12. Skin

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Louis

Giovedì.

La settimana era passata tediosa come solo sette giorni dedicati allo studio potevano essere. Il fatto che quella maledetta matematica non volesse entrarmi nella testa, non aveva fatto altro che farmi intestardire di più così che, in una maniera o nell'altra, ero riuscito a dare l'esame scritto portando a termine tutte le consegne, cosa che mi era risultata difficile la prima volta. Ero stato perfetto, ancora una volta, in una cosa della quale non mi importava, perfetto perché le circostanze lo avevano richiesto. Non avrei saputo l'esito fino alla settimana seguente, ma sapevo di non aver commesso errori, perché gli errori non erano ammessi.

I problemi ovviamente erano altri e mi avevano aspettato, seduti in disparte, in un cantuccio tra i miei pensieri. Il più grande?

Trovare il coraggio di entrare di nuovo al Fantom e vedere Harry e Zayn.

Insieme.

Mi ero preso del tempo per pensare, questa era la scusa che mi ero ripetuto milioni di volte evitando come la peste di incontrarlo. Dovevo studiare, dovevo andare a casa, vedere El, perfino occuparmi di alcune feste della mia confraternita. Dovevo fare tutte queste cose ed Harry, beh lui poteva aspettare. Queste frottole però, dopo quasi due settimane da quello che era successo quella domenica a casa dell'amico, non reggevano più, era arrivato il vento e aveva scaraventato tutto via, come castelli di carta al primo sussulto.



Non so come o per quale ragione, mi lasciai convincere che festeggiare andando a bere al Fantom insieme a Liam e altri due fratelli, fosse una buona idea. Forse pensavo che andandoci con qualcuno che non sapesse di me e di lui, avrei potuto spiarlo da lontano senza essere notato e senza farmi notare troppo. Il fatto di sentire ancora le sue mani affusolate sul mio corpo, la sua bocca sulla mia, sul mio petto, sul mio collo, il suo odore nelle narici e il suo sguardo dentro, non era d'aiuto, non quando avrei voluto rinchiudermi in una stanza con lui per il resto della mia vita e conoscerlo, aiutarlo, curarlo e farmi conoscere. Iniziai a pensare che forse l'idea che mi ero fatto di Harry, l'idea utopica di un ragazzo che poteva volere me, imparare a conoscere proprio me e scegliermi era alquanto infondata, non solo per la presenza ingombrante di Zayn, ma anche per il fatto che agli occhi del mondo io ero un etero fidanzato, ricco e con un futuro pieno di bambini saltellanti. Piccoli particolari che non facevano che rafforzare la mia tesi secondo la quale la mia vita straordinaria per tutti, fosse in realtà un incubo da vivere.

Alle nove eravamo davanti al Fantom e la serata si preannunciava divertente. Steven e Toby si prendevano in giro in continuazione, spintonandosi e ridendo, mentre Liam parlava con me dei suoi esami. La porta si aprì e io l'attraversai entrando in un altra gravità, il quale centro era irrimediabilmente ed incondizionatamente Harry.

-Mettiamoci vicino al biliardo che appena si libera voglio giocare.-

-Disse Liam, il ragazzo che non sa fare buca nemmeno con le mani.-

Tutti risero alla mia battuta, tranne io che l'avevo fatta. La mia attenzione fu catturata dagli occhi verdi più verdi che avessi mai potuto vedere. Non mi sarei mai stancato di osservarli e di vederli osservarmi. Per un attimo mi sembrò come se lui si fosse bloccato, non aspettandosi di vedermi, ma non mi sorrise, si mantenne distaccato. Cosa mi aspettavo, un comitato di benvenuto solo per me?

Distolsi gli occhi dai suoi e mi misi a sedere. Liam iniziò a scrivere qualcosa nel suo cellulare mentre gli altri due parlottavano.

-Dobbiamo andare noi a prendere la birra oppure ce la portano i due frocetti?-

No Sound but the WindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora