La pioggia quando sta per arrivare ti avverte: l'aria calda, il cielo grigio, le nuvole, il sole scomparso, i tuoni; e poi le prime gocce di pioggia, quelle che ti fanno prendere subito l'ombrello perchè non ti vuoi bagnare, e poi l'acquazzone vero e proprio.
Anche la neve ti avverte: la temperatura estremamente fredda e sotto lo zero, il cielo bianco, la pioggerellina che ha acquistato consistenza, la vista annebbiata.
I tuoi genitori ti avvertono quando ti stanno per mettere in punizione, o meglio, ti mandano gli avvertimenti: lo sguardo serio e severo, il tono di voce che non ammette repliche, la sgridata.
Il passato non avverte quando decide di tornare: tu pensi che sia passato -lo dice la parola, no?-, ed invece è lì, pronto a ripresentarsi davanti a te: Federico, un lampo a ciel sereno, l'ultimo gradino di una scala che si pensava aver concluso e che ci fa inciampare, qualcosa di inaspettato. Era forse un segno del destino? No, impossibile, il destino era stato carino con me fino a qualche settimana fa, questa era sfiga.
Non credevo nel ''felici e contenti'', ma un briciolo di felicità sì, dannazione!
«Vuoi qualcosa, delizia?» Federico si alzò prendendo dalla tasca posteriore dei jeans il portafoglio nero in pelle.
«Una ciambella alla vaniglia e un cappuccino, grazie» gli sorrisi debolmente.
Avevo accettato ad uscire fuori 'come amici' per una merenda da qualche parte -anche se amici non eravamo-, come due persone che si sono perse per tanto tempo e che volessero aggiornarsi sull'accaduto: il problema era che, non eravamo amici, nè due vecchi conoscenti. Solo due ex, uno dei quali stava cercando ancora di rimettere a posto i pezzi che l'altro aveva lasciato. Per qualche forza sconosciuta però, gli avevo detto di sì, nonostante quello che mi aveva fatto, perchè forse anche io ero in un certo qual modo legata al passato.
Forse, una parte di me era ancora legata a Federico, inevitabilmente. Ma volevo essere legata a lui?
Le ferite si erano riaperte del tutto -anche perchè, non si erano mai richiuse- una volta che lo vidi, e mi sono dovuta mettere l'anima in pace, perchè lui era davvero lì in carne ed ossa.
«Ecco a te, delizia» tornò con un vassoio colmo di cibo.
La torta al cioccolato che mia madre aveva lasciato per me e Paolo era davvero così invitante, che non sono riuscita a resistere. Ne volli assaggiare un pezzo, perchè aspettare? Era buona, anche se mia madre non era mai stata brava con i dolci, il 'cake boss' di casa era sempre stato papà. Il primo pezzo lo divorai subito, ma poi ne seguirono altri due, e anche abbastanza grandi.
«Paola, ma dove sei finita?» Federico arrivò in cucina.
Mi fermai a guardarlo, la bocca piena di torta al cioccolato, un pezzo ancora in mano, un pezzo sul tovagliolo sul tavolo.
«Mamma l'ha fatta per merenda» mi difesi «e avevo fame..»
«Ne hai fatto rimanere un pezzo anche per me, ingorda?» ridacchiò lui, venendosi a sedere di fianco a me.
Gli tagliai una fetta anche a lui -più piccola rispetto alle mie- e gliela passai sopra un altro tovagliolo, continuando a gustarmi la mia.
«Mmh» ingoiai «è una delizia»
«Delizia, eh?» alzò un sopracciglio,divertito.
Sorseggiai un po' del mio cappuccino e addentai la ciambella, rimanendo in attesa di una sua possibile frase. Sapevo che mi stesse guardando -lo notai con la coda dell'occhio-, e mi stavo chiedendo per quale motivo non avesse ancora fatto la sua mossa.
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Solo una sfida
FanfictionCopertina: @xEdenB «Aspetta un secondo» prese fiato Gabriele «Mattia Briga Bellegrandi che non ha una ragazza con cui stare? Dai Mattia, non ci credo neanche se ti vedo.» sia Gabriele sia i ragazzi sembravano sbalorditi. «Allora rimediamo subito.» s...