suora anziana li seguì con lo sguardo con espressione sospetta, mentre Lorenzo cercava di apparire disinvolto e tranquillo.

Entrarono in una stanza scarsamente illuminata dal sole, fredda e poco accogliente, quasi come se considerassero la visita del ragazzo una sorpresa piuttosto spiacevole.

Era ancora abbastanza abile da riuscire ad ammaliare le ragazze con la semplice forza dello sguardo? Sarebbe stato in grado di indurle a confessare la verità, a patto che fossero davvero coinvolte?

Decise di non sprecare altro tempo: fissò i propri occhi in quelli della ragazza più alta, accennando un sorriso sghembo che ebbe immediatamente il potere di confonderla.

"Come vi chiamate?", le chiese con voce suadente.

"Grazia", rispose di scatto lei, all'improvviso con le guance scarlatte.

"Cosa pensate del cardinale Waldras?", continuò lui, avvicinandosi sempre di più.

Per poter guardarlo, Grazia dovette alzare parecchio il viso, il che la fece arrossire ulteriormente. "Non mi è mai piaciuto".

L'altra ragazzina, Chiara, si lasciò sfuggire uno sbuffo silenzioso.

Lorenzo spostò subito la propria attenzione su di lei e la indusse, senza volerlo, ad indietreggiare per la paura.

"Volete aggiungere qualcosa?", le domandò, sforzandosi di non smettere di sorridere.

Chiara incrociò le braccia al petto e alzò il mento in segno di sfida. "È un brav'uomo".

"Bravo a letto", la corresse Grazia con aria disgustata, a voce bassissima.

Chiara le lanciò un'occhiataccia tale che Lorenzo temette per un istante che stesse per prenderla a pugni, ma poi spostò di nuovo lo sguardo su di lui e aggrottò le sopracciglia. "Chi siete voi?".

"Credo che conosciate la risposta a questa domanda", le disse con tono serio. "E che siate voi la ragazza che è corsa a fare la spia al cardinale quando io ed Alease siamo venuti al convento, la settimana scorsa, così da ordinare ai suoi due scagnozzi di assalirci".

Lilium: Il Sortilegio del Calice d'OroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora