Capitolo 30

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«Che palle» sbuffò Klaudia, agitando la mano per mandare via il fumo che le avevo volutamente soffiato addosso «vedi di metterci poco»

«Sei una lagna» mi lamentai «lo sai che ci metto in media meno di cinque minuti, non fare la scassacazzi»

«Una volta tanto che sono arrivata puntuale, tu mi fai fare ritardo» aggiunse la castana.

«Guarda che il centro commerciale è dietro di noi, non scappa mica» la guardai ovvia.

«Uff, che rottura» incrociò le braccia al petto.

Ridacchiai silenziosamente, finendo la sigaretta. Klaudia era sempre la solita ansiosa ritardataria: arrivava sempre in ritardo, ma se succedeva a te, lo rinfacciava per una vita. Spiaccicai il filtro sotto la suola della scarpa, per poi «contenta?» domandarle, al che la mia amica mi mandò tranquillamente a fanculo. Entrammo dentro, iniziando a guardare le varie vetrine: Klaudia mi aveva trascinata al centro commerciale perchè doveva fare shopping, sua madre le aveva dato una cospicua cifra e lei non aveva perso l'occasione, coinvolgendo anche me, che avevo meno della metà del doppio dei suoi soldi.

Mi portò di peso dentro H&M, costringendomi a reggerle gli abiti mentre lei ne sceglieva altri, per poi portarli al camerino.

«Esigo una paga a fine giornata» decretai, sedendomi di fronte al camerino.

«Ti pagherò il frullato a scuola» ridacchiò.

Scossi la testa divertita, aspettando che si provasse ogni singola cosa e preparandomi psicologicamente per dirle che le stava bene tutto ma che doveva prendere una quantità minima di vestiti, in quanto avevamo da girare ancora tutto il centro commerciale. Tirai fuori il telefono dalla borsa, dato che prese a suonare.

Un nuovo messaggio ore 10.54
da: Mattia
Hey, che fai? Aspetti con ansia oggi pomeriggio?

Mi stupii che ci avesse messo così tanto per scrivermi. Di solito, mi rompeva l'anima a forza di sms, whatsapp e chiamate, mentre oggi si era controllato. Forse stava rivedendo il piano del pomeriggio, per vedere se aveva programmato tutto alla perfezione.

Un nuovo messaggio ore 10.55
a: Mattia
Guarda che non sono mica come te, che ti penso sempre eh. Sono a fare compere con Klaudia. O meglio, è lei a fare compere, io sono qua che aspetto. Tu?

Sentii Klaudia sbuffare e un'imprecazione, riguardo a tre taglie sbagliate di due maglie ed un vestito. Cambiai posizione sulla sedia, aspettando.

Un nuovo messaggio ore 10.57
da: Mattia
Oh, quanta sicurezza infondata! Dovrò farti calare un po' di autostima, carina. Sto guardando un po' di tv, ma avevo intenzione di andare in palestra prima di oggi pomeriggio. Mi sa che dovrai aspettare per vedermi, tesoro.

Scossi la testa divertita, ma prima che potessi rispondergli, Klaudia uscì dal camerino, la pila di vestiti fra le braccia e in una mano tre cose che aveva scelto di comprare in quel negozio. Lasciò ciò che non le serviva su un bancone lì vicino, pagò e mi trascinò in un altro negozio: e quello era solo l'inizio.

«Provatelo» mi incitò la mia amica.

«Ma no dai, siamo venute qui per te» cercai una scusa.

Eravamo entrate dentro TopShop, e avevo intravisto un abito davvero carino che poteva fare al caso mio -color crema, con la gonna leggermente a campana, pizzo nero sulla schiena e leggermente sul seno-, ma detto francamente non avevo voglia di rovinare il pomeriggio di shopping sfrenato a Klaudia, nè tantomeno avevo voglia di togliermi i vestiti -«Infatti è meglio se te li tolgo io» mi venne in mente la voce di Mattia-, perciò avevo cercato di passare inosservata -fallendo- di fronte agli occhi della castana.

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