Louis
Il coraggio mi abbandonò non appena sentii aprire la porta. Se non fossero state le ragazze ma qualche mio confratello, non avrei saputo davvero cosa fare. Per fortuna non andò così.
Riuscivo ancora a sentire l'odore di Harry a pochi centimetri da me. Non ci eravamo mossi, io non volevo spostarmi, non volevo rompere il contatto, il suo respiro sul mio collo mentre il mio muoveva leggermente i suoi riccioli scuri. El accennò un sorriso verso di noi ed io abbassai lo sguardo intimorito. Staccai le mani dal suo volto e lui mollò la presa dal mio fianco senza proferire vocale. Quando la staccò, quando mi lasciò libero, sentii come se quel momento fosse stato troppo breve, come se il mio corpo ne volesse ancora, ma non potesse averne.
Fui io ad allontanarmi radunando le garze sporche di sangue e la cassetta del pronto soccorso. Improvvisamente mi sentii nervoso, mi cadde il disinfettante dalle mani mentre cercavo di sistemare tutto convulsamente sotto gli occhi degli altri.
La situazione non migliorò quando ad entrare fu Zayn.
-Che cazzo hai combinato, Hazza?-
Si precipitò verso di lui senza degnare nessuno di uno sguardo e senza nemmeno aspettare una risposta iniziò a guardargli il viso, toccandolo sulle braccia e vicino alle ferite con un permesso che non aveva bisogno di chiedere. Lui poteva farlo, era come se Harry gli appartenesse, come se sapesse tutto di lui.
-Dimmi chi è stato che lo ammazzo.-
-Sono stato io ad iniziare.-
-Non ancora, Harry! Perché?-
Continuarono la loro discussione come se nessuno fosse nella stanza, come se esistessero solo loro. Il rapporto esclusivo si manifestò prepotente non ammettendo altri interlocutori. Nessuna via di fuga, nessun intromissione esterna. Sono Harry e Zayn, la loro voce, i loro accenti, la loro alchimia fisica, uno scontro di molecole che non ero pronto a vedere, non dopo avere ancora il suo sapore sulla lingua.
Zayn si tolse la giacca di pelle passandola al riccio. Ovviamente sapeva del sangue e dell'effetto che aveva su di lui, non aveva certo bisogno che glielo ricordassi io.
Harry se la mise muovendosi il meno possibile. Tirò su la zip osservando da sotto le lunghe ciglia l'amico camminare nervoso avanti ed indietro, aspettando risposte.
-Mi ha telefonato Nick.-
Zayn si arrestò di colpo. Il suo viso si trasformò in una maschera di dolore e rabbia. Non se l'aspettava, non si aspettava quella svolta.
-Quando?-
-Sabato sera. Ha lasciato un messaggio in segreteria. Vuole vedermi.-
-Perché non me l'hai detto?-
Non rispose. Ero stato io il primo a cui l'aveva detto allora. Da un lato provai un estrema voglia di urlarglielo in faccia, come un bambino di dieci anni:"Io lo sapevo, io lo sapevo", ma mi trattenni, non era il caso. D'altra parte, non appena Harry si alzò per andarsene insieme agli altri, provai un gran senso di inutilità. Lui si era aggrappato a me, ero stato io a salvarlo quella volta, l'avevo curato e calmato per dimostrargli che non era sbagliato. Uscendo dal portone della confraternita, in piedi sotto al porticato mentre Zayn e Brit a grandi passi si allontanavano, si girò per guardare me. Inchiodò i suoi occhi verde foglia nei miei e accennò un sorriso di ringraziamento senza dire niente. Parlare non era il suo forte, lo avevo capito bene e quel sorriso semplice, quel dispiegarsi naturale delle sue labbra perfette e rosse, mi fece capire che forse Harry non mi era indifferente, che forse mi era grato per quello che avevo fatto, che forse quel bacio lo aveva voluto anche lui.
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No Sound but the Wind
Fanfic['No Sound but the Wind' non è mia. I diritti sono tutti riservati all'autrice che ha creato questa storia e che l'ha, da tempo, resa una delle più popolari e belle di EFP.] [Permesso per la pubblicazione nel capitolo NOTE.] Fanfiction | Long | Har...