Capitolo 12

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Ero appena uscita dalla doccia, ogni domenica mattina andavo a fare una corsetta nel parco vicino casa mia e subito dopo mi fiondavo nella doccia che il secondo bagno di casa mia aveva. Mi frizionai i capelli con un asciugamano e ce li raccolsi, parendo una di quelle donne africane che portano in testa il vaso con l'acqua.

Indossai l'intimo e mi coprii con la mia vestaglia color oro scuro, sedendomi poi sul letto -o meglio, stravaccandomici sopra- e presi il portatile, poggiandolo sulle gambe. Lo accesi, entrando su facebook, controllando le notifiche.

«Paola, scendi un attimo!» mi chiamò mia madre dal piano inferiore.

Scesi dal letto, poggiando il pc sul comodino e andai in cucina, dove ce la trovai, intenta a preparare il pranzo -sarebbero venuti i nonni a mangiare da noi- mentre apparecchiava la tavola con il servizio buono. Mi indicò con il capo un pacchetto blu che stava sul piano cucina davanti al microonde.

Mi disse che era per me, così lo presi e tornai in camera, chiudendo la porta. Un odore di menta misto all'odore di fumo mi invase le narici, quando presi in mano il biglietto e lo avvicinai al viso per leggere cosa c'era scritto -ci vedevo il giusto da lontano.

Sapevo esattamente chi era il mittente, non ci voleva un genio per capire che Mattia aveva fatto un gesto carino nei miei confronti. Scartai il pacchetto e mi ritrovai davanti una scatola di cioccolatini della Ferrero, con tanto di fiocchetto rosso.

''Ho portato le rose a tua madre, ma a te i fiori non piacciono e mi sono ricordato della conversazione a casa mia. Spero ti piacciano.'' recitava il biglietto.

Un sorriso mi sorse spontaneo alla vista di tutto ciò, e scattai una foto alla scatola e la pubblicai, scrivendo come didascalia ''dopo la mia corsetta settimanale, niente è meglio di una doccia e una scatola di cioccolatini''.

Mattia Bellegrandi: Vedo che hai gradito il regalo.

Il rumore della chat mi fece sobbalzare quasi dalla paura, dato che il silenzio mi aveva fatto compagnia fino ad ora. Ripresi possesso del pc e lo posai su un pezzo di plastica che serviva apposta per non farlo surriscaldare.

Paola Marotta: Eh direi, a chi non piacciono i cioccolatini?

Presi un Ferrero Rocher e lo portai alle labbra, gustandone il sapore, visto che era tanto che non ne mangiavo uno -dieta maledetta.

Mattia Bellegrandi: Di sicuro non a te ;)

Paola Marotta: Solo perchè te l'ho detto, altrimenti non lo avresti mai saputo.

Mattia Bellegrandi: Ma io sono Mattia Briga, riesco sempre a capire le ragazze.

Paola Marotta: Peccato che io sono indecifrabile.

Mattia Bellegrandi: Non mi sembra, perchè quando vuoi essere baciata, io ti bacio, ed è già una cosa che ho decifrato di te.

Paola Marotta: E sentiamo, adesso che cosa vorrei?

Mattia era davvero più indecifrabile di me,come ragazzo: i suoi occhi verdi trapelavano un vortice di emozioni tutte insieme e c'era sempre quel filo di malizia che gli faceva sempre compagnia; talvolta un sorrisetto divertito o malizioso, mentre altre non riuscivo, purtroppo, a sapere che cosa pensasse, e quindi a prevedere le sue mosse. Il ragazzo in questione si era disconnesso, e io non sapevo più che fare: in fondo, avevo soltanto una scatola di cioccolatini al cioccolato - com'ero sarcastica.

Ne mangiai un altro e poggiai il computer dall'altra parte del letto, sul pavimento; tolsi l'asciugamano dai capelli e lo lanciai sulla sedia della scrivania, poi mi risedetti sul letto con la schiena appoggiata alla testiera. Mi pettinai i capelli -avevo sempre un pettine nel comodino- e poi lo riposi sul comodino. Sentii un rumore provenire dalla mia sinistra, qualcuno stava bussando ripetutamente, e anche con una certa ripetitività e con un certo ritmo.

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