«Paola, vai ad aprire!» urlò mia madre dalla cucina.
Da quando era andato via Daniele, ero rimasta immersa nella vasca, mi ero rilassanta e avevo fatto tutto il mio comodo. Stavo bene, nessuno che mi disturbava -neanche mia madre- e le ragazze non si erano azzardate a chiamarmi.
Mi ero preparata con calma e molto accuratamente, dovevo essere impeccabile per la cena -per Mattia.
Niente era fuori posto, tutto di me mi piaceva sempre di più fino ad arrivare al risultato finale, che certamente avrebbe mandato il moro fuori di testa. Mi ero seduta sul divano, una volta pronta, e avevo aspettato ardentemente l'ora x, e sembrava che finalmente fosse arrivata.
Cercai di non cadere con i trampoli e andai verso la porta, sistemandomi un'ultima volta i capelli e il vestito. Diedi un'occhiata veloce allo specchio alla mia destra e mi convinsi un'ultima volta che andavo bene. Aprii la porta e trovai una Patrizia sorridente con un pacchetto bianco in mano e un Mattia che non credeva ai suoi occhi con un mazzo di rose e un pacchetto blu.
«Ciao Paola» mi salutò Patrizia.
«Prego,entrate» feci loro spazio e li feci entrare in casa mia, chiudendo la porta alle mie spalle «Patrizia, mia madre è in cucina, se volete darmi i giubbotti, li porto sù in camera»
Li presi e li portai nella mia stanza, sentendo lo sguardo di Mattia trapassarmi da parte a parte. Li sistemai sulla scrivania e scesi di nuovo giù, credando nuovamente di non finire con il culo a terra, trovandoceli tutti in cucina.
Le nostre madri avevano già preso a parlare di qualcosa, mentre Mattia era appoggiato al tavolo con una gamba incrociata che mi scrutava attentamente dalla testa ai piedi.
«Paola, non stare lì impalata! Porta Mattia a fare il giro della casa» mi ordinò.
Puntai lo sguardo in quello del moro e mi si avvicinò, capendo che doveva alzare il suo meraviglioso didietro e seguirmi. Non ci eravamo ancora detti niente, forse era proprio colpa delle nostre madri se eravamo così in imbarazzo, però era merito di loro -e dei nostri padri- se avevano fatti dei figli belli così -Mattia mi stava contagiando anche troppo. Lo feci entrare nella mia stanza che mia madre fortunatamente si era presa la briga di sistemare e mi appoggiai alla scrivania, aspettando che dicesse qualsiasi cosa.
«E così, questa è camera tu eh?» si girò su se stesso «letto matrimoniale anche tu, a quando vedo»
«Sorpreso?» incurvai le labbra in un mezzo sorriso.
«Quanti hanno dormito nel tuo letto?» domandò.
«Dormito o fatto altro?» domandai di rimando.
«La seconda che hai detto, ma volevo essere garbato» ammise, leccandosi le labbra.
Un giorno di quelli sarei collassata se l'avrebbe fatto di nuovo, seriamente. Forse lo sapeva e lo faceva apposta, chi lo sa.
«Oh, Bellegrandi garbato.. mi ci potrei abituare» inclinai la testa di lato.
«Goditi questo momento perchè sai che non risuccederà» posò le mani al lato dei miei fianchi, sulla scrivania.
«Quale momento? Quello in cui sei garbato, o quello in cui mi stai per baciare?» mi morsi il labbro inferiore.
«Credo che il secondo che hai detto accadrà molto spesso, quindi lascio a te le conclusioni» sorrise.
Le parole erano praticamente inutili fra me e lui, perchè dopo un po' che parlavamo, alla fine finivamo per fare altro. Premette le sue labbra sulle mie, come sempre, ripetendo sempre la solita routine di scambi di saliva.
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Solo una sfida
FanfictionCopertina: @xEdenB «Aspetta un secondo» prese fiato Gabriele «Mattia Briga Bellegrandi che non ha una ragazza con cui stare? Dai Mattia, non ci credo neanche se ti vedo.» sia Gabriele sia i ragazzi sembravano sbalorditi. «Allora rimediamo subito.» s...